Chi vive a Roma ci sarà passato davanti almeno mille volte. È quel ristorante che si trova all’angolo fra viale Maresciallo Pilsudski e via Guidobaldo del Monte, a ridosso di piazza Euclide, rigorosamente quartiere Parioli. Le insegne al neon colorato attirano l’attenzione dei passanti, ma le sorprese stanno tutte nel menu composto da prodotti plant-based, a cui ultimamente Impact Food (questo il nome del locale) ha aggiunto alcune prelibatezze che, oltre al palato, risvegliano la curiosità di chi le assaggia.
In un ristorante che non propone carne, tanto per fare qualche esempio, spunta fuori una “grigliata mista”, uno spiedone, delle costine e delle bistecche da tagliata, e perfino un filetto al pepe verde con la classica salsetta che gronda da ogni lato, ma che può essere addirittura ordinato sia al sangue (il cui colore è dato dall’estratto di ciliegia e barbabietola) sia ben cotto. Tutto, s’intende, a base vegetale.
E poi i gyoza (in esclusiva per l’Italia), le polpette di tonno, la pasta fresca ripiena, la mozzarella in carrozza, il filetto di pollo di Swap, lo spiedino con salsiccia e bratwurst di Redefine, la tagliata stampata in 3D di Redefine Meat, e le succose Ribs di Juicy Marbles.
Del resto il mercato dei prodotti plant-based è diventato una realtà ed è cresciuto a vista d’occhio negli ultimi dieci anni, anche grazie a un cambio radicale di mentalità che poggia sull’aumento della consapevolezza ambientale e sull’evoluzione di uno stile alimentare più sostenibile. Numeri alla mano: mentre nel 2013 solo il 30% degli italiani mostrava una consapevolezza marcata verso i temi ambientali, nel 2024 questa percentuale è salita al 90% (dati Istat, Eurispes, Fao, Asvis). A questo va aggiunto un aspetto che non è affatto di second’ordine: la bellezza di scoprire un universo di sapori sorprendente e spesso inedito. Mangiare plant-based non significa rinunciare al gusto, ma ampliare i propri orizzonti attraverso piatti e ricette sia mediterranee sia asiatiche che celebrano gli ingredienti a base vegetale. Questo il core business di Impact Food.
Ma non è tutto. Da maggio Impact Food organizzerà una serie di appuntamenti originali. Si parte il 10 maggio con una gara di hot dog a base dei “first plant-based hot dog in Rome”, che verranno proposti tra le strade del centro storico. In occasione del Festival dello Sviluppo Sostenibile (dal 7 al 23 maggio), l’evento parte da un concetto di base ispirato al principio della sostenibilità molto semplice: un hot dog tradizionale a base di carne di maiale inquina quanto 16 plant-based hot dog.
Di qui la sfida: chi riuscirà a mangiare più plant-based hot dog in 20 minuti da Impact Food si porterà a casa un premio, ovviamente vegetale. Non sarà facile, perché in gara ci sarà anche Chiara Mangiatutto, famosa per le sue food challenge sui social. Il motto della competizione a base di panini sarà “mangia di più e inquina di meno, senza rinunce”.
In vista invece della Giornata Mondiale dell’Ambiente, Impact Food proporrà sabato 7 giugno una serie di assaggi gratuiti per gli scettici, regalando alcuni piatti per abbattere i pregiudizi sui prodotti a base vegetale. «La mission di Impact food è quella di scegliere cibi a basso impatto ambientale, che rispettino la natura e la vita, ma senza rinunciare a quei sapori ai quali siamo abituati e che abbiamo apprezzato finora», raccontano i soci Alessandro Thellung e Federica Testa. «Magari scoprendone anche di nuovi: l’idea infatti è proprio quella di aiutare le persone a scegliere prodotti in modo consapevole senza rinunciare al piacere di mangiare».