Cooker Girl ai TikTok Awards

Intervista a Cooker Girl, la migliore food creator dell’anno

Da Torino al mondo: Aurora Cavallo, la giovane cuoca da milioni di follower, è stata premiata da TikTok e in questi giorni pubblica un altro libro sui lievitati. Com'è nata la sua passione per la cucina, dove mangia nel tempo libero e cosa pensa dei social.

Nessuna cucina della nonna o luculliani pasti: i ricordi sul cibo di Aurora Cavallo la fanno tornare indietro a quando, da bambina, si riempiva le tasche di caramelle e dolciumi vari nella drogheria del nonno materno a Torino. «Certo, guai a mancare per cena: era il momento in cui ci riunivamo tutti dopo una giornata di lavoro e scuola. Io ho imparato a cucinare per “sopravvivenza”, non tanto perché mia mamma o le mie nonne non fossero brave ai fornelli ma perché mancava il tempo». Così nasce @cooker.girl, il profilo di una delle creator italiane più seguite nel settore dell’enogastronomia (1,4 milioni di follower su Instagram e 1,3 su TikTok), che è riuscita a totalizzare più di 1 milione di like per il suo Fiore di zucca ripieno e fritto: «Non mi capacito neanche io come sia diventato così virale». 

Lei comunque cucina solo quello che le piace mangiare e, da buona piemontese, i suoi gusti sono parecchio decisi. Una caratteristica, la determinazione, che fa parte anche del suo carattere e che oggi è indispensabile per affrontare un mestiere in continua evoluzione, con trasparenza e positività nei confronti della propria community. Non poteva essere diversamente per Aurora che è letteralmente maturata nel primo Covid: «Sono stata tra i maturandi dell’estate 2020, la prima sorteggiata». Forse, nulla in confronto a essere l’unica italiana in una brigata di cucina in Normandia nel 2018, quando la Francia ha vinto i Mondiali di calcio. All’epoca stava svolgendo uno stage previsto nel percorso al liceo linguistico. Classe 2001, i primi passi nel mondo dei social li ha mossi aprendo una pagina per preparare le sue ricette preferite. «Inizialmente non mi facevo mai vedere in viso, il grembiule rosso è stato il mio segno particolare e pubblicavo solo foto di piatti. Un giorno sbagliai a collegare il mio account privato a questo profilo: da quel momento Cooker Girl ha iniziato ad avere un nome e un cognome, oltre che un volto». Un fortunato errore com’è accaduto per la nascita dei migliori dolci della storia, dalla tarte Tatin alla crêpe suzette, dando forma alla passione di Aurora che coincide con uno straordinario talento da autodidatta, come lei stessa ammette: «La cucina è l’unico posto dove mi sento davvero me stessa»

Aurora è sincera soprattutto nei confronti della sua community. «Da persona sensibile, stare sui social ha amplificato ancora di più questo mio atteggiamento empatico e positivo. So di essere un modello per molti, specialmente tra i giovani, ed è una grande responsabilità. Qualcuno mi ha detto di non preoccuparmi perché non salvo il mondo: io mi impegno almeno a non dare il cattivo esempio». La reputazione è un tema molto importante nel suo lavoro al pari della trasparenza: «Non c’è nulla di arbitrario, le regole sono stabilite dal garante (AGCOM, nda). Metto così tanta attenzione nella scelta dei brand con cui collaboro che non ha senso nascondere lo scopo pubblicitario. Queste attività poi mi permettono di lasciare agli utenti la newsletter mensile gratuita».

Aurora ha cominciato studiando sui libri, più tardi ha affiancato degli chef durante i tirocini, da Copenaghen a New York, per passare a metodi diventati tradizionali per la sua generazione, YouTube, in primis. «Ci sono tantissime persone a cui mi ispiro, una su tutte è Benedetta Rossi che ammiro da un punto di vista imprenditoriale. Guardavo i suoi video nel 2014: che buone le sue marmellate, le ho pure rifatte. È tra le persone che vorrei incontrare e, perché no, con cui collaborare». Quando è toccato ad Aurora registrare per la prima volta, sapeva già le necessità di chi stava dall’altra parte dello schermo. «La sfida dei social media è stare al passo con i cambiamenti, è un mondo che evolve velocemente e bisogna trovare sempre il giusto linguaggio. I social sono mezzi generazionali: neanche io posso dire che farò la creator tutta la vita. Mi ritengo un’imprenditrice, ho un’azienda e una persona che lavora con me. Un domani vorrei lavorare nell’ospitalità, non so ancora in quale forma». 

Non immagina neppure quali potrebbero essere i prossimi trend gastronomici anche se in passato ci ha preso: «I lievitati sono una mia grande passione e l’uscita del mio secondo libro, Come l’acqua per la farina, (il primo s’intitola La cucina scaldacuore. Storie, ricette e segreti, ndr) è stata un successo editoriale anche per il tempismo». A distanza di un anno dalla pubblicazione di Storie di cucina. Ricette per viaggiare tra gusti e sensazioni, in questi giorni festeggia un nuovo traguardo: il titolo di migliore food creator dell’anno secondo la piattaforma di TikTok. «Ero super emozionata e non sapevo cosa aspettarmi anche perché era la prima edizione di questi premi. Ho scoperto direttamente sul palco che avrei ricevuto quel riconoscimento e per me è un coronamento di quattro anni di lavoro». Aurora è subito tornata a spadellare e in quelle rare volte che non indossa il grembiule rosso va a provare ristoranti nella sua Torino: «Sono una fan di Oh! Crispa, in particolare dei noodle di Tina, mi piace anche la proposta messicana di El Beso. In generale, fuori non mangio quasi mai italiano. Comunque esco poco, cucino sempre perché mi piace, che io abbia una telecamera davanti o no». La sua cucina è anche lo studio dove registra, un set casalingo che vede alternarsi contenuti professionali a preparazioni del cuore: «Questa settimana mi sono intrippata con una terrina di carne e il Wellington di trota. L’ispirazione nasce ovunque, dai viaggi alle esperienze stellate: se dopo un periodo a New York sono entrata in fissa con le insalate invernali, la pasta e cozze dello chef Pasquale Laera mi ha fatto venire voglia di rifarla. Per bilanciare, questa settimana ho pubblicato la ricetta del mio amato bunet; il paté de Campagne, invece, era tutto per mia nonna; è una classica terrina “piemontizzata” con senape e porri di Cervere di cui lei va ghiotta».

Ha trovato anche il tempo di scrivere, tornando al suo primo amore: gli impasti. «È una mini guida digitale e scaricabile creata da zero con il mio braccio destro Francesca Olivotti, dalle ricette alla grafica. Si tratta di una guida sui lievitati, facile e con qualche videoricetta. Nessuno aveva ancora pensato al formato elettronico per questo tipo di contenuto, quindi non so se siamo state due pazze oppure abbiamo scommesso nella giusta direzione». Per scoprirlo, basta andare sul suo sito: Lievitati: in principio era il caos. Manuale Manuale pratico per una sopravvivenza ricca di soddisfazioni esce proprio in questi giorni.

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