Brasile

Gli spumanti brasiliani saranno la prossima “grande sorpresa” nel mondo del vino?

È il Brasile la nuova frontiera delle bollicine con i suoi circa 85mila ettari di superficie vitata e consumi in crescita, sia nel Paese sudamericano sia all'estero.

Conosciuto principalmente per il suo caffè e le sue spiagge mozzafiato, il Brasile sta guadagnando sempre più credibilità anche come produttore di vino considerando che, con circa 85mila ettari di vigneti, è diventato nel corso degli anni il terzo Paese del Sud America per superficie vitata, subito dopo Argentina e Cile. La sua storia vitivinicola, come facilmente si può intuire, affonda le radici nel periodo coloniale, quando per primi i portoghesi, attorno al XVI secolo, introdussero le viti europee. Tuttavia, i tentativi iniziali di coltivazione non ebbero successo a causa delle condizioni climatiche non favorevoli nelle aree in cui vennero piantate le prime vigne, principalmente lungo la costa. Fu solo nel XIX secolo che la viticoltura brasiliana, finalmente, iniziò a svilupparsi in modo più strutturato, grazie all’immigrazione europea. In particolare, furono gli immigrati italiani e tedeschi, che si erano stabiliti nel sud del Brasile, a portare con loro una profonda conoscenza della coltivazione della vite che presso la Serra Gaúcha, nella regione del Rio Grande do Sul, divenne il centro principale della produzione vinicola del Paese grazie alla presenza di colline e a un clima in generale più temperato della media.

Gli spumanti made in Brasile

Proprio questa Regione – che i brasiliani con un notevole volo pindarico paragonano alla Champagne –, negli ultimi decenni si è rivelata particolarmente adatta alla produzione di spumanti, Charmat o Metodo Classico, che oggi rappresentano una fetta particolarmente importante del mercato vinicolo brasiliano con un consumo interno che negli ultimi tre anni ha raggiunto circa 30 milioni di litri, con tassi di crescita annui costantemente a due cifre. Gli ultimi dati sulle esportazioni, inoltre, indicano che, anche all’estero, gli spumanti brasiliani stanno guadagnando popolarità, con vendite in aumento verso paesi come gli Stati Uniti, il Regno Unito e la Cina, anche se, dobbiamo dire, la concorrenza con altri Paesi come Francia e Italia è ancora intensa e difficile, per ora, da scalfire.

Tra le più importanti aziende spumantistiche brasiliane, recentemente premiate al Concours Mondial de Bruxelles, troviamo sia la Cooperativa Garibaldi sia l’azienda vinicola Salton. La prima, fondata nel 1931 nella città di Garibaldi, nella regione della Serra Gaúcha, rappresenta un consorzio di piccoli produttori locali che, quasi cento anni fa, si sono uniti per sfruttare al meglio le risorse e le competenze della comunità. Questa azienda, diventata negli anni un riferimento per le bollicine di qualità verdeoro, produce spumanti sia Metodo Charmat sia Metodo Classico, tra i quali spicca l’Acordes Extra Brut, un taglio di Chardonnay (70%) e Pinot nero (30%) che regala note di albicocca e frutta secca e un sorso secco ma al tempo stesso cremoso e di buona vigoria.

Salton è una delle realtà storiche della Serra Gaúcha. È stata fondata nel lontano 1910 da Antonio Domenico Salton, immigrato dal Veneto che, qualche anno prima, assieme ai suoi figli, decise di impiantare un vigneto in Brasile per portare avanti la tradizione vinicola di famiglia. Nel corso degli anni, Salton è cresciuta fino a diventare uno dei principali produttori vinicoli del Paese sudamericano, producendo ben 32 tipologie di spumante. Tra i suoi prodotti di punta spiccano il Salton Ouro Brut e, soprattutto, il Geracoes Azir Antonio, un Metodo Classico limited edition frutto di un blend di Chardonnay, Pinot nero e Riesling che, grazie a un affinamento sui lieviti per oltre 28 mesi, conquista i sensi grazie a un bouquet di nocciola, agrumi e pan brioche, e una beva di notevole persistenza ed eleganza.

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Foto di Shutterstock

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