Vi sarà capitato di trovare sull’insegna di un parrucchiere o di una gioielleria una di quelle diciture “Milano, Capri, Porto Rotondo”, a indicare le diverse, esclusive, sedi dell’insegna. Meno di frequente capita di vedere la stessa cosa per un ristorante, salvo eccezioni stile Cipriani a Monte Carlo. Ma un bistrot che, all’ingresso, dichiari “Roma, Nizza” no, quello proprio non c’era. Adesso Epiro c’è ed è una storia bella, frizzante e saporita. È quella di un gruppo di soci che aprono in piazza Epiro a Roma, proprio davanti al mercato rionale, un localino capace di influenzare le tendenze gastronomiche capitoline degli ultimi dieci anni. E che oggi è una delle migliori trattorie del Centro Italia, una di quelle evolute e non imbrigliate nella sola interpretazione della tradizione.
Ma è della storia nizzarda che vi vogliamo parlare qui, una costola di quella romana, perché è la vera novità di Epiro Nizza, che è un po’ italiana, per storia, per costumi e per frequentazioni, è diventata l’approdo sicuro di una coppia in cerca di cambiamenti, quella di Alessandra Viscardi e Marco Mattana, lei in sala e lui unico attore in cucina. Nizza che, al di là del turismo da Costa Azzurra, grandi hotel e casinò, è alla fine un gran bel posto dove trasferirsi a vivere. Ed è anche un concentrato di indirizzi, fra bistrot, enoteche ed etnici, decisamente fuori dal coro. In questa Nice conviviale, vini naturali e atmosfere, ha preso forma il nuovo Epiro, nella zona del porto (dopo la passeggiata di rito, in effetti, la Promenade des Anglais la potete anche archiviare), in un piccolo spazio tanto francese nello stile quanto italiano nelle idee e nel carattere. Si può mangiare dentro o fuori (la Costa Azzurra ha uno straordinario clima mite) e si sceglie da una proposta di piatti che mescolano elementi romani a ispirazioni bistronomiche che rendono il risultato davvero originale: Linguine alle cozze, polpo e limone, Fettuccine anatra e funghi, una coloratissima Insalata di cavolfiore o una Ricciola con funghi e cicoria. La pasta c’è sempre, perché gli habitué (e qualche guida) hanno già etichettato Marco e Alessandra come i creativi della pasta a Nizza, ma anche perché qui “la pâte est maison”, cioè fatta in casa, tutti i giorni. Fettuccine, spaghetti e mafalde diventano contenitori o portatori di abbinamenti e ingredienti estrosi. Qualcosa che ricorda i ravioli del primo Rino di Passerini, a Parigi, dove la pasta divenne elemento di design per il ripieno, fuori da ogni cliché e affermando un nuovo modello di cucina italiana in Francia.