Catania è una località in continua evoluzione con la sua atmosfera vivace, la sua storia millenaria e la sua cucina che affonda le radici nelle tradizioni dell’isola. Ecco quindi una mini guida per scoprire i migliori indirizzi dove mangiare nella città che ha dato i natali a Vincenzo Bellini e che, proprio in suo onore, gli ha intitolato uno dei piatti più rappresentativi della cultura gastronomica dell’isola. Non solo pasta alla Norma quindi, Catania oggi propone una ristorazione adatta a cittadini e viaggiatori del gusto, tra trattorie, pizzerie, insegne fine dining e street food, con novità (di Mènage abbiamo scritto di recente) e conferme.
Fud Bottega sicula
Hamburger, pizze e snack in un vivace fast food con banco gastronomia, lampade di design e grandi lavagne: Fud ha rivoluzionato una parte della scena gastronomica catanese e ha dato l’input per il rinnovamento di via Santa Filomena, oggi cuore della movida nel centro storico. L’intuizione di Andrea Graziano ha trasformato questo street food in un contenitore di referenze di qualità tra salumi e formaggi siciliani, panini, insalate, hot dog e piatti ricchi di sapore. Nel tempo, sono state aperte altre sedi anche a Palermo e Milano.
Trattoria “Aldo”
Aperto nel 1961, l’indirizzo resiste al cambiamento e continua a proporre tutta la tradizione gastronomica che Catania conosce: dalla Parmigiana di melanzane con il prosciutto cotto (nessuno scandalo, qui si usa così) al ricco buffet di antipasti del giorno, dai “Bastardi” affogati (i cavolfiori) alla Frittatina di cipolle. Quando è periodo, in carta si trova l’immancabile Pasta con i “masculini” (alici), il Risotto con il nero di seppie e le classiche Polpette di cavallo alla brace.
Angiò Macelleria Di Mare
Un’insegna che nasce con la missione di difendere pratiche di pesca sostenibili destinate a scomparire. Alberto Angiolucci ha inaugurato il suo Angiò nel 2022, proponendo salumi e frollature di pesce ma anche pasta e ricette al barbecue. Dopo diverse esperienze in importanti fine dining italiani ed europei, il giovane chef è tornato in Sicilia dove continua a raccontare il territorio anche attraverso una carta dei vini che guarda al mondo artigianale. Si raccomanda di provare le Panelle, limone e gambero rosso crudo e la Bresaola di pesce spada con ciliegie e menta.
Sapio
Tra i primissimi gourmet in città, il ristorante di Alessandro Ingiulla ha conquistato la stella Michelin nel 2018, quando lo chef aveva solo 25 anni. Recentemente l’indirizzo è stato trasferito a due passi dalla storica via Antonio di Sangiuliano. Tra i signature, si segnala la classica Insalata di cavolo trunzo, l’ortaggio Presidio Slow Food simbolo del catanese.
Piazza Scammacca
Un vero e proprio hub di idee, contenuti gastronomici e culturali nel cuore di Catania. Piazza Scammacca nasce dall’intuizione di Lucia Caruso, Nicola, Stefano e Gabriele Vitale e Marco La Piana che hanno dato vita a un mercato urbano con diverse attività. Qui, infatti, con un unico scontrino è possibile acquistare prodotti come la pasta di “Ella”, la pizza di “Squib”, i dolci di “Illum” o le carni alla brace di “Zio Enky”; e ancora, il panino di “Panem” o i cocktail di “Clara Bow”.
Portale Cantinaccia
Storico locale frequentato dalla “Catania bene” e aperto nel 1978, oggi è gestito dai fratelli Ferdinando e Luigi Portale. Ottime le carni e le pizze, buonissimi i dolci con la storica Sacher torte, la Millefoglie e il Coccodè, un gelato preparato con una base di panna a cui vengono aggiunte due palline sempre sotto zero allo zabaione (a forma di uovo) e garnish con cannella e miele. Nei periodi stagionali (in base alla disponibilità), non mancano i tartufi pregiati e i funghi porcini dell’Etna. Classica ma meritevole la carta dei vini.
Frumento
Dopo la prima pizzeria aperta nel 2015 ad Acireale, oggi Emanuele Serpa e Federica Lazzaro sono riusciti nell’intento di sviluppare lo stesso format a Modica e a Catania nella centralissima via Crociferi (nella cosiddetta piazza Dusmet). Sono circa 60 le pizze proposte con una Carta delle Margherite che spicca per varietà e differenze di gusto. Diversi anche gli impasti e ottima la proposta di vini, birre artigianali e cocktail.
Vermut – Salumeria, vineria, vermouth bar
In una scena urbana che è sempre più ricca di enoteche e che punta sulla diffusione di una cultura del vino locale grazie all’esplosione dei vini Etna Doc, anche Vermut si è inserito in questo fermento per il ruolo e la proposta che ha portato in via Santa Filomena sin dalla sua apertura nel 2017. Qui Antonio Lombardo, oste di strada e anima dell’insegna, consiglia vini al calice e in bottiglia di piccoli produttori. L’offerta gastronomica si completa con delle tapas siciliane e un’interessante selezione di Vermouth.
Rifugio Sapienza
Per una gita fuoriporta (anche in giornata), il suggerimento ricade su Rifugio Sapienza proprio ai piedi dell’Etna e a due passi dei Crateri Silvestri e dalla funivia che, in combinazione con gli autobus fuoristrada, è l’unica opzione per raggiungere la cima del vulcano sul lato sud, senza dover percorrere tutto il tratto a piedi. L’indirizzo è oggi bar, ristorante, pizzeria e hotel ed è da sempre una tappa di passaggio per chi si vuole concedersi una pausa prima o dopo un’escursione sul vulcano attivo più alto d’Europa.
Hotel Bastiò Suites
Un luxury boutique hotel contemporaneo che non perde il fascino antico della città etnea: ospiti e viaggiatori vengono accolti in cinque suite deluxe dove sono state recuperate le volte a botte, le cementine e la bellissima pietra lavica originali. Al piano di sotto, c’è anche il ristorante Acqualavica che appartiene alla stessa proprietà dell’albergo.
La pescheria, Via Plebiscito ed il seltz
Più che un singolo consiglio, proponiamo una breve carrellata di informazioni utili che spaziano dalla Pescheria (antico mercato del pesce), una delle zone del centro storico più folcloristiche e interessanti anche dal punto di vista gastronomico, a via Plebiscito, strada simbolo dello street food e il panino con la carne di cavallo e il seltz al limone, una bevanda preparata con acqua gassata, limone fresco e un tocco di sale che si può gustare nei chioschi della città de ‘O Liotru, elefante in dialetto.