Per il mondo del vino in Umbria in questo periodo si parla di inaugurazioni e anniversari. A distanza infatti di pochi giorni dal debutto del Museo del Sagrantino presso il Complesso Museale di San Francesco, un altro luogo di cultura, sempre dedicato all’enologia regionale, compie invece metà secolo di storia. Lo scorso 23 aprile Muvit, ovvero il Museo del Vino di Torgiano, ha compiuto 50 anni. Fortemente voluto da Giorgio Lungarotti – sì, proprio l’imprenditore che dopo la Seconda Guerra Mondiale trasformò l’omonima l’azienda di famiglia nella cantina Lungarotti che ha contribuito a promuovere il territorio come eccellenza enologica – e la moglie Maria Grazia Marchetti (storica d’arte e archivista), questo si è rivelato fin dagli esordi un progetto all’epoca pioneristico, al quale si è poi aggiunto nel 2000 il Museo dell’Olivo e dell’Olio (Moo).
«Avevamo scelto il giorno di San Giorgio, – ricorda Maria Grazia Marchetti Lungarotti, Direttrice della Fondazione Lungarotti – come data significativa per un ulteriore legame con il territorio, tra comunità e viticoltura, sacro e profano: la sera dei fuochi propiziatori accesi tra i vigneti, cristianizzazione di antica pratica pagana. Venne a inaugurarlo l’allora Ministro Franco Malfatti e il museo prese vita ufficialmente. Oggi per me sono “care memorie”, ma quanto tormentato, immane lavoro di anni tra messa a fuoco e realizzazione di un tema allora insolito, Vino e Cultura. Un lavoro ininterrotto di ricerca, archivio, studio, confronto che quel giorno aveva raggiunto il suo compimento, ma che non si sarebbe arrestato».
Il Muvit sin dalla sua apertura nel 1974 è stato un mezzo di promozione territoriale e sinonimo della celebrazione della viticoltura umbra attraverso oggetti, materiali, vasi di ceramica, manufatti e altre testimonianze che raccontano la civiltà del vino. Per festeggiare al meglio questi 50 anni fino 31 ottobre sarà esposta la mostra fotografica “Cinquanta anni del Museo del Vino a Torgiano Muvit”, la prima di una serie di iniziative che verranno organizzate per tutto il 2024.
«Non è un traguardo ma una tappa – afferma Teresa Severini al fianco della madre Maria Grazia nella direzione della Fondazione Lungarotti –: un museo che attesta un così profondo legame tra vino, storia, arte, mito e leggenda non può arrestarsi. Valido impulso alla diffusione di una cultura della vite e del vino e della consapevolezza ad un bere responsabile, non a caso è stato scelto dal Ministro Lollobrigida per rappresentare, insieme a capolavori di altri importanti musei, il binomio vino-cultura nell’area del Masaf a Vinitaly».