Che impatto avrà il cambiamento climatico sul vino californiano? Potenzialmente, effetti molto gravi: temperature in aumento che renderanno alcune regioni troppo calde per le varietà che vi si coltivano; aumento delle malattie della vite e dei parassiti; notti meno fresche con conseguente riduzione della qualità dell’uva; picchi di temperatura che danneggeranno l’uva sulla vite; e, come è ormai chiaro, aumenteranno i casi di incendi boschivi, un pericolo per il personale, per i raccolti e per le tenute stesse.
Beth Novak Milliken, la cui famiglia possiede Spottswoode Estate Vineyard & Winery (spottswoode.com), presidente del Comitato per la tutela ambientale dei viticoltori della Napa Valley, afferma: «Questo non è solo un problema della Napa Valley, è un problema globale. Tutta l’agricoltura è a rischio. Basta ricordare le massicce inondazioni nel Midwest della scorsa primavera o gli incendi devastanti in Australia. Gli esempi sono sempre più numerosi». Insieme all’enologo Aron Weinkauf sta facendo ciò che fanno tutti i viticoltori lungimiranti dello stato: cercare di capire quali strategie adottare per il futuro. A Spottswoode ciò significa incrementare la biodiversità per far fronte alla maggiore pressione dei parassiti, ad esempio, sperimentando e piantando portinnesti diversi e utilizzando la tecnologia per controllare in modo più preciso l’utilizzo dell’acqua.
Dan Petroski, l’enologo di Larkmead Vineyards (larkmead.com), ha piantato un appezzamento di vigneto sperimentale con uve alternative più resistenti al calore della media, come l’aglianico e la touriga nacional. «Il futuro dell’agricoltura, qui, passa attraverso la comprensione e la gestione dei cambiamenti climatici», afferma. Anche le grandi cantine stanno combattendo questa battaglia. Jackson Family Wines (jacksonfamilywines.com), che produce decine di milioni di bottiglie di vino ogni anno, ha condotto uno studio energetico e ha stabilito che l’uso di vetro più leggero ridurrebbe il loro impatto sulle emissioni di carbonio del 3%, riducendo al contempo i costi.
E lo scorso agosto, in collaborazione con l’università UC Davis e Duarte Nursery, il coltivatore Andy Beckstoffer di Beckstoffer Vineyards (beckstoffervineyards.com), che coltiva oltre 1.500 ettari di uva nelle contee di Napa, Mendocino e Lake, ha avviato uno studio sperimentale potenzialmente rivoluzionario. Ha piantato 10 diversi cloni di cabernet su 10 portinnesti diversi – 3.600 viti in tutto – con l’intenzione di acquisire una grande quantità di dati nei prossimi 8-10 anni, e oltre. Beckstoffer è convinto che coltivatori ed enologi possano lavorare insieme per mitigare efficacemente gli effetti del clima che cambia. «La qualità del vino californiano è arrivata al punto in cui si trova oggi attraverso molte difficoltà – penso, ad esempio, alla fillossera della fine degli anni 80 – che abbiamo affrontato e superato con successo. Certo, si tratta di operare dei cambiamenti: la forma dei tralci di vite, il modo di potare, quali cloni piantare. Ma i nostri nipoti berranno Cabernet della Napa Valley. Su questo non ho dubbi».
Illustrazione di Abbey Lossing
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