Il pinot bianco è un vitigno da ricamo. Sottile e raffinato, è intrigante e, quando affonda le radici in un terroir capace di valorizzarne il carattere, esprime grandi vini. Un terreno vocato è senza dubbio quello che Cantina Terlano dedica a questo vitigno prezioso. I vigneti di Terlano si incuneano, infatti, tra le rocce porfiriche rosse come piccole terrazze al sole, traendo dal terreno crudo e abbastanza povero una disponibilità limitata di sostanze nutritive, e quindi una vigoria più equilibrata, con rese naturalmente più contenute. Prende forma già dalle radici delle viti affondate nel sostrato di porfido quarzifero quel gioiello raffinato, certo non sfarzoso, che è il Rarity 2009 di Cantina Terlano.
Vigne vecchie, suoli porfirici
Pinot bianco in purezza, la nuova release della cantina cooperativa altoatesina si inserisce nella collezione delle “Rarità”, bottiglie speciali di vini bianchi invecchiati, maturati per almeno dieci anni sui lieviti fini in acciaio. «Ciò che più affascina di questi vini – osserva il kellermeister di Terlano Rudi Kofler – è la freschezza della loro giovinezza, un elemento che rende questo Pinot bianco oltremodo avvincente, nonostante la sua veneranda età. È un vino che si presta alla perfezione per maturare a lungo in bottiglia». E in effetti l’enologo racconta di un vino ricamato dal tempo, capace di stupire al primo sorso oggi e senza dubbio destinato a una soddisfacente lunga permanenza in cantina. Rarity è un vino che “cattura l’identità di Cantina Terlano: la forza del territorio, il vitigno e il tempo che, insieme, permettono al vino di raggiungere lo zenit della sua qualità”, per dirla con le parole dell’azienda. Le uve vengono scelte nelle parcelle del vigneto Vorberg a un’altitudine tra i 550 e i 600 metri, da piante di oltre 50 anni generalmente riservate a questa produzione e identificate per la peculiare qualità organolettica che producono.
La longevità del Pinot bianco
«Nel mondo i grandi vini sono sempre caratterizzati da longevità, complessità e anima – rimarca Klaus Gasser, direttore commerciale a Terlano – e questo è esattamente il credo che la cantina ha sempre coltivato. C’è un filo conduttore che accompagna la storia e permea la filosofia della nostra cantina, ossia il valore attribuito al tempo, alla lentezza e alla decelerazione. Questo tempo prezioso è conservato nei vini di Terlano e trova la sua massima espressività nelle bottiglie dei Rarity». In effetti questo vino porta nel calice tutta l’eleganza di un Pinot bianco cresciuto in quota, che gioca tra volume tattile (l’intero lotto svolge la fermentazione malolattica) e un’acidità sobria. Al naso salgono ricordi di un prato di montagna, tra erbe officinali e camomilla, che si sciolgono in un bouquet dolce di polline e albicocca essiccata. Il sorso è denso di frutto a un primo acchito, non senza rotondità, ma rimanendo nel bicchiere libera una freschezza signorile, senza una punta di esagerazione. Certo, la tensione che caratterizza il Rarity 2009 è frutto di un processo di cesello che il team di Cantina Terlano conduce con maestria, ma rimane indiscussa la capacità del Pinot bianco di allungarsi nel tempo raffinando i caratteri più eleganti. Lo dimostra il Vorberg, etichetta meno esclusiva della cantina che però in verticale permette di scoprire una bellezza cruda, sintetica, lineare e mai fastosa. E per chi ha avuto la lungimiranza di tenere in cantina bottiglie di Vorberg 2011 o 2014 lo stappo porterà grandi soddisfazioni.