Cervinia

Cervinia, il fascino discreto della montagna valdostana

In questa località a più di 2mila metri d’altitudine ci si rilassa tra Spa, passeggiate e nuove tavole che non abbandonano la tradizione anche interpretando la fontina in carrozza.

Il primo luglio è stato inaugurato il Matterhorn Glacier Ride II, la più alta funivia d’Europa che collega Italia e Svizzera, da Cervinia all’avamposto svizzero di Zermatt, senza l’ausilio degli sci. Si tratta di un evento rivoluzionario che, oltre al fascino di osservare da quasi 4mila metri di altezza i crepacci delle montagne e l’emozionante ghiacciaio di Plateau Rosa dalle vetrate panoramiche delle cabine del nuovo impianto, consentirà a Breuil-Cervinia di allungare la stagione sciistica e di attirare una nuova tipologia di turismo, candidandosi a essere una valida alternativa regionale a Courmayeur, la regina del Monte Bianco che non passa mai di moda. Ma anche Cervinia sa abbracciare le nuove tendenze: continua così l’ascesa del paesino collocato a 2050 metri d’altitudine – destinazione già sdoganata dal compianto Mike Bongiorno a cui è stata dedicata una statua mezzobusto in bronzo al centro dell’area pedonale –, che negli ultimi anni alle sue innumerevoli attività sportive, dai 400 chilometri di piste sciistiche al trekking d’alta quota, dai percorsi in mountain bike al circolo da golf, ha affiancato una valorizzazione del territorio grazie al comparto gastronomico, con realtà per lo più familiari che si raccontano attraverso tutto ciò che questa montagna ha da offrire. Tra le tappe d’obbligo c’è il ristorante-bar Bricole e Bricolette, situato ai piedi degli impianti di risalita. Un luogo che si “limita” a comunicare le specialità valdostane in generose quantità – i camerieri stessi consigliano una portata a testa, più un piatto da condividere –, in un ambiente che riflette l’autenticità della baita di legno. Sulla griglia finisce la Pluma di maiale iberico con salsa alla senape, grana e patate al forno, ma a ordinare la Fonduta di parmigiano con uovo al tegamino e scaglie di tartufo nero non si sbaglia mai.

Nel centro di Cervinia Maison De Saussure è il ristorante tipico valdostano, come ricorda anche la sua insegna. A scaldare l’atmosfera pensano un camino, il legno protagonista delle due salette interne e una fumante polenta condita con funghi, salsicce e ragù di cervo. Tra gli antipasti la fontina in carrozza è un’insolita interpretazione della più nota versione con la mozzarella che regge comunque bene il confronto. Dal 2010 ha portato uno sguardo inedito sulla vallata il Saint Hubertus, resort e Spa a cinque stelle di proprietà di Elena Neyroz, che insieme alla sua famiglia rappresenta la quinta generazione di albergatori. Se la struttura è stata pensata in termini d’avanguardia con la complicità dell’architetto Savin Couëlle (lui e il padre Jacques parteciparono alla costruzione dell’Hotel Cala di Volpe in Costa Smeralda), il ristorante mantiene un sano equilibro tra tradizione e gusto contemporaneo grazie allo chef Andrea Rizzo. Qui preparazioni perlopiù identitarie, come i Ravioli del plin in sugo di arrosto e il Carpaccio di filetto di Fassona, terrina di foie gras, barbabietola, chips di patate ed emulsione di aceto balsamico invecchiato 25 anni, sono affiancate da alternative di pesce che arrivano due volte a settimana dal mercato ittico di Santa Margherita Ligure, come testimonia lo scampo scottato con cipollotto alla brace, salsa alla pizzaiola e pane croccante. Da non tralasciare la cantina con più di 900 referenze che copre tutte le regioni d’Italia. 

Standard di ospitalità altissimi anche all’Hotel Hermitage, un altro cinque stelle lusso della località: un’attività longeva che, da più di 40 anni, viene scandita da un’atmosfera e un arredamento che richiamano il classico chalet di montagna. Oltre ai servizi di accoglienza che comprendono un’area Spa e wellness completa di piscina interna riscaldata e beauty farm, questa destinazione vanta al suo interno La Chandelle, tavola gourmet guidata dall’executive chef Giovanni Porretto, menzionata anche dalla Guida Michelin. Una cucina che si divide tra territorio e ricette internazionali, come lo Spaghetto alla valdostana con fonduta di Fontina e crunch di pomodoro o il Filetto di trota su passatina di cavolfiore e polvere di caffè con verdure croccanti all’aceto balsamico. Se invece si ha voglia di un pranzo informale, ci si può accomodare al suo bistrot per un club sandwich o una selezione di prodotti locali. Orbita nell’universo gourmet Rossa anche il Wood, insegna che si caratterizza per la sua doppia anima, italiana e svedese, creata dalla coppia Cristian Scalco (sommelier) e Amanda Eriksson (chef). Due culture gastronomiche che si contaminano a vicenda, espresse attraverso tre menu degustazione: uno vegetariano, uno ispirato alla zona e un ultimo dedicato alla creatività, senza confini. Tra i signature incuriosiscono la Tartare di alce, patate, rafano e aglio orsino, i Ravioli del plin ricotta e limone, bietole e peperoni e il Salmone Sockeye d’Alaska, indivia alla brace, uova di trota e beurre blanc.

Lungo i tornanti che portano a Cervinia, l’Alpage è un approdo scanzonato per chi cerca buone pietanze in una location rustica con tanto di dehors con vista sul monte Cervino e le Grandes Murailles, le cui vette ospitano l’omonimo ghiacciaio. Lo spezzatino di cacciagione con polenta rustica, la zuppa valdostana e la Fondue bourguignonne sono l’espressione più sincera di una carta interamente dedicata alle primizie locali che non manca di segnalare con un simbolo alcuni piatti da provare assolutamente.
Per la prossima stagione invernale segnatevi l’après-ski dell’Hotel Principe delle Nevi che nelle sue cucine ha visto passare, tra il 2012 e il 2015,  il talentuoso Federico Zanasi, l’attuale chef dello stellato Condividere a Torino che con la sua ristorazione d’hotel a Cervinia aveva anticipato un po’ i tempi, tra prodotto e tecnica.

Maggiori informazioni

In apertura: uno dei piatti del Saint Hubertus

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