Contano ben 18 medaglie – sette ori, sei argenti e cinque bronzi – all’edizione 2024 degli International Cheese & Diary Awards, annuale competizione riservata a diverse categorie di prodotti caseari che si svolge ogni anno nello Staffordshire, contea inglese nella regione delle Midlands Occidentali, i buonissimi pecorini del Caseificio Il Fiorino, azienda a conduzione familiare di Roccalbegna, in provincia di Grosseto, che li realizza artigianalmente utilizzando solo il latte della Maremma e che supera così il risultato già più che ragguardevole dello scorso anno, quando aveva portato a casa 13 premi. Notevole anche il medagliere del Caseificio dei Barbi, côté lattoso della Fattoria dei Barbi che a Montalcino produce eccellenti etichette di Brunello e non solo: sette tra ori e argenti, che arricchiscono il palmarès del Caseificio che in passato ha conquistato già 6 medaglie, di cui 4 d’oro e 2 di bronzo.
Toscana in grande spolvero, dunque, alla competizione che si svolge a Stafford a fine giugno dal 1897 e che quest’anno ha visto in gara ben 5.500 prodotti, anche se tra i premiati figurano pure altri nomi italiani che spesso giocano su ben altri volumi, coniugati a qualità e capillarità di distribuzione: dal Parmigiano Reggiano Dop di Montagna e il Grana Padano Dop di Ferrari al Gorgonzola Dolce Gran Riserva Igor o alla Mozzarella di Bufala Dop di Mondragone di Nuova Castelli, nelle categorie specifiche tra cui molte dedicate alle produzioni italiane.
I due caseifici toscani, invece – insieme al Caseificio Antonio Garau dal 1880 di Mandas, nel Sud Sardegna, che ha conquistato due bronzi con il pecorino biologico Baddhe bio e il semistagionato Piccolo giunco – portano uno spicchio di artigianalità italiana nel Regno Unito, raccontando belle storie di famiglia e territorio.
Fondato nel 1957 alle pendici del Monte Amiata da Duilio Fiorini raccogliendo l’eredità di casaro dai genitori Ferrero e Caterina e da generazioni di avi pastori dediti alla transumanza, il Caseificio Il Fiorino vede la svolta agli inizi degli anni Duemila grazie alla visione imprenditoriale di Angela Fiorini e del marito Simone Sargentoni (nella foto di apertura), che hanno saputo elevare la qualità dei prodotti affiancando innovazione, sostenibilità e rispetto delle origini, portando i pecorini made in Maremma in gastronomie e botteghe di tutto il mondo, anche grazie agli oltre 240 premi ottenuti nei più importanti concorsi caseari internazionali dal 1964 a oggi.
A ottenere il massimo riconoscimento quest’anno sono stati alcuni dei prodotti di punta dell’azienda, a cominciare dalla squisita Riserva del Fondatore, intenso formaggio “da meditazione” creato nel 2006 come omaggio al fondatore del caseificio e affinato per un anno nella grotta scavata nella roccia dallo stesso Duilio Fiorini a metà del Novecento, ampliata lo scorso anno per far spazio a una produzione in crescita e sempre più accurata. Oro anche per il Cacio di Venere, pecorino con latte bio e tartufo bianchetto biologico toscano, per il Pecorino al tartufo e quello alle castagne, per il Fior di Cardo realizzato con caglio vegetale, per il già premiatissimo Cacio di Afrodite – pecorino semicotto stagionato dalla forma larga – e per la Morbidosa, caciotta morbida, dolce e profumata con sale di Volterra. Da notare che anche che il Pecorino alle castagne, il Cacio di Giove – straordinario stagionato con zafferano, che vince l’argento – e il Cacio di Venere hanno conquistato il podio completo nella categoria dei formaggi da latte di pecora con altri ingredienti aromatizzanti prodotti fuori dal Regno Unito. Mentre a essere premiati con la medaglia d’argento sono stati il Cacio di Caterina, il Cacio di Giove, l’erborinato Fiorin Blu, il Pecorino toscano Dop stagionato, e il Cacio di Venere e il Fior di Cardo (in categorie diverse dall’oro), e altre medaglie di bronzo sono andate a Cacio di Afrodite, Grotta del Fiorini, Riserva del Fondatore, Fiorin Blu.
«L’aspetto da sottolineare – afferma Angela Fiorini – è la capacità di affermarsi, ormai da tanti anni in concorsi dal valore mondiale. Un aspetto che si dà per scontato, ma che non lo è affatto. Per ripetersi occorre tanto lavoro, passione, dedizione e sacrificio. Con questi valori i risultati prima o dopo arrivano. Siamo felici di festeggiare queste nuove medaglie, con la consapevolezza che da domani ci saranno altre sfide da vincere, per noi, per chi lavora con noi e per la nostra terra che amiamo e che vorremmo veder sempre crescere».
«Il Caseificio dei Barbi esiste da più di un secolo e mezzo, però mai avevamo avuto così tanto caci premiati nelle più prestigiose competizioni mondiali», commenta invece Stefano Cinelli Colombini, oggi a capo della Fattoria dei Barbi che, oltre ad aver fatto la storia del Brunello e dell’enoturismo italiano, comprende anche il Museo della Comunità di Montalcino e del Brunello, il ristorante Taverna dei Barbi e appunto il caseificio avviato per prima volta a metà Ottocento al Molin del Fiore, parte delle tenute della famiglia Colombini, e oggi affidato ai giovani maestri casari Salvatore Soddu e Angela Zizi.
Di loro Cinelli Colombini si dice molto orgoglioso per aver portato prestigio ai formaggi di Montalcino, la cui storia è iniziata proprio con il Caseificio dei Barbi. Dei tre formaggi premiati con la medaglia d’oro, due – il Cacio al Vinsanto, in cui il vino viene aggiunto in cagliata e utilizzato per l’affinamento in immersione di tre settimane, e il Cacio al Tartufo Bianchetto con le fette aggiunte in cagliata – fanno parte della linea Eccellenze di Montalcino, il marchio che identifica i prodotti che nascono, e vengono trasformati e confezionati, nel territorio ilcinese. Il terzo è un Pecorino Stagionato 12 mesi su assi di legno d’abete la cui crosta viene trattata con olio extravergine d’oliva della Fattoria dei Barbi e dal sapore deciso e leggermente piccante. Argento, invece, per il Cacio al Miele di Castagno e Polline, il Cacio ubriaco, il Cacio al tartufo e il Cacio di Pio pecorino stagionato 24 mesi.