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Villa Calcinaia

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Conti Capponi e i 500 anni di Villa Calcinaia

Il lavoro in vigna e in cantina della nobile famiglia toscana sin dal 1500 rende questa realtà vitivinicola uno punto di riferimento per i fine wines italiani.

Da tempo immemore la campagna toscana è valutata come sinonimo di spazi aperti e di benessere. Frequentarla però in maniera “dolce” senza esigere quello che non può offrirci, rispettando quello che essa può regalarci, è il primo atto di forte responsabilità. Un incipit che profuma di avvertimento al semplice frequentatore di tale paesaggio, ma che invece vuole essere collegato fortemente a una famiglia toscana, che ha fatto della responsabilità ambientale, un dogma imprescindibile. Una vigorosa rivendicazione, quella dei Conti Capponi, che si traduce non soltanto in una consapevolezza delle proprie capacità e dei propri limiti, ma che soprattutto si trasforma in effettiva maturità.

Una famiglia, la cui storia è inscindibile da quella Firenze, poiché dapprima mercanti di lana e seta, poi nobili e mecenati delle arti, infine interpreti principali della Repubblica, del Rinascimento e del Granducato. La prima traccia si ha addirittura nel 1052, attraverso un documento che descrive la vendita di una loro vigna nel senese, mentre la loro presenza in Val di Greve è ascrivibile alla metà del 400. È nel 1524 che inizia però la vera storia agricola di tale e antica dinastia con l’acquisto di “quattro poderi con casa da signore”, rendendo così l’attuale Fattoria di Villa Calcinaia protagonista nei secoli della vita fiorentina e soprattutto della zona del Chianti.

Da allora, l’impegno assunto e appassionato di coltivare la vite, si tramanda di generazione in generazione, sino a oggi, che vede il conte Sebastiano condurre con acume una splendida realtà composta da poco più di 30 ettari di vigneto, 10 di oliveto e circa 100 di bosco. È dalla metà degli anni 90 del secolo scorso infatti che, coadiuvato nel corso del tempo da un’ottima squadra di consulenti agronomi ed enologi, Sebastiano riesce a comprendere appieno le enormi potenzialità della situazione ampelografica chiantigiana e ad assimilare il concetto che tale viticoltura merita un impegno concreto per la propria valorizzazione e sviluppo. Ed è qui, che la serietà si tramuta in una responsabilità collettiva che vede nella ricerca incessante – empirica e metodologica – un’autentica salvaguardia dell’ecosistema dove nascono i nettari della sua terra.

Ecco, quindi, che la scorsa settimana, i fratelli Sebastiano, Niccolò e Tessa Capponi, hanno voluto “abbinare” la storia del Chianti Classico e della loro avventura, attraverso cinque loro vini – Mauvais Chapon Metodo Classico 2018, AD 1613 Rosso Toscana Igt 2011, Villa Calcinaia Chianti Classico Doc 1969, Vigna Bastignano Rosso Colli Toscana Centrale Igt 2006 e Villa Calcinaia Chianti Classico Riserva Docg 2010che, senza ombra di dubbio, posiziona Villa Calcinaia come uno dei riferimenti dei fine wines italiani. E, come diretta conseguenza, “obbligano” a dar risalto verso l’eccellente capacità di invecchiamento dei vini sia della denominazione del Gallo Nero che del territorio in sé, in grado di confrontarsi con i più grandi al mondo.

Già, la longevità dei vini, un mistero che ancora riserva (e giustamente) parecchie parti misteriose, ma che non va, di nuovo, mescolata con la durata, perché un conto è “assistere” all’evoluzione in senso positivo durante la permanenza in bottiglia, un altro è notare la non ossidazione, o in senso generale, la cosiddetta tenuta, che alla fine rappresenta la più nobile ambizione che il vignaiolo ha nei confronti dei suoi vini. È proprio vero, parecchie volte il vino sa tirare fuori il meglio di una donna di un uomo, dimostra di saper valorizzare il proprio distretto e riesce a generare fascino e prestigio. Il vino è arte, il vino è poesia, ma è soprattutto e fortunatamente passione di coltivare la terra. È con questa filosofia che la famiglia Capponi, ormai giunta addirittura alla trentasettesima generazione, persegue il suo obiettivo di essere agricoltori e vignaioli: una scelta di vita dove il lavoro in campagna e in cantina richiede una dedizione assoluta ed una cura maniacale. Anche perché, come chiosa Tessa «il rispetto per la natura circostante e per le persone che ci lavorano nasce dalla conoscenza; cioè, più noi conosciamo meglio l’area in cui viviamo, più approfondiamo il discorso, più ci diamo la possibilità di sviluppare la coscienza di essere guardiani e custodi del territorio stesso»

Maggiori informazioni

Conti Capponi – Villa Calcinaia
Via Citille, 84, 50022 Greve in Chianti (FI)
conticapponi.it

 

 

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