È una delle istituzioni culinarie più amate di Firenze, un luogo dove la cucina tradizionale toscana prende vita attraverso piatti autentici e un’atmosfera familiare. La Trattoria Da Burde si trova fuori dai percorsi turistici più battuti ma è senza dubbio una meta imperdibile per chi desidera scoprire i veri sapori toscani – ovviamente la prenotazione è consigliata. Fondata nel 1901, Da Burde è una trattoria a conduzione familiare che ha saputo mantenere intatto il fascino delle origini: oggi è guidata dai fratelli Gori, che portano avanti la tradizione con passione e competenza in un locale che è un vero viaggio indietro nel tempo. Dal 1927 l’indirizzo ha trovato in via Pistoiese 154 la sua dimora definitiva, consolidando il suo successo dal dopoguerra in avanti, grazie anche all’ingrandimento della sala – che può ospitare fino a 150 coperti –, della cucina, del personale e di un menu sempre più vasto.
La proposta gastronomica
C’è un comodo parcheggio proprio nelle vicinanze, ma già dall’esterno il locale si manifesta in tutta la sua schiettezza: entrando si è accolti in una sala bar con tabaccheria e banco alimentari a fianco, ma è superando la seconda porta che si viene avvolti da un’atmosfera originale tra arredi rustici e bottiglie di vino leggendarie. L’ospitalità è il punto forte dell’insegna, insieme ad una cucina semplice e di gusto che ben viene raccontata dal personale di sala e soprattutto da Andrea Gori, grande esperto di vino con l’indole da oste. In cucina il fratello Paolo ha ereditato le ricette e l’estro di nonna Irene, uniti a una vera passione per la ricerca storica dei piatti della tradizione, mentre la mamma Evelina si occupa della parte amministrativa: «Siamo una famiglia allargata, insieme a chi lavora con noi oramai da diversi anni – sottolinea Paolo Gori –. Proponiamo piatti che raccontano la Toscana e di recente stiamo proponendo anche tante ricette a base di verdure». Tra i classici non mancano la Ribollita (classica zuppa di pane e verdure), la Pappa al pomodoro, le Minestre di verdure e il buonissimo Cacciucco di ceci. Fiori all’occhiello del locale sono la sontuosa bistecca alla Fiorentina e la bellissima carta dei vini con oltre mille etichette: «Ho smesso di contarle», ci racconta Andrea Gori. Tante le bottiglie iconiche e le grandi annate ma punto centrale è senza dubbio la particolare attenzione alle referenze toscane, tra cui Chianti e Brunello di Montalcino.
La trattoria come custode di una tradizione
Per un pranzo o una merenda “al volo” c’è anche il bancone di generi alimentari, dove è possibile ristorarsi con un genuino panino fatto con insaccati locali e tradizionali; e il locale non ha mai perso la sua anima popolare e conviviale, dove i clienti più assidui vengono anche solo per leggere il giornale, scambiare due chiacchiere e fare qualche acquisto veloce.
È davvero un piccolo, grande universo quello di Burde: i fratelli Gori non si limitano a gestire la trattoria ma sono anche ambasciatori della cultura toscana, pronti a condividere storie e curiosità sui piatti serviti e sugli ingredienti utilizzati. «Noi siamo dei custodi ma la trattoria è fatta realmente dalle persone, da chi passa di qui e dai clienti affezionati – sottolinea Andrea Gori. E come in una rappresentazione che ogni giorno va in scena, gli attori sono fondamentali: sono loro che impediscono di far cambiare il posto o che fanno sì che, se proprio deve cambiare, cambi con loro. Quello che non cambia è che questo luogo sia un punto di riferimento, di aggregazione e di ristoro».