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Cambio: Retrobottega e le promesse mantenute

La nuova idea di Giuseppe Lo Iudice e Alessandro Miocchi prevede la “cessione” della propria cucina per due serate a cuochi di tutta Italia, con un menu servito ai tavoli di Retrovino

Negli ultimi mesi – se non anni, visto che una certa propensione camaleontica l’hanno avuta fin dall’apertura di Retrobottega, il loro ristorante-bancone nel cuore di Roma, nel 2018 – Giuseppe Lo Iudice e Alessandro Miocchi ci hanno abituati a nuove formule e nuovi nomi oltre che a nuovi piatti: da RetroPasta e RetroVino fino ai “pop-up” di RetroPizza e RetroDelivery come diretta e proattiva reazione all’emergenza pandemica. E infine RetroCaffè che li ha visti dapprima servire anche espressi, moke e V60 al bancone di RetroVino e poi partecipi dell’avventura della torrefazione Nudo Kopi Roasters.

Poi, in sordina (per la stagione estiva ma anche perché con le difficoltà dovute alle restrizioni i due hanno deciso di gestire in proprio ogni attività comunicativa), a fine luglio è arrivato Cambio, rappresentato dall’illustrazione di due mani che incrociano i mignoli nel gesto di promessa – secondo la tradizione giapponese dello yubikiri – ma anche di complicità. E, appunto, da una richiesta di “promessa” nel testo del post pubblicato sui social: “Prometti di non maltrattare i nostri clienti, di santificare il vino e di onorare la pasta fresca”.

Una frase goliardica che racchiude l’essenza del progetto, spiegata di seguito: la cucina (una parte, quella dedicata a RetroVino, mentre quella di RetroBottega resta concentrata sul servizio del ristorante), lo staff e i tavoli del locale “informale” si mettono infatti a disposizione di chi – cuochi, pasticceri, pizzaioli, baristi, vignaioli e quant’altro, magari al momento senza fissa dimora gastronomica – voglia prenderne le redini per una o due serate, portando a Roma la propria proposta.

Dopo la prima serata tutta abruzzese con la cuoca-pizzaiola-panificatrice Daniela Maiorano (da poco rientrata dall’Australia), il secondo appuntamento ad agosto ha visto protagonista Marco Massaia, giovane chef piemontese in procinto di aprire il suo ristorante Radici a Costigliole d’Asti, che ha mostrato grande sintonia con la filosofia “Retro” a base di interiora, pasta ripiena e acidità mandando in tavola piatti come i ravioli del plin ripieni di coniglio, limone in conserva, pesto di mandorle verdi, olive e fondo bruno e la strepitosa animella di vitello, cetrioli marinati e cappero di aglio orsino. Una cena entusiasmante – a cui abbiamo partecipato – che ha mostrato le potenzialità del progetto: non solo un bell’esempio concreto di collaborazione senz’ombra d’ego culinario, ma anche una sorta di “varco spazio-temporale” che permette ai romani di fare esperienze diverse e conoscere realtà e cucine interessanti senza spostarsi (o quasi) da casa, scalfendo in maniera appetitosa l’immobilismo gastronomico che spesso sembra zavorrare il centro capitolino. «Lo abbiamo fatto per noi, per trovare nuovi stimoli in un momento complicato e non annoiarci – racconta Giuseppe Lo Iudice – ma anche per proporre qualcosa di nuovo ai nostri clienti, che hanno mostrato di apprezzare».

Così, il programma per la ripresa dopo la pausa estiva è già delineato almeno fino alla fine dell’anno e ha preso una forma più strutturata: due serate per ogni ospite, con nomi che se di certo meritano il viaggio verso i rispettivi locali sarà piacevole ritrovare in città. Alcuni sono già noti: Gianni Dezio porterà a Roma la cucina per ora in cerca di destinazione di Tosto (per ora ad Atri è aperta la gastro-bottega Più Tosto) il 14 e 15 settembre, Franco Franciosi di Mammaròssa è in arrivo il 6 e 7 ottobre, mentre Tommaso Tonioni solo per la sera del 23 novembre sposterà il suo pop-up ARSO dalla Tuscia a via della Stelletta.

Ma ci sono anche realtà tutte da scoprire. Come il Resort Agricolo La Tenuta, bel progetto di ospitalità e cucina rurale a Casaprota, vicino Rieti, dove la cucina è gestita dal trio composto da Matteo Magagnini (che nella cucina di Retrobottega ha già lavorato in passato), Fabrizio Tegazio e Gianmarco Greganti, tutti con alle spalle esperienze stellate e una propensione a una cucina “naturale”, che terrà banco nelle serate dell’1 e 2 settembre. E RITO, il progetto di home restaurant e bakery di Claire Staroccia nel paesino abruzzese di Stiffe, che sarà a Roma il 20 e 21 ottobre. Cuoca e panificatrice, Staroccia ha lavorato tra gli altri al Pagliaccio e da Silo, ristorante “zero waste” che nel 2019 da Brighton si è spostato a Londra, dove ha incontrato Dan Gibeon. Insieme hanno deciso di portare nel paese aquilano famoso per le grotte un’idea insieme arcaica e molto attuale di cucina, con un tavolo, un forno a legna e un’attenzione reale alle materie prime locali, stagionali e biologiche e al minimo impatto ambientale.

Il consiglio naturalmente è di prenotare un posto – ai tavoli esterni, al tavolo sociale o al bancone di RetroVino – per ognuno degli appuntamenti.

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