Frescobaldi

Gorgona 2023, il vento che accarezza l’isola

La 12esima vendemmia del progetto nato nel 2012 grazie alla collaborazione tra Marchesi Frescobaldi e l'istituto di pena insulare continua a essere un simbolo di speranza e libertà.

Il progetto sociale nato nell’agosto del 2012 dalla collaborazione tra Frescobaldi e la colonia penale situata sull’isola di Gorgona è giunto alla dodicesima vendemmia, con l’obiettivo imperterrito di coinvolgere nel lavoro in vigna un sempre maggior numero di detenuti: un disegno non certo semplice da concretizzare che si è invece rafforzato negli anni, sia con l’ampliamento degli ettari di vigneto (2015 e 2017), sia con accurati lavori di manutenzione relativi ai tradizionali muretti a secco (2018 e 2019).

Oggi il vigneto ha un’estensione di circa 2,3 ettari a 60 metri sul livello del mare, per una produzione totale di circa 9.000 esemplari all’anno. Vermentino e Ansonica sono le piante allevate a guyot con esposizione a est (di cui la parte iniziale risale al 1999) e poggiano su rocce metamorfiche di origine magmatica, alquanto profonde, ricche di ferro e sale. «Gorgona 2023 ci permette di vivere un progetto che ci rende ogni anno più orgogliosi – spiega Lamberto Frescobaldi, presidente della Marchesi Frescobaldi – poiché in quest’isola la produzione di un numero davvero esiguo di bottiglie non finisce mai di regalare emozioni, avendo l’opportunità di vivere questa terra che trasmette tutto, attraverso i suoi profumi e sapori: cura, passione e speranza di una vita migliore, nonché condizioni pedoclimatiche meravigliose e singolari».

«Tre, infatti, risultano le caratteristiche essenziali per l’ottenimento di questo nettare – prosegue Nicolò D’Afflitto, enologo dell’azienda –. In primis, le brezze marine ci sono praticamente sempre; poi la luce qui è davvero particolare, in quanto la sintesi degli aromi delle foglie è resa grazie ai raggi del sole che pretendono una luminosità perfetta; infine, il mare caldo e buono, favorisce la totale assenza di gelate tardive e permette temperature mai troppo elevate che rischierebbero di bruciare gli aromi».

L’etichetta di Gorgona vuole essere “l’edizione straordinaria” dell’isola, raccontandone ogni anno un aspetto differente. «Con Gorgona 2023 abbiamo voluto raccontare del vento», prosegue Simonetta Doni, l’autrice di tutti questi abiti incollati alle bottiglie, «o meglio, dei venti che qui soffiano rivestendo un ruolo primario», influendo sulla temperatura dell’aria e taluni anche sulla maturazione dei grappoli. Nello specifico, il Grecale in inverno, proveniente da Nord-Est, fresco e asciutto, soffia con discreta intensità; lo Scirocco, umido e caldo da Sud-Est, impone in particolare la sua presenza nell’anfiteatro del vigneto; il Libeccio, con il suo soffio deciso e salubre per le uve, si manifesta in tale luogo con raffiche provenienti dalla vicina Corsica; il Maestrale, proveniente da Nord-Ovest, abbraccia l’isola nei pomeriggi estivi, rinfrescando il più delle volte l’atmosfera con il suo tocco gentile.

Gorgona 2023 si distingue allora per una cromaticità giallo paglierina dai riflessi oro, brillante e cristallino, frutto probabilmente anche di un finale di stagione piuttosto ottimale. Tra i sentori mediterranei si distinguono l’elicriso, la santoreggia, il rosmarino ed a seguire si distinguono note floreali che ricordano la ginestra e la camomilla. La parte fruttata tende più sulla frutta a pasta gialla e sui frutti esotici, ma anche su delicate note agrumate. In bocca è oltremodo sapido, lievemente speziato, fresco e lungo. La persistenza è notevole e la rispondenza gusto-olfattiva risulta totale. Gorgona 2023 continua (sulla scia delle annate precedenti) a impressionare effettivamente per un riuscito contrasto tra acidità e salinità, che donano un piglio e uno slancio di carattere, a tratti sorprendente.

Un vino, dunque che, organoletticamente parlando, presenta una certa continuità negli anni ma che, nel racchiudere l’essenza dell’isola, evidenzia un intreccio di storie umane dove l’effettiva cooperazione può davvero contribuire a dare quel senso, così tanto indecifrabile, all’esistenza.

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