Ben 2.153 birre presentate da 255 birrifici italiani nelle 45 categorie di concorso, valutate in due giorni da 84 giudici internazionali per decretare le tre birre premiate per ogni categoria. E un vincitore “assoluto” che, come ogni anni, conquista l’ambito titolo di Birrificio dell’Anno. Ospitata come è ormai consuetudine all’interno della manifestazione Beer&Food Attraction – the eating out experience show in programma dal 18 al 20 febbraio alla Fiera di Rimini, la XIX edizione di Birra dell’Anno – il concorso organizzato da Unionbirrai che premia le migliori birre artigianali italiane – continua anno dopo anno a registrare numeri importanti, restando un punto di riferimento importante per il panorama craft nostrano.
Nella giornata di domenica, al termine degli assaggi alla cieca da parte della giuria, la premiazione nella Beer&Tech Arena presentata dallo speaker radiofonico Lorenzo Dardano ha svelato tutte le birre vincitrici di quest’anno nelle diverse categorie e il premio Birrificio dell’Anno. Ad aggiudicarsi il titolo è stato Ritual Lab, il birrificio di Formello (alle porte di Roma, dove si trova anche il ristorante Mogano che sposa le birre artigianali al fine dining incentrato su fermentazione e riutilizzo degli scarti della lavorazione brassicola) creato ufficialmente nel 2015 da Roberto e Giovanni Faenza, padre e figlio, insieme a Edoardo Ribeca, dopo i primi anni di attività come beer firm e piccolo laboratorio sperimentale.
Già premiato nel 2020 e nel 2022, Ritual Lab porta a casa cinque ori e un bronzo per le sue birre in quattro macrocategorie: la Tupamaros (Birre chiare e ambrate, alta fermentazione, alto grado alcolico, luppolate, di ispirazione angloamericana), la Rituals Ville Vol. 19 (Birre chiare, ambrate e scure, alta fermentazione, da basso ad alto grado alcolico, luppolate, di ispirazione angloamericana), la Saison (Birre chiare e ambrate, alta fermentazione, da basso ad alto grado alcolico, di ispirazione belga) e la Papanero Bourbon Ba (Birre chiare, ambrate e scure, alta o bassa fermentazione, da basso ad alto grado alcolico, affinate in legno), la Gose (Birre chiare, alta fermentazione, basso grado alcolico salate e/o lattiche, di ispirazione tedesca) e la Black Belt, terza classificata nella categoria Birre scure, alta fermentazione, basso grado alcolico, di ispirazione anglosassone dopo la Ponte di Ferro di Turris Birra e la Blackout del Birrificio Rurale.
Il riconoscimento, infatti, premia il produttore che, oltre ad aver ottenuto con le sue birre il punteggio più alto con i migliori piazzamenti in quattro differenti categorie, ha ricevuto le medaglie in macrocategorie diverse, definite nel regolamento sulla base di alcuni raggruppamenti stilistici.
Tra i tanti premi assegnati, il maggior numero si è concentrato in Lombardia con 23 birre, seguita dal Piemonte con 20. Vengono poi, per numero di premi, Veneto con 13, Toscana con 12, Lazio con 11, Marche con 10, Trentino-Alto Adige e Umbria con 9, Emilia Romagna con 8, Abruzzo con 7, Friuli Venezia Giulia con 5, mentre Sicilia, Calabria, Basilicata e Sardegna con 2 ciascuna e Campania con 1.