Rosso rubino, rosa lampone, color cipolla: possono essere tante le sfumature del Cerasuolo, vino simbolo dell’Abruzzo contadino di un tempo che oggi conosce diverse interpretazioni – dalle più tradizionali a quelle che strizzano l’occhio ai mercati internazionali e alla moda dello stile provenzale – ma che in origine era quello “di casa”: fatto con le uve mature, pronte anche per il rosso, e senza starci troppo dietro, lasciando il vino a contatto con le bucce mentre si lavorava ad altro, e poi bevuto senza troppi pensieri nelle riunioni familiari o a fine giornata: poco importa che fosse con gli arrosticini o con il brodetto, con la ventricina o con un fiadone al pecorino. Tanto che qualcuno vorrebbe una modifica, o meglio un’integrazione al disciplinare che definisca meglio le caratteristiche del Cerasuolo d’Abruzzo Dop e quel “color cerasa” al momento un po’ troppo indefinito.
Fatto sta che questo vino eclettico e piacevolissimo nelle sue tante sfumature può diventare proprio il “filo rosa” di questa stagione estiva nella regione affacciata sull’Adriatico, che al mare azzurro e una montagna ospitale anche con il caldo affianca il verde di oliveti, vigne e campagne. Insieme a bianchi come Trebbiano, Pecorino e Coccocciola – tanto per citare i frutti di altri vitigni autoctoni sempre più apprezzati – e senza tralasciare naturalmente il Montepulciano. Non a caso, è stata una serata “in rosa” – dedicata alle diverse bottiglie di Cerasuolo prodotte dalle cantine della regione, e parzialmente cancellata dal maltempo – quella che l’8 giugno scorso ha inaugurato ufficialmente la riapertura della Via Verde, bella pista ciclopedonale che corre per 42 chilometri lungo la costa tra Ortona e Vasto, anticipando al contempo l’edizione 2022 di Art Bike & Run: l’evento internazionale promosso da Legambiente Italia e realizzato per promuovere la Costa dei Trabocchi, attraverso i temi dell’arte, dello sport e del turismo sostenibile (in programma dal 30 settembre al 2 ottobre) quest’anno si arricchisce anche nel nome del “+ Wine” aggiungendo degustazioni e tappe enogastronomiche tra trabocchi e ristoranti. Riguardo all’arte, invece, le nove gallerie della ciclovia (ereditate dal vecchio tracciato ferroviario, con il cui materiale venivano pure costruiti i trabocchi agli inizi del Novecento) si trasformeranno in installazioni visive a cielo aperto ad opera street artist di rilievo internazionale, che ne «adotteranno» una ciascuno da qui ai prossimi nove anni: inizia il pescarese Francesco Camillo Giorgino, in arte Millo, che sta completando i suoi colorati murales a San Vito Chietino.
E se sono diversi gli itinerari e le iniziative regionali incentrati sull’enoturismo – a cominciare da quelle raccolte in Percorsi – l’app messa a punto dal Consorzio Vini d’Abruzzo per promuovere al meglio l’”Abruzzo Wine Experience” – anche le singole cantine sono sempre più attrezzate per accogliere i visitatori andando oltre la degustazione delle proprie bottiglie.
Così, ad esempio, a Vasto l’azienda Fontefico – fondata e guidata con piglio contemporaneo dai fratelli Nicola ed Emanuele Altieri, che hanno dato una svolta all’attività di famiglia passando dal conferimento delle uve all’imbottigliamento di vini dalla spiccata personalità, raccontata anche da nomi singolari ed etichette “narranti” che raccontano di anno in anno la vendemmia tramite illustrazioni e personaggi – accoglie gli ospiti con una bella piscina e una sala per degustazioni e pranzi di stampo rustico. Ma sono diverse le esperienze da poter fare in cantina: dalle degustazioni verticali dei vini – tra cui il versatile e piacevole Cerasuolo d’Abruzzo Superiore Fossimatto, e il più intenso “rosato innominato” Febbre d’A.(bruzzo) che guarda allo stile tradizionale e ai sentori del Montepulciano – ai corsi di cucina, dalla vendemmia turistica alla robusta “colazione del contadino” o il picnic sotto le vigne impiantate con la pergola abruzzese, e perfino sessioni di rilassamento a bordo piscina con le campane tibetane, che amplificano i recettori predisponendo meglio all’assaggio del vino.
Sempre lungo la costa, a Francavilla, la cantina di Emilio Rapino non concede molto all’estetica – è stata letteralmente ricavata nel garage della villetta di famiglia, che oggi ospita anche un’accogliente cucina/sala degustazione – ma punta sulla sostanza, e sulla bontà dei vini: d’altro canto il padre di Emilio aveva iniziato a vinificare nel 1972 quando, dopo una violenta grandinata che rovinò l’uva da tavola fino ad allora coltivata rendendola invendibile, non dovette trovare un’alternativa. Da allora molto è cambiato, naturalmente, a cominciare dai vitigni su cui si è deciso di puntare: montepulciano, passerina, trebbiano e pecorino, più una vigna storica di cabernet fronte mare da cui nasce il vino solo in determinate annate. La svolta ulteriore risale al 2016, quando Emilio prende le redini della cantina e dà la sua impronta, che oggi si ritrova nei vini: dal Cerasuolo di stampo rustico e tradizionale, ma con la sua eleganza, agli splendidi bianchi della linea Gira – siamo in zona Setteventi e in etichetta c’è una girandola, facile capire perché – che mostrano come dal rispetto dell’uva in vigna e dall’intervento umano ben calibrato (niente concimazioni nè chiarifiche) possano nascere interpretazioni identitarie e uniche, se pure di “facile comprensione” per tutti come è l’obiettivo di Emilio. Per goderseli, nulla di meglio di una passeggiata in bici tra le vigne – guidati da lui stesso – seguita da una generosa degustazione di etichette accompagnate da fiadoni, ventricina e specialità pugliesi di una vicina bottega.
Ci s’inoltra nell’interno, a Catignano, nel cuore della Terra dei Vestini – zona vocatissima per il vino, dove sorgono tante rinomate cantine – per scoprire la nuova veste della Tenuta Tre Gemme, che nel nome e nel logo rimanda al bassorilievo di Sant’Anna che tiene in braccio la Madonna bambina (con tre fori che un tempo alloggiavano altrettante pietre preziose) custodito in un vicino santuario, simbolo dell’unione tra cielo e terra ma anche di una fertilità che si perpetua attraverso le donne. Se ci ritrovate un indizio di sensibilità femminile – confermata nel gusto con cui l’antica tenuta di famiglia è stata rimessa a nuovo, creando anche stanze per l’ospitalità, una bella piscina affacciata sulle vigne e la sala degustazione con il salottino, gli antichi mobili di farmacia e le ampie vetrate affacciate sui vigneti a perdita d’occhio – siete nel giusto: l’azienda (una delle più grandi d’Abruzzo, tra quelle private, con 700mila metri quadri di terreni vitati) è oggi guidata da Carla e Anna Perrucci, cui si è aggiunta da poco Chiara, la figlia della prima: rispettivamente ingegnere e farmacista, le due sorelle hanno voluto raccogliere l’eredità del padre, fondatore di una cantina sociale e pioniere del vino abruzzese. Oggi producono vini dall’impronta moderna ma legata al territorio – tra cui l’equilibrato Cerasuolo d’Abruzzo da macerazione a freddo, dal colore acceso e le tipiche note di ciliegia – e propongono diverse esperienze estive in cantina: cene in vigna sotto le stelle con showcooking e dj set, picnic tra i filari al tramonto, aperitivo in piscina.
Un’altra bella occasione per scoprire territori e vini abruzzesi è pure quella proposta tramite il sito di Abruzzo Esperienziale da Vini e Cammini, rassegna itinerante di enoturismo ideata da Fausto Di Nella, direttore del Movimento Turismo Vino Abruzzo ma anche appassionato di camminate e presidente dell’associazione dedicata al Cammino di San Tommaso che unisce Roma a Ortona, sulla costa chietina. Ci si mette dunque in cammino lungo itinerari spirituali, antichi tratturi, vie di montagna o percorsi costieri, facendo tappa nelle cantine lungo il tragitto per assaggiare, condividere e ascoltare storie e racconti: le prossime date saranno da Contesa Vini lungo il Cammino d’Abruzzo nelle Terre dei Vestini (10 luglio), da Marramiero lungo il Tratturo Magno (l’antica via della transumanza L’Aquila-Foggia, 23 luglio) per finire il 10 settembre con il Sentiero dei Calanchi e la visita da Francesco Cirelli, nella campagna di Atri vicina alla costa pescarese.