Più di qualsiasi altra città in Italia, Roma è famosa per l’abbondanza di terrazze la cui frequentazione, complice il clima mite anche d’inverno, non conosce stagione. Tra le ultime novità nella Capitale c’è un rooftop che ha il primato di essere un unicum in un quartiere che ne era sprovvisto: San Giovanni. Difficile cogliere qui la grande bellezza della città eterna dall’alto, almeno fino alla scorsa estate quando ha aperto il Rooftop di Dotcampus, hotel tre stelle che occupa gli spazi dell’ex istituto Manieri Copernico, riportato alla funzione di convitto grazie anche al supporto del Fondo Infrastrutture per la Crescita (IPC) – Esg gestito da Azimut Libera Impresa.
Luogo dall’anima cosmopolita e frequentato da studenti universitari che lo scelgono come residenza a lungo termine o da professionisti che affittano gli spazi per organizzare meeting e incontri di lavoro, è specialmente l’ultimo piano dell’edificio che favorisce la socialità, grazie anche all’attivazione di workshop a tema food e non solo (uno dei primi di questa stagione ha ospitato un laboratorio di ceramica a cura di Rustie Banana che avrà nuove date in calendario da alternare con esperienze olfattive guidate da Giulia Ciucciovino di Lumedinaso, corsi sul gelato con Simona Papagno di Criollo il bistrot del gelato e sulla cura delle piante seguiti dai professionisti di Palma Piatta) che fanno da contorno a una proposta all-day-long conviviale e smart. Come ci si aspetterebbe da un luogo così aperto e stimolante, anche la cucina incontra gusti internazionali: si può infatti fare colazione tanto con un pain au chocolat quanto con pancakes serviti con panna, sciroppo d’acero e salsa ai frutti rossi, ordinare uova strapazzate o fritte con bacon e pane tostato oppure alla Benedict, abbinate a erbe di campo ripassate e salsa bernese.
Si fa il giro del mondo per ritrovare poi a pranzo l’avocado toast, sì, ma con avocado siciliano, frutto non più così tanto esotico alla base anche del saporito guacamole. Evergreen di qualsiasi indirizzo legato all’ospitalità, non manca il club sandwich di Dotcampus, assai originale non per forma (quadrata, rettangolare o a triangolo?) né per gusto. A fare la differenza è la consistenza: liquida. Aspettatevi quindi un bicchierino che contiene i canonici ingredienti del panino multistrato, ovvero uovo, pomodoro, pollo, maionese, bacon e coleslaw, tutti frullati, con sopra un crostino a simulare la croccantezza del morso. Se di carattere è pure l’hummus di ceci con gli stessi legumi che ritornano soffiati, più delicato è il pan brioche tostato con burro montato senza lattosio e finocchietto selvatico di Montefiascone, colto direttamente dal cuoco Gianluca Pienzi che, in concerto con la f&b manager Roberta Virgilio, studia tutti i piatti. Tra gli appetizer in orario aperitivo arriverà anche della pasta all’uovo, sempre rivisitata: si tratta di maltagliati fritti e speziati da mangiare come fossero nachos.
Nulla è ovviamente lasciato al caso, così tra i nomi dei fornitori spiccano virtuose realtà come The Circle, il progetto di vertical farming ai Castelli Romani nato dall’idea di quattro amici under 40 che è diventato un riferimento per la coltivazione di verdure in acquaponica; c’è poi il Forno Marchetti per la selezione dei lievitati (su tutti la loro scrocchia rossa), Altrovino per vini biologici e biodinamici, e Wami per l’acqua minerale, brand sostenibile, a partire dal pack riciclabile al 100%.