«Il Prosecco è un prodotto spesso sottostimato: noi cerchiamo di uscire dalla banalità dei soliti vini e vogliamo essere il punto di riferimento del Prosecco Superiore di Valdobbiadene», racconta Gianluca Bisol, ambassador di Bisol1542, di fronte al pubblico della sala San Pietro dell’Rome Cavalieri Waldorf Astoria – l’hotel cinque stelle lusso del Gruppo Hilton spesso teatro di degustazioni a tema vino. L’incontro è stata un’occasione per scoprire le diverse sfaccettature dell’azienda attiva dal 1542 nel cuore di una delle denominazioni più importanti d’Italia, distinguendosi nella produzione del Prosecco Superiore esportato in oltre 60 Paesi del mondo.
«Io dico sempre che non esistono vini di serie A e di serie B, ma al contrario ci sono diverse espressioni di uno stesso vitigno, come facciamo noi con la glera – commenta Bisol –. Coltiviamo i 100 ettari di terreno nella zona storica di Valdobbiadene (di cui 50 sono dei conferenti storici di uve, ndr), dove le rese per ettaro sono sensibilmente inferiori rispetto alle Doc di Prosecco, e la qualità è sempre stato il nostro primo obiettivo».
Non a caso i vigneti dell’azienda – che dal 2014 fa parte del mondo enologico della famiglia Lunelli –, si esprimono tutti in collina, il che significa praticare una viticoltura eroica con l’intervento manuale in vigna (e in cantina) che è la conditio sine qua durante tutto l’arco del processo produttivo. Inoltre l’area di Valdobbiadene e Conegliano in cui Bisol1542 è presente, fa parte della zona della Docg (10mila e 600 ettari a confronto dei 28mila della Doc) e può vantare cinque suoli differenti che danno vita ad altrettante espressioni della glera. «È uno dei vitigni più sensibili al cambiamento dei suoli, estremamente delicato anche in virtù dell’altitudine e delle escursioni termiche», chiosa Gianluca Bisol.
L’area di riferimento della cantina è la cittadina di Santo Stefano, a 55 chilometri di distanza da Venezia e a 50 da Cortina: un territorio che permette un equilibrio perfetto per l’evoluzione dell’uva, che in queste condizioni privilegiate a Cartizze viene fatta maturare 10-12 giorni in più, fondamentali per estrarre al massimo gli aromi varietali della buccia senza però perdere l’acidità. Bisol1542 applica quindi un “approccio sartoriale” al vino, partendo dal terroir e affrontando il cambiamento climatico, prestando attenzione alla biodiversità sia dei territori che dei vigneti, arricchendo le zone non vitate con essenze floreali e aromatiche autoctone e coltivando i boschi adiacenti che aiutano a proteggere i filari delle vigne.
«Fare il Prosecco con una pendenza collinare del 140% non è facile, c’è bisogno di tanta manualità e del “saper fare” dell’uomo – commenta Mattia Filippi dello staff enologico di Bisol1542 –. Per esempio per garantire la qualità che vogliamo portare nel calice, profiliamo e assaggiamo le uve già sul campo, per scoprire se sono in linea con i nostri parametri organolettici».
Per dare valore e futuribilità alla realtà vinicola è stata creata anche una nuova cantina che consente di vinificare singolarmente i singoli vigneti, protagonisti delle sei etichette di Bisol1542 e delle due referenze di Jeio, la linea di Prosecco Superiore che nella cifra stilistica della cuvée rende omaggio a Desiderio Bisol, uno dei capostipiti dell’azienda
La degustazione di Bisol1542
Jeio Brut
Glera all’85% con un restante 15% di chardonnay sintetizzano l’autenticità e la creatività di questo Prosecco brioso e informale, caratterizzato da sentori di frutta bianca acidula e bouquet di fiori bianchi. Al palato è equilibrato con un finale ricco di acidità.
Jeio Extra Dry
Stessa composizione del Jeio Brut, ma con una beva più spensierata dove emergono gli aromi tropicali e un’intensa mineralità.
Crede Brut
Al naso è un tripudio di frutta bianca e ananas, mentre il palato risulta fine, verticale e sorretto da una discreta acidità.
Relio Extra Brut
Frutto di un singolo vigneto, regala piacevoli sensazioni di limone e pera con un sorso netto e asciutto e un finale armonico.
I Gondolieri Brut
Un Prosecco innovativo grazie alla sua bassa gradazione alcolica (solo 10,5 gradi) e l’utilizzo di soli zuccheri naturali provenienti dal mosto di glera. Note speziate e di frutta esotica, al palato emergono sensazioni iodate che sintetizzano una beva elegante.
Molera Extra Dry
Qui la frutta cede il passo a sensazioni floreali e speziate, facendosi notare per setosità e profumi avvolgenti. Di buona persistenza.
Cartizze Dry
Si chiude la batteria della degustazione con il cru di Bisol1542, proveniente da due ettari e mezzo di vigna ricavati dalla sommità della collina, rivelando un naso ricco di frutta matura a polpa bianca e una beva colma di sapidità dove sul finale tornano gli aromi fruttati, lasciando il palato pulito e fresco.