Sono ormai diversi anni che la cultura gastronomica giapponese si è guadagnata gli elogi e l’apprezzamento del pubblico italiano, complice anche il diffondersi della cultura del sushi che ha fatto avvicinare le persone al mondo del Sol Levante, senza considerare che il tipico piatto a base di riso, alghe e pesce è solamente una piccola sfumatura dell’universo gastronomico orientale. Nel Rione Monti a Roma, il primo della Capitale, chiamato così perché comprendeva tre dei sette colli (Esquilino, Viminale e parte del Quirinale), si trova Hasekura, una delle prime insegne in città a proporre vera cucina giapponese.
Aperto nel 1993 da Kimiji Ito e Franca Palma, la tradizione del locale è oggi raccontata con efficacia, passione ed elegante maestria dal figlio Jun Kobayashi che non si è fatto “corrompere” dalle mode, non hai mai ceduta a formule “all you can eat” e ha invece consolidato il lavoro iniziato ormai trent’anni fa dal padre. Entrando in questo piccolo locale ci si imbatte nella sala principale che conta una trentina coperti ed è in sintonia con la cucina, mentre c’è un ambiente più intimo con il bancone del sushi “nascosto” sulla destra, come a voler dire che non ce bisogno di mettere in mostra l’ottima materia prima e il pescato locale di prima scelta.
La liturgia del pasto comincia, secondo tradizione, con uno starter a base di edamame – ottimi nella loro semplicità per stimolare l’appetito – oppure, quando disponibili, con delle ostriche condite con erba cipollina, salsa agli agrumi e aceto di riso. Se siete fortunati tra le proposte del giorno si trova la ventresca di tonno rosso Otoro – il taglio più nobile e grasso del pesce – da gustare sia come sashimi che come nigiri, oppure da provare come ingrediente principale del gunkan o dell’hosomaki, ma esprime il massimo da cruda. Proseguendo nella degustazione del pesce fresco, i nigiri Shake con salmone o Hon Maguro con filetto di tonno rosso risaltano le abilità del sushi chef nell’esaltare la materia prima a disposizione, mentre provando qualcosa di più fusion sono ottimi gli uramaki California con polpa di granchio, avocado, lattuga e maionese giapponese.
Come anticipato in apertura, le ricette del Sol Levante sconfinano verso altri lidi e da Hasekura si possono trovare preparazioni come la Soba, una zuppa di spaghetti di grano saraceno conditi con il classico brodo dashi, mirin e salsa di soia o il Sukiyaki, una fettina di manzo accompagnata con tofu e verdure miste cotte in un brodo di carne, un piatto da condividere secondo la filosofia “nabemono”.
Oltre ai tradizionali sake, la carta dei vini elenca una selezione di referenze italiane (per lo più bianchi) con qualche spunto d’oltralpe tra bottiglie di Chablis o Champagne. Un’esperienza in pieno stile nipponico con il plus di uscire dal locale per una passeggiata che regala una bellissima cartolina sui Fori Imperiali, mentre chi non volesse uscire di casa può sempre ordinare a domicilio.