Innovation in wine: Vigneti Massa e Guala Closures

Vino 4.0: Vigneti Massa e Guala Closures, insieme per NěSTGATE™. Tecnologia blockchain e territorio si alleano in un progetto che ha radici profonde e guarda al futuro.

F&WI Awards Massa Guala

Walter Massa è il “papà” del Timorasso, o meglio colui che per primo – e con grande verve comunicativa, schietta e senza fronzoli, com’è lui – ha puntato su e fatto conoscere al mondo l’antico vitigno delle colline tortonesi. A lungo usato come uva da taglio, lui lo ha vinificato in purezza, dimostrando come possa dar vita a grandi bianchi da invecchiamento. Alla guida dell’azienda di famiglia fondata nel 1879 – Vigneti Massa – oggi Walter conduce 30 ettari di vigna con uve autoctone (oltre al timorasso ci sono cortese, moscato bianco, barbera, croatina e freisa), con un approccio etico che lo spinge a guardare tanto al passato quanto al futuro.

Per questo, dopo aver scelto già da tempo tappi in silicone e a vite per alcuni suoi vini, è stato il primo in Europa a collaborare con Guala Closures – gruppo multinazionale leader nella produzione di chiusure di sicurezza per alcolici, che a sua volta collabora con l’azienda di software Compellio – per sperimentare l’innovativa tecnologia NFC NěSTGATE™. Le bottiglie dei vini dell’annata 2018 – inclusi i cru più prestigiosi di Derthona: Costa del Vento, Montecitorio e Sterpi – sono dunque “connesse”, cioè collegate a una piattaforma blockchain che fornisce a ognuna un codice univoco, garantendo la tracciabilità lungo la filiera.

Questo consente a Vigneti Massa di proteggere e monitorare i dati sensibili, e ai consumatori di verificare l’autenticità del vino e di crearsi la propria “cantina virtuale” online, oltre a ricevere contenuti e informazioni su vigne e vitigno, note di degustazione e recensioni di esperti. «Collaborare con Guala Closures, grande azienda di Alessandria, per noi che siamo artigiani contadini è un fatto di orgoglio e dignità», commenta Massa. «Il vino va controllato in maniera oggettiva e non soggettiva. Il blockchain potrà sostituire in modo semplice, serio ed economico le fascette della DOCG, la cui applicazione richiede tempo e comporta margini di errore con lunghe operazioni che nulla c’entrano con l’agricoltura e l’enologia onesta. E la tecnologia è il modo migliore per controllare quella fraudolenta».