Quello del varco segreto che conduce in altre dimensioni è un cliché molto frequente nella letteratura e nel cinema di fantascienza. La porta mimetizzata su una parete di legno chiaro, all’interno del ristorante Nakai a Roma non vi permetterà di compiere viaggi verso universi paralleli, ma oltrepassandola avrete comunque l’impressione di accedere a una realtà diversa. Un ambiente completamente alieno rispetto al resto del locale e, ancor più, al contesto esterno. Il caos della città è tagliato fuori, così come anche la magnificenza della vicinissima cupola di San Pietro. L’atmosfera qui è minimale e rilassata, tra luci soffuse, pareti scure, musica giusta e piante verdi che pendono dal soffitto. Un’esperienza immersiva che prelude a quella gastronomica: Kiwami, in definitiva, può essere definito un ristorante nel ristorante.
La formula di Kiwami
L’idea alla base di Kiwami sta nel significato del nome stesso, che può essere tradotto in “qualcosa di speciale e superiore”. In effetti i 14 ospiti del tavolo sociale godono di un trattamento esclusivo, che comprende il contatto diretto con lo chef, impegnato al bancone di lavoro a ultimare e impiattare le sette portate del menu degustazione, il cui prezzo è di 80 euro a persona. Vi è poi la possibilità di abbinare vini e soprattutto sake di pregio. La formula è disponibile a cena solo il venerdì e il sabato, mentre per tre giovedì al mese sono previste delle serate a tema, in collaborazione con produttori di cibo, vino o gin, con tanto di dj set e intrattenimento musicale.
Lo chef Koji Nakai
Chef e imprenditore, Koji Nakai è nato a Kobe. Ha iniziato a lavorare sin da piccolo nei ristoranti e presso il mercato ittico della sua città. Sempre in Giappone, si è poi ritrovato a ricoprire il ruolo di pizzaiolo al fianco di un italiano. Un’esperienza che, in qualche modo, lo ha segnato profondamente tanto da indurlo a trasferirsi nel nostro Paese, dove ormai ha trascorso metà della sua vita. Dopo aver girovagato tra il Friuli e la Toscana, con qualche breve periodo al Sud, nel 2008 si è stabilito definitivamente a Roma, città di cui si è follemente innamorato. Oltre al ristorante che porta il suo nome, situato in via delle Fornaci, ha aperto qualche mese fa anche l’izakaya Ie Koji in zona Cipro (ne avevamo parlato qui).
Cosa si mangia da Kiwami
Un’autentica passione quella per la città eterna e la sua tradizione gastronomica, che ha influenzato non poco la cucina di Koji Nakai. Nell’offerta di Kiwani, i sapori e le tecniche del Sol Levante si fondono spesso con quelli capitolini; gli ingredienti mediterranei, dalle acciughe alle olive, passando per il pomodoro e i formaggi, vengono usati come accompagnamento di materie prime giapponesi. E così, il classico fiore di zucca, è fritto in tempura e farcito con una golosa crema cacio e pepe.
Immancabile la reinterpretazione della Carbonara, realizzata con tagliolini fatti in casa, guanciale croccante e uova ovviamente, ma di merluzzo. Una versione tanto originale quanto riuscita, ma soprattutto capace di sedurre anche i puristi più intransigenti. L’ottimo tonno rosso del Tirreno viene marinato con salsa di soia e mirin, per essere poi condito con una salsa alla puttanesca, aromi orientali e cipolla rossa in agrodolce. La ricciola giapponese è invece grigliata e servita su melanzane affumicate, puntarelle e bottarga.
Il sushi, preparato con movimenti ipnotici sotto gli occhi degli ospiti, è di alto livello per la qualità del pescato e gli abbinamenti insoliti e raffinati, con ingredienti come ricci di mare e tartufo. Non innamoratevi troppo però dell’idea di poter assaggiare queste prelibatezze, l’offerta segue rigorosamente la stagionalità e cambia mensilmente. Poco male, la rotazione delle portate rappresenta un’ottima ragione per decidere di tornare a varcare quella porta nascosta e immergersi nuovamente nel mondo di Kiwani.
