Le coordinate geografiche dicono che siamo in Umbria, provincia di Terni, là dove la regione confina con il Lazio affacciandosi sul Lago di Bolsena, e la Toscana è a un tiro di schioppo, tra Alta Tuscia e Val d’Orcia. Ma, lasciandosi Orvieto alle spalle e inoltrandosi su per dolci tornanti tra boschi e campi fioriti dell’Altopiano dell’Alfina – area d’origine vulcanica che lambisce la riserva naturale di Monte Rufeno e il borgo di Torre Alfina con il suo bosco monumentale del Sasseto, in provincia di Viterbo – è facile perdere ogni cognizione spazio-temporale.
È forse questo il modo migliore per avvicinarsi a Borgo La Chiaracia, luxury resort immerso nella campagna umbra dove – circondati da querce secolari, vigneti e alberi di ciliegio che danno il nome in dialetto locale al luogo, e coccolati da un’accoglienza attenta e calorosa – ci si può per qualche giorno dimenticare degli affanni quotidiani. Per farlo si attraversa anche il piccolo borgo di Castel Giorgio, che dietro all’apparenza placida dominata da Palazzo Sannesio – antico castello poi trasformato in residenza di villeggiatura per il clero e oggi biblioteca comunale – nasconde più di una curiosità: dallo stadio Vince Lombardi, primo impianto in Europa realizzato per ospitare le partite di football americano, alla Bottega Conticelli dove l’estroso artigiano Stefano Conticelli trasforma pelle, legno, juta e altri materiali in opere d’arte e oggetti raffinati. Mentre lungo la strada, a Viceno, nell’antica Rocca si trova l’atelier del ceramista Marino Moretti.
Le occasioni di visite, passeggiate e scoperte nella zona non mancano, e includono anche realtà come Pulicaro, azienda agricola rigenerativa con i suoi allevamenti etici e biologici, la fattoria di Urbevetus dove Alfredo Angeli alleva Cinta senese (con il marchio Porco Cinturello Orvietano) per farne splendidi salumi, Il Secondo Altopiano dove nascono straordinari formaggi di capra, l’apicoltura di Reinhard Rohrwacher e l’azienda Janas di Porano, dai cui grani nascono farine e fregula: tutti prodotti che si ritrovano nelle proposte dell’executive chef Daniele Auricchio, tanto all’osteria moderna La Pagoda – riservata agli ospiti dell’hotel – quanto al ristorante fine dining Radici. La verità, però, è che una volta varcato il cancello della tenuta trasformata da qualche anno da Eugenio Vinciguerra e Anna Ramazzotti – soci della Vrm Italia, specializzata in comunicazione virtuale, software di automazione e domotica – in questo “smart resort” dove l’ospitalità di lusso incontra attenzione all’ambiente e al territorio (a partire dalla ricerca enogastronomica), innovazione tecnologica applicata a wellness e business e servizi tailor made, il rischio è quello di non voler più uscire, almeno per qualche giorno.
La struttura, dall’aspetto moderno ma con piacevoli rimandi all’origine rurale del luogo, è stata disegnata seguendo il naturale andamento del terreno, utilizzando materiali innovativi ed ecosostenibili e favorendo il risparmio energetico grazie a domotica e pannelli solari termici di ultima generazione. Una serie di percorsi interni, coperti e riscaldati, consente di spostarsi da un casale all’altro anche in inverno, raggiungendo comodamente dalla propria camera la piscina interna e l’area della Spa Livinna – con trattamenti e macchinari all’avanguardia, come Physia, che agisce sulla rigenerazione cellulare, e il lettino Zerobody Starpool, che innesca il rilassamento totale riproducendo l’assenza di gravità grazie al “galleggiamento” su 400 litri d’acqua calda –, le sale meeting, i ristoranti o il garage con le colonnine per la ricarica di auto e biciclette elettriche.
Pensato appunto come buen retiro all’insegna dell’”Umanesimo tecnologico” – dove l’innovazione è al servizio dello star bene, e mai pervasiva – per chi cerca una pausa, o anche un luogo in cui lavorare con un altro passo in diverse sale meeting, Borgo La Chiaracia accoglie come un nido, anche grazie al garbo delle persone che ci lavorano quotidianamente: dal direttore Matteo Calcabrini al maître e sommelier Mauro Clementi, appassionato perlustratore delle realtà più interessanti della zona, enologiche e non solo (ma la carta dei vini offre naturalmente orizzonti anche ben più ampi, oltre alle due etichette che nascono nella tenuta tra cui l’interessante Pinot Nero Rà che si giova dell’altitudine e del clima ventilato delle vigne) e bravissimo nel raccontare il lavoro dello chef e della brigata di cucina.
Nato a Napoli nel 1990 e con interessanti tappe alle spalle, dal lavoro al fianco di Sergio Mei al Four Seasons di Milano e di Raffaele Lenzi al Ristorante Il Sereno Al Lago dell’Hotel Sereno sul lago di Como, fino all’esperienza con Paolo Casagrande al Lasarte di Berasategui a Barcellona, Auricchio ha sposato in pieno lo spirito autentico di quest’angolo di Umbria e del progetto, riuscendo a coniugare nei piatti di Radici grandi prodotti (inclusi quelli che crescono nell’azienda agricola interna: nocciole, castagne, farro, ciliegie, noci, funghi, cicoria selvatica, sambuco, fiori d’acacia, finocchietto e circa quaranta varietà di erbe aromatiche, oltre alle uve), sapori veraci e una creatività di stampo contemporaneo che, pur se talvolta ancora da calibrare, riesce a mettere a segno molti risultati interessanti. Tra i piatti che più ci hanno convinto dalla carta di primavera – affiancata dal percorso Origini 20, che comprende quattro portate da ingredienti provenienti da un raggio di massimo 20 chilometri, e da quello A mano libera con sei portate sempre nuove – l’Anguilla con carciofi e bergamotto, il delizioso Cannolo di cipolla con maiale, nocciola e alloro, l’intenso ma riuscitissimo Risotto ai peperoni con cappero e sommacco e l’agnello accompagnato da una crema di prugna e una profumata salsa a base di camomilla. E pure il dessert in cui un friabilissimo cannolo accoglie un ripieno leggero e fresco di cioccolato bianco profumato allo yuzu, accompagnato da miele e albicocca.
Prima o dopo cena, poi, vale la pena fermarsi anche ai tavoli o al bancone dell’Etrusco Bar: nella bella veranda affacciata nel verde i drink del barmanager Alessio Ciucci sono accompagnati dai bites dello chef per l’aperitivo e non mancano proposte e distillati after dinner. Ma fin da metà mattina il bar offre anche pizze e insalate, una selezione di salumi e formaggi del territorio, le tipiche torte al testo umbre e mini porzioni preparate dallo chef per il food pairing con i cocktail. Mentre la ricca prima colazione dolce e salata – sempre a base di prodotti del territorio o aziendali, e preparazioni espresse della cucina – garantisce un risveglio armonioso, sia che si voglia partire alla scoperta del territorio sia che ci si voglia rifugiare nella Spa.