Lontana dagli stereotipi di un Sud assolato e festante, Potenza è una città meridionale atipica. Dall’alto dei suoi 819 metri sul livello del mare sembra quasi che guardi con circospezione tutto ciò che le sta intorno. D’altronde di guai ne ha passati tanti, compresi terremoti e amministrazioni poco illuminate, ma ha sempre avuto la forza di rinascere. Dopo tutto, non si chiama Potenza per caso. Quella del capoluogo della Basilicata è una comunità oltremodo accogliente, essendo essa stessa figlia dei movimenti migratori intraregionali degli scorsi decenni. Un crogiolo di dialetti e usanze che si è innestato sulle tradizioni preesistenti e che fa di Potenza un moderno distillato di lucanità. Tutto questo si ripercuote nella cucina e nell’offerta ristorativa. Ecco un po’ di consigli gastronomici per una perfetta giornata potentina.
La colazione
Per iniziare al meglio non si può prescindere da una colazione da Tiri Bakery e Caffè. Vincenzo Tiri è il Maradona dei grandi lievitati e nel locale di via del Gallitello è possibile assaggiare tutto l’anno il suo panettone. Non mancano tuttavia i dolci del mattino, realizzati in maniera magistrale. Splendidi sono anche i dessert monoporzione e le pizze al taglio, golose e dall’impasto leggerissimo. Sempre in zona Gallitello, le ragazze di Vanilla sfornano invece un eccellente croissant francese, ben sfogliato e burroso al punto giusto. Una passeggiata mattutina in via Pretoria, nel centro storico, può rivelarsi ancor più piacevole grazie a una tappa da Mibi Laboratorio Artigianale, oppure al Gran Caffè La Delizia in piazza Mario Pagano, cuore della città. Chi invece preferisse qualcosa di salato, il consiglio è di recarsi nel rione San Rocco, al Bar Diamante, e ordinare almeno un paio delle loro leggendarie pizzette (imperdibile quella piccante), accompagnate da una fresca gassosa Avena, bevanda di culto tra i potentini.
Pranzo tradizionale
Un tempo Potenza pullulava di quelle che venivano chiamate cantine. Azzardando un parallelismo, potremmo definirle una sorta di versione lucana del pub britannico. Si trattava di locali informali, dove si socializzava e venivano servite pietanze semplici e vini altrettanto genuini. A raccoglierne l’eredità, ma con un’attenzione contemporanea all’offerta enogastronomica, è Cantina Ancidda nei pressi della villa comunale di Santa Maria. Qui potete assaggiare il meglio della cucina tradizionale: dalle ricette con i peperoni cruschi, alla pasta fresca con il classico ragù potentino, simbolo del pranzo domenicale. Da non perdere i piatti a base di baccalà.
Pausa Gelato
In città non mancano buone gelaterie. Quella di Caruso è un’insegna storica (due sedi, di cui la principale è in via Pretoria). Pina Caruso si dedica con passione ed entusiasmo nel realizzare un buon gelato artigianale, con un occhio attento nei confronti delle materie prime del territorio. Altro indirizzo imperdibile, più periferico, è Le Souvenir D’un Bon Café: tanti gusti golosi e creativi, bel lavoro sui cioccolati e sorbetti di frutta freschi e genuini.
Lo Street Food
Il cibo di strada per eccellenza del capoluogo lucano è la pizza cotta nel ruoto, le teglie tonde di metallo. Alta, morbida e croccante allo stesso tempo, può essere considerata una parente della più famosa focaccia pugliese, ma in realtà ha un’identità e una storia tutta sua. Un tempo il cosiddetto “ruccolo” era realizzato dai panifici con l’impasto avanzato delle pagnotte, steso nel ruoto e condito con pomodoro e origano, al massimo con una spolverata di formaggio. Da prodotto secondario della panificazione, divenne poi protagonista assoluto delle prime pizzerie al taglio della città, nate intorno agli anni 60. Tra quelle ancora in attività, impossibile non nominare la Pizzeria Montesano. A dare continuità alla tradizione ci pensano locali di più recente apertura come Casarsa, Cuntana Mia e Cibò, quest’ultimo poliedrico bistrot il cui proprietario è Peppone Calabrese (volto noto televisivo).
La pizza napoletana e contemporanea
Restando in tema di pizza, ma di scuola partenopea, Fandango, senza troppi giri di parole, è considerata una delle migliori pizzerie d’Italia. Salvatore Gatta propone la sua idea di verace napoletana, giocando spesso e volentieri con gli ingredienti della Basilicata. Valida è anche la proposta di Basento, pizzeria contemporanea che prende il nome dal fiume della città, che scorre a pochi metri dal locale. Infine, sotto il maestoso ponte Musmeci, c’è Inciampo, un ammirevole progetto di ristorazione con finalità sociali di cui vi abbiamo già parlato.
Una cena speciale
Se il vostro obiettivo è cenare in un ristorante di buon livello, l’Antica Osteria Marconi è una certezza. Lo chef Giuseppe Misuriello da decenni delizia i palati dei lucani (e non solo), con ricette originali, fortemente radicate nel territorio. Ulteriore bonus è una carta dei vini notevole e un rapporto qualità prezzo sorprendente. Massimo Carleo Ristorante è un’ottima scelta per chi desidera una proposta ricercata e creativa, in un ambiente moderno e curato. Piatti accattivanti anche dal punto di vista estetico e particolare predilezione per i risotti. Gli amanti della cucina giapponese hanno ottime ragioni per visitare Torii Sushi Restaurant: nell’ampio menu trovano spazio materie prime pregiate e entusiasmanti proposte fusion che avvicinano la Lucania alla terra del Sol Levante.
Dove bere qualcosa
Vino, birra artigianale o cocktail? Per concludere la vostra giornata potentina avrete l’imbarazzo della scelta. Potrete, ad esempio, compiere un mini pub crawling da un punto all’altro di via Pretoria, facendo la spola tra Hops e la Birroteca. Entrambi presentano un’apprezzabile selezione di birra alla spina e in lattina. Chi ha interessi prettamente enologici, può invece concedersi un buon calice, magari di Aglianico del Vulture, al Vintage. Promettente nuova apertura è Enotipica, che vanta anche etichette naturali. L’indirizzo di riferimento per gli amanti della mixology è senza dubbio Barmacia, con signature cocktail di altissimo livello. Peke Bochicchio definisce le sue creazioni “soluzioni spiritose”, un riuscito doppio senso con cui si rimarca l’ironia usata nei nomi dei cocktail, tutti a tema farmacologico.