Nel 1972 usciva il primo “Pinot di Franciacorta” etichettato Ca’ del Bosco. Sono passati quasi cinquant’anni da quella data e in mezzo secolo il mondo del vino è stato coinvolto in così tante rivoluzioni che non basterebbe un libro per raccontarle tutte. Sempre un passo avanti rispetto agli altri, Maurizio Zanella e la sua Ca’ del Bosco hanno preso parte a ogni momento cruciale del rinascimento enologico italiano senza mai pensare di essere arrivati alla fine del racconto.
È infatti una costante insoddisfazione a guidare le scelte che si prendono in questa cantina, che pur partendo dall’essere una piccola casa in mezzo al bosco, si è guadagnata il rispetto e la stima di consumatori e colleghi produttori di tutto il pianeta. Ca’ del Bosco, però, non ha mai camminato da sola, contribuendo allo sviluppo e al successo di un intero territorio, la Franciacorta, ora punto di riferimento per le bollicine Metodo Classico e per l’eccellente qualità del Made in Italy.
Certo, senza la cura maniacale di tutto il processo produttivo e senza il temperamento tanto ribelle quanto rivoluzionario del suo fondatore, forse la storia che oggi stiamo raccontando sarebbe diversa, ma quel che è certo è come – con una buona dose di testardaggine – da un grande sogno si possano ottenere altrettanto grandi soddisfazioni.
Tra i primi a intuire le potenzialità di Ca’ del Bosco c’è Luigi Veronelli, giornalista anarchico e intellettuale che instaurò un’intima e sincera amicizia con Maurizio Zanella indicandogli la giusta direzione. Ma a piantare il primo seme fu Annamaria Clementi, mamma di Maurizio, a cui è dedicato il vino di punta dell’azienda: un Franciacorta Riserva disponibile solo nelle migliori annate e nelle versioni Dosaggio Zero ed Extra Brut Rosé. Arrivarono poi anche i Marzotto a investire nella cantina consentendo di affiancare all’esperienza e alle idee visionarie di Zanella una stabilità economica che gli permise di concentrarsi sulla sostenibilità ambientale e sulle tecnologie più avanzate in supporto all’artigianalità e non in sostituzione a questa.
Dal lavaggio delle uve ai serbatoi speciali che permettono il travaso per gravità, fino alle moderne linee di imbottigliamento le innovazioni di Ca’ del Bosco non sono tenute nascoste, ma mostrate durante il percorso di visita in modo che chiunque possa comprendere il reale valore della tecnologia e la costante ricerca che richiede. Oggi Ca’ del Bosco è un viaggio nell’arte di fare vino e nel vino fatto ad arte, tanto da averne creato un binomio inseparabile.
Sebino Rosso IGT Maurizio Zanella Rosso
Cabernet sauvignon, cabernet franc e merlot per un classico taglio bordolese su cui Maurizio Zanella ha messo la firma, letteralmente. Dalla trama tanto impenetrabile alla vista, quanto generosa e coinvolgente al naso e all’assaggio, il blend che porta il nome del suo inventore rappresenta la nobiltà dei vini di questa terra.