L’appello si è diramato sui canali social, a partire da Instagram, dove ai video-messaggi del presidente ucraino Zelensky e alle tante testimonianze drammatiche di cittadini e reporter si sono aggiunte le richieste di aiuto di chi guarda impotente – dall’estero o anche nella stessa Ucraina attaccata dalla Russia, ma dalla parte ancora non raggiunta dalla guerra – ma cerca comunque di fare la sua parte. Anche se in cucina.
Così, è presto partita l’iniziativa ucraina Chefs for Ukraine (@chefsforukraine), che coinvolge cuochi e ristoratori locali – subito attivatisi per fornire pasti alla popolazione in difficoltà – ma anche la più ampia comunità del cibo e della ristorazione in tutto il mondo, con un obiettivo principale a breve termine: quello di aiutare cuoche, pasticcere e panificatrici ucraine che hanno dovuto lasciare il Paese (mentre gli uomini sono impossibilitati a farlo) a trovare un lavoro e una sistemazione all’estero, anche grazie alla piattaforma #usupergirl creata dallo chef Vova Tashaev (patron di cinque locali e Kiev e quattro a Kharkov, ora chiusi) e dalla food writer Julia Aurora Ogorodnyk, basata a Leopoli. A latere è nato anche il movimento (principalmente polacco) Brew for Ukraine, che coinvolge birrifici nella produzione di birre dedicate alla raccolta fondi per la causa.
Molto attiva – anche nel raccontare le tradizioni gastronomiche e le differenti zone del Paese, per preservarne la memoria e far conoscere il lato umano di un conflitto che comunque ci tocca da vicino – è Olia Hercules, cuoca, autrice di libri di ricette e attivista che anima la campagna di raccolta fondi #cookforukraine (a favore di Unicef UK per le iniziative a sostegno dei profughi). Mentre lo chef italiano Stefano Antoniolli è rimasto a Kiev – dove si trova il ristorante Fenix Italia – insieme alla moglie ucraina e da lì coordina una raccolta fondi apposita per la popolazione locale. Subito attiva anche World Central Kitchen, organizzazione non governativa senza fini di lucro dedicata a fornire pasti a seguito di catastrofi naturali, fondata nel 2010 dal famoso chef ispano-americano José Andrés, con la presenza sul campo di Nate Mook e volontari locali.
Ma ben presto il movimento – e le iniziative – si sono allargate a tutto il mondo, e in particolare all’Europa – Italia inclusa. Ognuno come può: così, ad esempio i produttori laziali donano latte alla popolazione ucraina (il 10 marzo il primo furgone guidato dal presidente della Fattoria Latte Sano Marco Lorenzoni, ha scaricato oltre 12.000 litri di latte a lunga conservazione e altri prodotti caseari alla parrocchia Santa Sofia in via Boccea a Roma, che sta facendo da collettore anche per farmaci e altre donazioni). Mentre sono tanti i panificatori di tutto il continente che hanno aderito all’iniziativa Hamantashen for Ukraine, realizzando i dolcetti triangolari tipici delle festività ebraiche come Purim, quest’anno 16 e 17 marzo – le cosiddette Orecchie di Amàn, aperte in questo caso a contaminazioni e reinterpretazioni creative – per raccogliere fondi a favore della popolazione.
Sempre da noi, Italia Keeps On Cooking – campagna social ideata nel 2020 in occasione del diffondersi della pandemia dal team dell’agenzia Alessia Rizzetto PR & Communication – diventa Italia Keeps On Cooking For Ucraina e unisce gli sforzi con gli chef APCI presentando in occasione del “Simposio Le Stelle della Ristorazione” (in programma a Milano il 21 marzo) la maratona di lezioni di cucina online via Zoom che coinvolge tantissimi chef – tra cui Antonio Guida, Marco Ambrosino, Cristina Bowerman e il pizzaiolo Lorenzo Sirabella – che indosseranno per l’occasione il grembiule decorato da un’immagine nei colori della bandiera ucraina, giallo e blu. Per partecipare virtualmente alle lezioni basterà effettuare una donazione online alla Fondazione Soleterre, che opera nel campo del diritto alla salute e che in questo momento si occupa soprattutto di fornire cure e assistenza ai bambini ucraini malati di cancro e alle loro famiglie.
Anche il vino fa la sua parte: Crurated, la community enoica con sede a Londra progettata per connettere intenditori e collezionisti con produttori di livello mondiale, ha lanciato ad esempio un progetto di beneficenza per The All Heart Auction, raccogliendo lotti da cantine italiane e francesi tra le più ambite al mondo, con bottiglie che includono Louis Roederer Cristal, Domaine Méo-Camuzet e Domaine Dujac tra molti altri, per un valore iniziale delle oltre 250 bottiglie di vino pre-asta – online fino al 20 marzo – che ammonta a $ 100.000. L’intero ricavato sarà devoluto alla Croce Rossa, Save The Children, UNHCR e UNICEF.
Poi ci sono anche le iniziative locali: ad esempio a Sorrento – dove, nelle diverse località della Penisola Sorrentina e pure della Costiere Amalfitana, le strutture alberghiere e quelle pubbliche si aprono all’accoglienza dei profughi – ci sono numerose raccolta fondi, da quella del pizzaiolo Antonino Esposito ai sacchetti di agrumi della Fondazione Villa Sorrentino, che ospita iniziative culturali (in questo momento dedicate a Lucio Dalla). In Abruzzo, il blog in inglese Life in Abruzzo – coordinato da Sam Dunham, che si è trasferita qui dall’Inghilterra – ha organizzato una riffa che mette in palio vari premi offerti da aziende e attività locali e legati al turismo, al vino e al cibo, tra cui quattro Luxury Goodie Bags del Laboratorio Niko Romito, una selezione di prodotti di Ursini e un aperitivo per due nella piazza di Atri offerto dalla bottega PiùTosto di Gianni Dezio.
In Sardegna, lunedì 20 marzo è in programma “Le stelle sarde per I bambini ucraini”, cena gourmet volute dalla cantina Su’Entu di Sanluri e ospitata dal ristorante cagliaritano Il Corsaro di Stefano Deidda, che per l’occasione accoglie anche i colleghi stellate Italo Bassi, Salvatore Camedda, Francesco Stara e Claudio Sadler e l’emergente Davide Atzeni, che con il suo Coxinendi (pure quello a Sanluri) ha ricevuto il Bib Gourmand della “rossa”. Il ricavato della serata sarà devoluto a Voices of Children, associazione non profit ucraina nata nel 2014 per dare supporto psicologico ai minori traumatizzati a seguito dell’invasione russa in Crimea e ora impegnata anche a procurare rifugi, pasti e beni di prima necessità per chi fugge dalle città invase e bombardate.