Capita spesso che un cuoco intento a descrivere i propri locali del cuore li disegni molto diversi dal proprio. Che cerchi disarmante semplicità, poche sofisticazioni e tanta concretezza, una cucina immediatamente comprensibile e cura nell’accoglienza e nel servizio, a testimonianza del fatto che la ristorazione non deve mai allontanarsi dal suo significato letterale.
Essendo un derivato di ristorare, che a sua volta viene dal latino restaurare, il compito della ristorazione è in effetti anche una sorta di compenso, la soddisfazione di un bisogno, fisico e spirituale. Questo nostro spazio promette di esplorare la terra di mezzo di una ristorazione non facile da catalogare, non etichettabile come tradizionale o creativa, tipica o gastronomica, di oste o di chef. Piuttosto la ristorazione che sa far bene il suo mestiere, che rappresenta al meglio una tradizione tipicamente italiana di ospitalità, che tutti noi cerchiamo quando decidiamo di andare fuori e stare bene. Perché al ristorante cerchiamo comfort. Non è la ristorazione di mezzo intesa come quella che sta fra la trattoria e il ristorante stellato (che è forse invece la più traballante e in cerca di identità) piuttosto quella che sa far scuola a sé.
Le terre di mezzo, d’altro canto, sono una regione perlopiù fantastica, e dunque cercheremo di fare ricerca riempiendo queste righe di luoghi che pensavamo solo immaginabili e invece esistono davvero. Che pensano a noi come ospiti da accogliere e coccolare e non si preoccupano di dover essere compresi. I ristoranti che vanno spiegati non ci piacciono. Tanto per cominciare vi raccontiamo di un locale di quelli che vorremmo tenere solo per noi per paura che la fama li trasformi. Ha solo duecento anni appena compiuti, e si trova a Cartosio, su una strada secondaria, una di quelle che devi fare di proposito. Eppure una volta era una statale importante, battutissima da chi da Milano andava verso il Ponente Ligure e portava qui viaggiatori curiosi e affamati. Il ristorante si chiama Cacciatori e sembra il salotto buono di una bella casa piemontese, quindi accogliente ed essenziale. Ma la cucina è un’interessantissima miscela di tradizioni di confine, che mescolano il Piemonte alla Liguria, la cucina di carne ai profumi delle erbe e ai sapori più leggeri.
Molti piatti sono di quelli “di casa”, che fino a qualche tempo fa non avremmo cercato al ristorante ma che oggi sono invece sempre più rari. La differenza qui la fa una casseruola, il giusto tempo di cottura, la vecchia stufa a legna dove tutto è cucinato. È un locale tradizionale? Sì, si mangia un ottimo repertorio regionale e le materie prime sono locali. È un ristorante contemporaneo? Sicuramente, perché la cuoca è molto attenta a condimenti e salubrità. Voi andateci, ordinate un boccone di frittata con l’erba di San Pietro, la giardiniera, i tajarin al pomodoro e prezzemolo e una carne in casseruola. E non dimenticate la crostata. Passerete un momento di serenità speciale e di comfort, accolti come ospiti veri con fare disinvolto, ma sempre attento. Poi ripenserete al nostro consiglio, ne siamo sicuri.
Ristorante Cacciatori
Via Moreno, 30 Cartosio (Al)
Tel. 0144 40123
Prezzo medio: 50€ vini esclusi
cacciatoricartosio.com
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