Damiano Ciolli

Damiano Ciolli

Il lavoro preciso in vigna consegna un Cesanese in grande spolvero.

Da brutto anatroccolo — più o meno apertamente ignorato o addirittura qua e là deriso dalla cosiddetta stampa specializzata fino a un quarto di secolo fa — il Cesanese è passato a brillare come il vino più espressivo dell’intero panorama laziale. Merito di un drappello di aziende che hanno compiuto una paziente opera di ricucitura con i tratti migliori della tradizione, emendandoli dagli elementi più rustici e traghettando la tipologia in un presente dove la competizione tra rossi d’autore è agguerritissima, sia entro i confini regionali che fuori. Uno dei più determinati pionieri del Cesanese della nouvelle vague è senz’altro Damiano Ciolli, che lavora la classica varietà fin dai primi anni 2000, e che quindi ha accumulato sul soggetto un’esperienza approfondita, sia in campagna che in cantina. La superficie a vigna è relativamente contenuta, meno di sette ettari complessivi, e insiste sui rilievi collinari di Olevano Romano. La conduzione agronomica è in regime biologico e in parte biodinamico, le tecniche enologiche semplici e non invasive, mirate al massimo rispetto del materiale vegetale a disposizione. Agli esordi — e per diverse vendemmie — i suoi profumati e succosi Cesanese erano non raramente frenati nello sviluppo gustativo da una frazione alcolica spesso esuberante. Ciò che donava ai vini un profilo organolettico comunque piacevole, ma dalle sfumature che ricordavano il rosolio. Da almeno un decennio, invece, un lavoro ancora più preciso nel vigneto e in vinificazione o
re ai bevitori un profilo stilistico più aggraziato, longilineo, elegante, soprattutto più ricco di toni aromatici freschi. Le selezioni della casa sono due: l’Olevano Romano Riserva Cirsium, che fermenta in contenitori di cemento e si a²na in rovere per circa un anno, e l’Olevano Romano Cesanese Superiore Silene, che non “vede” vasi vinari di legno ma soltanto acciaio e cemento. Il primo è ovviamente in media più pieno e strutturato, pur mantenendo una silhouette affusolata e un sapore tonico, di bella progressione. Il Silene, a ben guardare, non ne costituisce una controparte più semplificata: è anzi capace, in diverse vendemmie, di tener testa al fratello maggiore per complessità dello spettro dei profumi e finezza della grana tannica.

Maggiori informazioni

Olevano Romano (Roma)
damianociolli.it

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