Florence Cocktail Week

I nostri 10 assaggi più curiosi durante la Florence Cocktail Week

Dal gin low ABV a un kombucha "leggendario", fino ai cocktail a base di vino.

La Gen Z non sta solo cambiando il modo di bere, lo sta riscrivendo da zero. A favore di questa tesi, parlano numeri ben precisi: diversi studi internazionali confermano, infatti, che i nati tra la fine degli anni Novanta e il 2010 bevono significativamente meno alcol rispetto alle generazioni precedenti. Secondo una ricerca di Berenberg Research, il 64% dei giovani tra i 16 e i 25 anni nel Regno Unito afferma di aver ridotto il proprio consumo di alcol o di non berne affatto. Un’indagine NielsenIQ evidenzia invece come oltre il 50% della Gen Z statunitense preferisca bevande analcoliche o a bassa gradazione alcolica, privilegiando alternative più salutari, funzionali e ricercate ai classici cocktail.

Questa rivoluzione delle abitudini sta spingendo in alto categorie prima considerate di nicchia: dai succhi spremuti a freddo alle bevande fermentate come il kombucha, fino ai soft drink artigianali e botanici. Anche e soprattutto nei cocktail bar, dove le opzioni analcoliche o a bassa gradazione alcolica non rappresentano più un semplice “piano b”. Lo abbiamo sperimentato anche durante l’ultima Florence Cocktail Week (7–13 aprile), manifestazione sul bere miscelato organizzata da Paola Mencarelli che, in questa sua ottava edizione, ha dedicato il suo focus proprio al tema del wellness. Dal gin low ABV a un kombucha “leggendaria”, passando per i cocktail a base di vino, ecco i nostri dieci assaggi più curiosi e interessanti.

Legend Kombucha
Parte dalla lunga tradizione millenaria del tè fermentato il progetto di Legend Kombucha, una bevanda viva e vibrante ricca di batteri benefici, enzimi e antiossidanti. Nata sulle colline veronesi, Legend punta tutto sulla qualità degli ingredienti e sul benessere naturale. La firma è quella di Stefano Zamboni che, dopo essersi avvicinato al kombucha in California, ha deciso di trasformare questa passione in un progetto autentico, formandosi con i migliori brewer europei. Il risultato? Un kombucha che è già… Leggenda. Un esempio della già ampia gamma di Legend Kombucha – e anche quello che ci è piaciuto di più – è il kombucha “Cacao Meravillao”, frutto del riutilizzo delle bucce delle fave di cacao di Cioccolato Banchini: l’ingresso è amaro, all’insegna del cacao, ma la sua effervescenza porta progressivamente la degustazione verso una piacevole acidità finale e un tocco di sapidità.

Jimmy the Tonic Companion
È l’alternativa a bassa gradazione alcolica per chi non vuole rinunciare al piacere di un buon distillato. Ginepro in primo piano e una ricetta studiata per offrire complessità senza eccessi sono i capisaldi dell’ultimo prodotto lanciato da Fermenthinks, i tre produttori fiorentini Stefano Cicalese, Matteo Di Ienno e Julian Biondi. Ideale sia da bere liscio sia come base per cocktail leggeri, Jimmy è un gin friendly per chi cerca relax, sapore e consapevolezza, senza rinunciare al piacere di un buon Gin Tonic.

Lucano – Amaro Zero°
Con Amaro Zero°, Lucano ha trasformato la tradizione in innovazione, e stavolta non si tratta del solito cliché semantico. La ricetta è semplice: stesse botaniche dell’iconico amaro, ma zero alcol. I profumi di mirto, rosmarino e agrumi si uniscono a note di camomilla in una bevanda pensata per chi cerca un’alternativa credibile. Ottimo da solo o nei cocktail, Amaro Zero° è anche un esempio di sostenibilità: ogni elemento del suo packaging è infatti riciclabile, dall’etichetta (realizzata con scarti di agrumi) fino al cartone certificato FSC.

Paragon Cordial
L’azienda francese Monin è il produttore di sciroppi numero uno al mondo, e tra i suoi prodotti più apprezzati rientra sicuramente Paragon, specifica linea di Cordiali Single Botanic. Detto più semplicemente: Paragon vuole essere un’enciclopedia di aromi e sapori unici, difficilmente reperibili per un bartender. Tra quelli che abbiamo gradito di più, Monin Paragon Timur Berry è un cordiale ottenuto dal raro pepe nepalese di Timur, che cresce a un’altitudine di 2000 metri nella regione del Mahabharat. È un pepe dalle note fruttate e citriche, che gli hanno donato la definizione di “pepe pompelmo”, presenti ovviamente anche in questo cordiale. Paragon è un prodotto molto versatile: può sostituire la parte dolce in un drink, così come la parte acida o addirittura entrambe.

La nuova bottiglia targata Martini
Lo storico player del settore beverage Martini si è rifatto il look ed è tornato a puntare forte sull’aperitivo, fenomeno globale e rito tutto italiano. A partire da aprile, le bottiglie di Rosso, Bianco, Extra Dry e le versioni analcoliche Vibrante e Floreale di Martini hanno infatti un nuovo design ispirato ai portici di Torino, il loro luogo di nascita. È tornata anche la denominazione “vermouth”, grazie all’aumento della gradazione alcolica dei prodotti. Il tutto in un’ottica di sostenibilità ed efficienza logistica.

Yerbito
Frutto dell’incontro tra l’anima latinoamericana della yerba mate e l’artigianalità toscana, questo liquore alla yerba mate nasce dall’idea di Gonzalo M. Olivera e Karin Romano per rievocare il celebre rituale sudamericano del mate con ingredienti naturali e senza additivi, passando al palato dall’amaro al dolce per una piacevole e persistente bevuta tanto in purezza quanto in miscelazione. Il progetto dei due soci si è recentemente esteso anche al cioccolato: grazie alla collaborazione con Puratos, sono recentemente nati infatti i cioccolatini Yerbito, dove il mate incontra il cacao belga in un connubio inedito e sostenibile.

Vodka Yurt
È una vodka che arriva dai paesaggi incontaminati del Kazakistan settentrionale. Alla sua base ci sono solo grano locale e acqua purissima di sorgente, fermentazione naturale senza lieviti industriali aggiunti e una filtrazione in sette fasi – tra cui carbone, sabbia di quarzo e argento – per garantire un gusto puro e autentico. Il risultato è una vodka essenziale e sofisticata, che incarna la forza silenziosa della sua terra d’origine.

Vermouth Baldoria
Con il lancio di Baldoria, il vermouth si è in qualche modo reinventato. Le sue due linee, una classica e una contemporanea, hanno infatti puntato fin da subito a raccontare non solo cos’è il vermouth, ma cosa può diventare. I classici Rosso, Bianco e Dry celebrano la tradizione con eleganza e rispetto. La linea contemporanea osa con varianti come Dry Umami o Mate, rompendo gli schemi e cercando nuovi territori sensoriali. Non a caso creato dal celebre cocktail bar parigino Little Red Door e prodotto dai piemontesi Argalà, Baldoria è un invito all’esplorazione per bartender e appassionati sulle differenti sfumature di questa bevanda nuovamente in voga.

I Brandy di Villa Zarri
Villa Zarri, a Castel Maggiore (Bologna), è da anni sinonimo di eccellenza nel mondo del brandy italiano. La sua è una gamma ampia, dai millesimati agli assemblaggi, passando per edizioni speciali come il 25 e il 30 anni. Il denominatore comune però è il Trebbiano Romagnolo, distillato con metodo Charentais per preservarne l’anima più nobile. Profumi intensi, struttura elegante e un’anima profondamente artigianale, ogni bottiglia firmata Villa Zarri racconta un pezzo di storia del brandy italiano.

I cocktail sudafricani a base di vino
Nell’inedita tavola rotonda tenutasi da Enoteca Alessi, sicuramente la più interessante della FCW 2025, il tema è stato proprio l’utilizzo del vino in miscelazione, con la testimonianza internazionale di Julian Short, bar manager del Sin+Tax Bar di Johannesburg, Sud Africa, che ormai da anni mette il vino al centro delle sue drink list. Due esempi di drink arrivano direttamente dalla sua guest a Santa Cocktail Club: Rhubarberato, a base di Altamura Distilleries Vodka Roasted Rhubarb Cordial, Vermentino Wine, e Golden Delicious con Altamura Distilleries Vodka Roasted Apple Sherbet, Tomato Water e Orange Wine. Nel primo, il Vermentino, con le sue note agrumate e saline, esalta la componente agrodolce del rabarbaro tostato, donando equilibrio e complessità al drink, mentre nel secondo l’Orange Wine apporta struttura, tannini delicati e note ossidative.

Maggiori informazioni

In apertura, uno dei momenti dell’ultima Florence Cocktail Week (ph. Mike Tamasco e Marco Cellai)

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