La storia di Bolgheri e della sua denominazione vinicola con i rinomati SuperTuscan ha reso questo territorio della Toscana famoso in tutto il mondo. Qui i suoli di origine vulcanica – che marcano i vini con sapidità e finezza –, si sono rivelati ideali per impiantare vigneti internazionali e di “taglio bordolese” che, con le loro caratteristiche, esprimono al meglio il terroir circostante. La Tenuta Meraviglia del gruppo ABFV Italia (Alejandro Bulgheroni Family Vineyards) – già proprietaria di Dievole nel Chianti Classico, Poggio Landi e Podere Brizio a Montalcino, e Tenuta Le Colonne nella Doc di Bolgheri –, ha scelto di investire in questa zona nel 2016 e sin da subito si è distinta per un approccio peculiare ai suoi vitigni.
I 27 ettari di vigne già presenti al momento dell’arrivo della nuova proprietà, sono stati totalmente riconvertiti in cabernet franc nell’arco di tre anni: così il vitigno che nella regione sud della denominazione (tra Castagneto Carducci e San Vincenzo) è risultato essere particolarmente vocato, grazie a un substrato roccioso insieme a una ricca presenza di rocce laviche biancastre dette rioliti (dal greco “lava fluente”), una particolarità tipica di queste parti che prende il nome di Vulcaniti di San Vincenzo. Sono nate così le prime due etichette, Rosso Bolgheri Doc e Maestro di Cava Bolgheri Doc Superiore, entrambi vinificati in tini di cemento grezzo e affinati in botte grande – 12 mesi per il Rosso Bolgheri e due anni per il Superiore –, una scelta coraggiosa dato che solitamente la varietà bordolese vinifica in barrique. Il motivo? Voler assecondare le esigenze del mercato, che vedono sempre più consumatori preferire vini “beverini” e conviviali, dunque meno corposi e densi nel sorso.
A queste due etichette si aggiunge il Bolgheri Vermentino Doc Botro dei Fichi, l’unico bianco prodotto da Tenuta Meraviglia e la new entry Vigna Pianali Bolgheri Rosso Doc, il cru dell’azienda che nasce da una parcella di mezzo ettaro dei sei totali dell’omonima vigna, che si sviluppa lungo la parte pedo-collinare della tenuta a 150 s.l.m..
«Abbiamo deciso di creare questo nuovo cru – racconta l’executive president Abfv Italia Stefano Capurso –, animati da un pizzico di follia e di sana incoscienza. A convincerci è stata la consapevolezza che ci trovavamo al cospetto di un vigneto di cabernet franc dalle potenzialità straordinarie. Il vino assaggiato durante le prime prove aveva un carattere austero, ma anche una grande freschezza, note minerali e sapide: e così abbiamo capito che avevamo intrapreso la strada giusta, per quanto tortuosa».
Il Vigna dei Pianali debutta sul mercato con l’annata 2020, con sole 3mila bottiglie che testimoniano le basse rese per ettaro di questo territorio che grazie alla sua complessità, dona al vino una maturità e un’intensità interessanti. «Per noi il rispetto dell’ambiente e la custodia del paesaggio sono aspetti cruciali – spiega Stefano Capurso. Come in tutte le altre aziende del gruppo, anche a Tenuta Meraviglia produciamo vini biologici, figli di un’agricoltura sostenibile e rigenerativa. Da gennaio 2023, abbiamo inoltre avviato il percorso Equalitas che certifica la sostenibilità aziendale, che non è solo ambientale ma anche umana ed economica. Siamo custodi di bellezza e portiamo sulle tavole un prodotto che è denso di significati legati alla nostra cultura. Ci vuole impegno e responsabilità per salvaguardare tutto questo».
Tenuta Meraviglia alla prova dell’assaggio
Rosso Bolgheri Doc 2021
È il vino di entrata di Tenuta Meraviglia. Diversamente dai classici Bolgheri della zona, risulta meno corposo nell’assaggio, mantenendo buone sensazioni di ribes nero e mora selvatica, con sentori di tabacco e sottobosco, per un sorso decisamente vegetale.
Maestro di Cava Bolgheri Doc Superiore 2019
Solamente 10mila bottiglie per un vino complesso sia al naso sia al gusto. Inizialmente austero, la lunga persistenza finale rivela trame vegetali e una grande eleganza, con un tannino piacevole.
Vigna Pianali Bolgheri Rosso Doc 2020
Dal colore rosso rubino intenso, il cru dell’azienda si presenta al naso con note balsamiche e mentolate e all’assaggio emerge la spiccata acidità che garantisce un finale lungo e sapido, dove tornano sentori di vaniglia e di sottobosco.