Con la chiusura forzata dei ristoranti e le difficoltà a fare la spesa, il delivery è in breve tempo diventato protagonista assoluto del settore enogastronomico (e probabilmente lo resterà in parte anche una volta passata la fase più stringente dell’emergenza). Se tra le imprese della ristorazione tradizionale solo il 5,4% era già in grado, al momento dell’entrata in vigore delle misure restrittive, di fornire un servizio di food delivery, il 10,4% si è attivato per svilupparlo e il 40% dei ristoratori segnala una crescita della domanda, mentre tra i consumatori il 10% di chi prima non lo utilizzava ha iniziato a farlo, decretando il successo – in particolare – della pizza e dei piatti tipici della cucina italiana (dati FIPE).
Le piattaforme dedicate, già operanti nelle principali città italiane, si sono adeguate alla nuova situazione adottando misure di sicurezza per rider e clienti – pur se aggiungendo un costo non indifferente per i ristoratori e spesso senza incrementare i compensi per chi si trova a lavorare di porta in porta in questo frangente. Ma sono anche molte le iniziative nate, spesso dal basso e in modo spontaneo, per andare incontro alle esigenze di tutti e mettere in contatto attività e utenti.
Fin dai primi giorni d’isolamento, ad esempio, sono nati progetti come siamoancoraaperti.it (versione italiana di wearestillopen.com, che mappa negozi e ristoranti in attività in tutta la penisola) o – a livello locale – il sito deliveryroma.org, dove le singole attività della Capitale si possono auto-segnalare, nato sulla scia della grande partecipazione di un gruppo Facebook che conta circa 8.000 persone.
Più raffinato e “tecnologico”, l’upgrade della piattaforma 100% Made in Italy MyCIA – che già aveva lanciato la Carta d’Identità Alimentare, documento digitale in cui gli utenti possono registrare le loro esigenze alimentari come intolleranze, allergie o gusti personali. Il “delivery intelligente” di MyCIA permette infatti agli utenti di visualizzare solo piatti e menu digitali – condivisibili tramite un semplice link e in maniera gratuita per gli esercenti, sia ristoranti sia negozi, che possono registrarsi sul sito – compatibili con le proprie esigenze. Idea apprezzata anche dalla FIPE – Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi, che ha a sua volta lanciato il sito ristoacasa.net, vetrina digitale dei pubblici esercizi con servizio di Food Delivery realizzata con il supporto di posti.world, startup dedicata alle tradizioni gastronomiche regionali italiane.
Ristoratori, pizzaioli, artigiani, bottegai ed enotecari, d’altra parte, non stanno con le mani in mano. E se mentre alcuni erano già organizzati, o naturalmente predisposti, per il delivery molti altri si stanno attrezzando con menu e piatti ad hoc o con proposte innovative che mostrano come lo spirito imprenditoriale e la creatività possano rivelarsi “ingredienti” fondamentali per il settore, affiancando la qualità.
Nella gallery che segue ecco le idee che ci sono piaciute di più (alcune delle quali sperimentate in prima persona dalla redazione di Food&Wine Italia).
foto Retrobottega
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