Biondi-Santi è uno dei miti assoluti del vino italiano, oltre che tra i padri della patria di una denominazione straordinaria come il Brunello. Di più: pare si debba proprio a questa famiglia la sua stessa invenzione. Furono Clemente Santi e il nipote Ferruccio ad avviare, sul volgere dell’Ottocento e nei primi anni del secolo seguente, la vinificazione di un Sangiovese Grosso in purezza a Montalcino. La scintilla era scoccata. Molte cose sono cambiate dal 1888, prima annata prodotta e ancora oggi presente in qualche esemplare nel caveau della cantina, ma il suo blasone e soprattutto le coordinate stilistiche sono le stesse. Il merito si deve in larga misura a un gentiluomo d’altri tempi che risponde al nome di Franco Biondi Santi. È lui che ha traghettato l’impresa per una buona metà del Novecento e per i primi anni Duemila, contribuendo in maniera decisiva alla definizione dei vini e alla loro impareggiabile fama.
Tante le grandi bottiglie uscite da Villa Greppo sotto la sua gestione, sia tra i Brunello che tra le bramate Riserve. Vini dallo stile armonioso eppure vibranti, capaci di invecchiare a lungo e in alcuni casi praticamente immortali. Vini classici, ineguagliabili in un panorama profondamente cambiato nel corso del tempo. La sfida attuale non è dunque facile per i francesi di EPI (Européenne de Participations Industrielles), già proprietari delle maison di Champagne Piper-Heidsieck e Charles Heidsieck, oltre che di Château La Verrerie in Provenza e Isole e Olena in Chianti Classico. Sono loro, con l’acquisizione di qualche anno fa, a portare avanti l’azienda dopo la morte di Franco Biondi Santi e il breve interregno del figlio Jacopo. Dopo l’iniziale e comprensibile assestamento, ci pare tuttavia di poter dire che il nuovo corso sta rispettando le attese. Non solo riguardo i vini, con le nuove release che mantengono lo stile di sempre con puntualità crescente, ma anche nell’impalcatura generale del marchio e dell’azienda. Siamo solo all’inizio, è vero, ma i segnali ci fanno immaginare un futuro degno del suo passato. Per le conferme ci sarà da aspettare, ma questo non è mai stato un grosso problema dalle parti del “Greppo”.
Brunello di Montalcino Docg Riserva
Prodotto nelle sole annate ritenute eccezionali, il Brunello di Montalcino Riserva di Biondi-Santi è sul podio dei più prestigiosi vini italiani. Il disciplinare impone lunghissimi tempi di maturazione in cantina che sono addirittura superati dall’azienda. Vino di classe senza tempo, affascina come una grande opera d’arte.