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Cent’anni di biodinamica

A un secolo dalle celebri Conferenze di Koberwitz, le intuizioni di Rudolf Steiner sembrano più attuali che mai. E Demeter, superando le diffidenze, cerca un dialogo sempre più diretto con il consumatore.

Sono passati cent’anni esatti dalle celebri Conferenze di Koberwitz in Slesia e oggi la lezione di Rudolf Steiner sembra più attuale che mai, almeno in agricoltura. E se l’approccio teosofico dello studioso – che è spesso indicato come occultista, chiaroveggente e rivolto all’esoterico – ha creato allo stesso tempo una devozione (dai tratti talvolta fideistici) alle pratiche della biodinamica oppure, di converso, un’avversione preconcetta, l’evoluzione degli studi sul bioma terrestre inevitabilmente richiama le intuizioni di un secolo fa. Intuizioni che sembravano aliene in una Europa votata alle “magnifiche sorti e progressive” che hanno impresso un’accelerazione tecnologica al “secolo breve”. Eppure, se allora la chimica era il futuro, oggi sembra il passato. E le nuove tecniche di agricoltura rigenerativa – che lavorano sulle potenzialità del terreno come sorgente e prima protezione per un’agricoltura sana e durable, come dicono i francesi – sembrano suggerire un auspicabile superamento dei prodotti di sintesi in tutte le colture.

Una sensibilità crescente tra i coltivatori e i vignaioli, che si sta diffondendo sempre più anche tra i consumatori. Le ricerche più recenti rivelano infatti una iper-focalizzazione delle nuove generazioni sulla valutazione della “naturalità” dei processi produttivi nella scelta di acquisto e quelle che un tempo erano nicchie si avviano a diventare trend consolidati. Anche per questo l’impegno di Demeter in Europa e nel mondo è orientato sempre più al rafforzamento della consapevolezza tra i consumatori finali. Come dire che la connessione tra il marchio e il concetto di “buono e sano” si fa sempre più solida.

Un secolo di biodinamica

Correva l’anno 1924 e in quella finestra della storia tra le due guerre mondiali, mentre l’Europa economica correva sulla scia della ricostruzione e di nuove scoperte scientifico-tecnologiche, Rudolf Steiner teneva in Slesia una serie di otto conferenze intitolate “Impulsi scientifico-spirituali per il progresso dell’agricoltura”. Già allora, infatti, un gruppo di agricoltori tedeschi aveva compreso l’impatto delle pratiche dell’agricoltura industriale e le conseguenze negative dell’utilizzo altri composti chimici, iniziando a prendere in considerazione fattori come la sostenibilità e la fertilità della terra per la produzione di piante e alimenti sani. Nel sistema complesso e circolare che incarna l’agricoltura biodinamica, contadini, piante e animali contribuiscono «con le loro forze e il loro spirito» a mantenere in salute la Terra con pratiche agricole incentrate non sulla cura ma sulla prevenzione, per innescare le giuste reazioni che possano ricreare lo stato di salute e di equilibrio delle colture. «L’azienda agricola diventa espressione dell’interiorità dell’agricoltore», si legge negli appunti con cui l’azienda trentina Foradori spiega l’approccio biodinamico. Cosa significa? «L’agricoltore sperimenta il mondo vivente. Egli attiva l’organismo umano e lo dispone a ricevere le influenze del cosmo. Mediante la raccolta, la miscelazione, l’interramento, il recupero e lo spruzzo dei preparati realizzati con silice, letame bovino ed erbe, l’agricoltore collega la propria anima al terreno, alle piante e agli animali. Ciò si riflette a sua volta sulla qualità dei suoi prodotti».

L’eredità di Demeter

L’eredità dell’approccio filosofico di Steiner e delle pratiche di agricoltura biodinamica è stata raccolta e preservata dall’associazione Demeter, oggi presente con più di 7mila agricoltori in 65 Paesi di tutti i continenti, coordinati dalla Biodynamic Federation – Demeter International ovvero la federazione, con sede in Germania, che nasce nel 1997 allo scopo di garantire una stretta cooperazione nei settori legali, economici ed etici. Attraverso il monitoraggio di specifici standard, Demeter svolge un’attenta azione di controllo sulla produzione, la trasformazione e la distribuzione dei prodotti e garantisce che i generi alimentari e gli ingredienti delle aziende socie provengano da coltivazioni o allevamenti biodinamici certificati, seguendo ogni fase della filiera fino al rilascio della certificazione e all’etichettatura.
La scelta non è facile per gli operatori, ma gli esperti ne sottolineano l’urgenza. «Secondo Re-Soil Foundation (dati 2023), il 25% dei terreni in Europa si trova al di sotto della soglia minima di nutrienti essenziali per le piante – rimarca l’enologo e biologo Michele Lorenzetti – e in Italia il 28% dei terreni coltivabili è andato perso, mentre il 68% ha subito una riduzione superiore al 60% della sua presenza organica naturale. L’agricoltura biodinamica dovrebbe essere accessibile a tutti, nonostante a volte i suoi testi risultino complessi».

Approccio al consumo consapevole

È su questo processo divulgativo che si concentra Demeter, che in Italia (dove conta un migliaio di associati) ha sede a Parma. «C’è ancora molto da fare – osserva il direttore dell’associazione italiana Giovanni Buccheriperché se è vero che il marchio ha un secolo di vita, in Italia il lavoro è iniziato nel 1985 e il percorso è ancora lungo per far sì che il consumatore possa avere la consapevolezza di quello che c’è dietro il marchio, sia in termini di identità che di valori». Oggi Demeter è infatti impegnata nel trasmettere il concetto di «organismo agricolo biodinamico», dal quale secondo Buccheri trae ispirazione l’evoluzione odierna di pratiche di agricoltura rigenerativa. «È chiaro che la biodinamica è un antesignano rispetto ad altri approcci sostenibili all’agricoltura – chiosa – ma anche rispetto a una certa maniera di vedere l’agenda agricola in modo sostenibile. La stessa organic agriculture, ovvero il biologico, si afferma seguendo alcune linee già tracciate da Steiner nelle conferenze del 1924. In realtà oggi siamo in un laboratorio a cielo aperto. Quello che però manca in questi modelli è la circolarità che è propria della biodinamica: non si parla solo di fertilità del terreno, ma anche di natura e di animali».

In quest’ottica, l’approccio “olistico” è in parte legato a un lavoro tecnico-pratico, in parte a un “esercizio spirituale” di relazione con il mondo. «L’agricoltura biodinamica è un processo di cambiamento – aggiunge il direttore – legato a una pratica veramente a 360 gradi. Non si accontenta di una gestione del suolo, pur concentrandosi sulla sua fertilità, ma guarda all’impatto dell’azienda agricola sul paesaggio, sugli animali, sulla natura, sugli esseri umani». È questa visione che oggi Demeter cerca di trasmettere al consumatore, chiamandolo a una scelta di consumo responsabile che va oltre le tecniche e le certificazioni. Dalle visite in azienda alle campagne online, «cerchiamo di ingaggiare il pubblico nella selezione di un marchio, con le garanzie di qualità che porta, ma soprattutto di uno stile di vita. Il target privilegiato sono i giovani, perché guardano al futuro e perché esprimono una sensibilità ecologica a cui noi stiamo legando il nostro lavoro. C’è una consapevolezza crescente rispetto all’impatto degli stili di vita e delle scelte di consumo».

I principi della biodinamica

Demeter – l’unico marchio globale che riconosce i prodotti certificati e i prodotti biodinamici – ha regolamenti rigorosi e opera secondo alcuni principi-chiave.

La fertilità del suolo.

Un valore fondamentale è la rigenerazione. I frutti maturano meglio su un terreno vivo, dove l’humus è ricco di vita, fornisce nutrimento alle piante, regola l’equilibrio dell’aria e del calore, trattiene la CO2.

Piante sane.

Ogni pianta ha origine da un seme. L’agricoltura biodinamica preserva l’integrità e la biodiversità dei semi, preferisce le varietà non ibride e non utilizza semi OGM o trattati chimicamente. Favorisce ambienti con biodiversità vegetale e animale e gli agricoltori scelgono preparati biodinamici.

Rispetto per la natura e per gli animali.

Gli animali producono concime, essenziale per un terreno sano e ricco di sostanze nutritive. Stanno all’aperto e al pascolo, e serve attenzione all’alimentazione.

La biodiversità è vita.

Gli agricoltori biodinamici preservano la biodiversità attraverso consociazioni vegetali, rotazione delle colture, forestazione e pascoli. Almeno il 10% dei terreni agricoli è lasciato selvatico e non vengono utilizzati pesticidi ed erbicidi chimici.

Qualità biodinamica.

La lavorazione dei prodotti biodinamici è controllata per mantenere la vitalità e genuinità degli alimenti.

Responsabilità ecologica.

Gli agricoltori collaborano con tutti gli attori della natura, creando biotopi che ospitano gli esseri viventi in armonia. L’agricoltura biodinamica ripristina la fertilità, sequestra il carbonio e risparmia energia attraverso processi circolari.

L’uomo e la responsabilità sociale.

Al centro della biodinamica c’è un desiderio di giustizia sociale, rispetto e responsabilità nei confronti del mondo vivente e delle generazioni future.

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