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La bellezza nascosta di Bolgheri

Cinzia Merli dell’azienda Le Macchiole ci svela i segreti della regione vinicola toscana bagnata dal mare.

«La zona di Bolgheri è famosa per la coltivazione di patate», dice Cinzia Merli, mentre stende un cilindro di pasta per gnocchi su un tagliere spolverizzato di farina. «Se mai un giorno decidessi di stravolgere completamente la mia vita, potrei coltivare patate. In fondo, qual è il segreto per preparare degli ottimi gnocchi? Delle buone patate!». Merli è proprietaria di una delle aziende vitivinicole di riferimento di Bolgheri, Le Macchiole. Dai 34 ettari della tenuta toscana, produce rossi (e un bianco) di livello mondiale, vini che vivono nella stessa atmosfera rarefatta dei grandi Supertuscan che hanno reso famosa la regione (in particolare, Sassicaia e Ornellaia). Ma, per l’appunto, prepara anche degli ottimi gnocchi. «Da gennaio ad aprile non si possono fare», dice mentre taglia l’impasto in piccoli cuscini uniformi. «Le patate perdono troppa acqua. Il nuovo raccolto arriva a maggio».

Nella cucina della cantina la luce filtra dalle finestre e dalla porta aperta: è una giornata mite e una leggera brezza fa frusciare le foglie di vite all’esterno. Merli dichiara in continuazione di non essere una grande cuoca, è fatta così. È modesta su tutto, tranne che sui suoi vini. «Mia madre è molto più brava di me. E lo dice anche mio figlio, il più piccolo. “Ho fatto il ragù, ne vuoi un po’?”, “Sì”,“Bene, com’era?”, “Non male, ma quello della nonna è più buono”». Che ci vuoi fare? – dice la sua espressione. Entrambi i figli della Merli hanno sui trent’anni e lavorano per l’azienda di famiglia. Elia, il più grande, supervisiona i vigneti, Mattia, il più giovane, si occupa di vendite e marketing. Le Macchiole è stata la loro vita. Elia racconta: «Ufficialmente ho iniziato nel 2013, ma la prima volta che ho lavorato in vigna avevo probabilmente sei anni. Avevo le mie forbici piccoline, ho vendemmiato due piante e ho detto: “Ok, ora sono stanco”. Ma ogni sabato salivo sul furgone con mio padre per andare a vendere i vini». Merli e suo marito, Eugenio Campolmi, hanno fondato insieme Le Macchiole nel 1983, contro la volontà dei genitori di lui. «L’agricoltura non rendeva granché all’epoca, per non parlare del vino – racconta Merli – . Ma lui comprò comunque questa proprietà e accese un mutuo di 500 milioni di lire. Un bel problema». Entrambi erano cresciuti nella stessa zona: la famiglia Campolmi possedeva un piccolo ristorante, mentre i Merli erano agricoltori. Il sesto senso di Eugenio sul potenziale de Le Macchiole si rivelò corretto. «Nel 1995, tutto cambiò», prosegue. «Ci fu una degustazione Francia contro Italia dell’annata 1992 al Vinitaly. Sassicaia, Ornellaia, Redigaffi, e noi, contro Château Pichon Longueville Comtesse de Lalande e le altre grandi tenute di Bordeaux. Le Macchiole si classificò seconda. Nessuno ci conosceva e all’improvviso tutto è cambiato, da un giorno all’altro. Tutti venivano al nostro stand per assaggiare i vini».

Gli ultimi anni 90 furono un tempo felice per la coppia. Poi a Campolmi fu diagnosticato un cancro ai polmoni e nel luglio 2002 morì. Aveva 40 anni. Lei ne aveva 35 e i figli Elia e Mattia 13 anni e 9 anni. Ancora a quei tempi le donne raramente, o quasi mai, gestivano aziende vinicole in Italia. Tutti nella regione, secondo un atteggiamento maschilista tipico dell’epoca, pensavano che avrebbe venduto. Tutti tranne Merli stessa, che continuò. «Ho perso mio marito a luglio e il raccolto di quell’anno è stato il peggiore degli ultimi 15-20 anni: clima freddo e incredibilmente piovoso. Poi nel 2003 molto caldo, anzi caldissimo. E ho iniziato a pensare: “La vita mi sta mandando dei segnali? Forse non devo farlo. Forse non è questo il mio destino”. Ma un giorno mio fratello è venuto da me e mi ha detto: “Ascolta: provaci ancora per una vendemmia. Poi farai la tua scelta”. Quindi arrivò il 2004. Ebbene, il momento in assoluto più importante per me credo sia stato quando siamo usciti sul mercato con l’annata 2004. Il nostro Messorio ha ottenuto risultati strepitosi dalla critica internazionale, tra cui un punteggio di 100 punti su Wine Spectator. Da quel momento probabilmente molte persone hanno pensato: Ok, può farcela», sorride. «Ed è andata così». Oggi Le Macchiole è riconosciuta a livello internazionale come una delle più grandi tenute toscane. Qualcosa è cambiato: gli originari quattro ettari di vigneti sono aumentati sino a diventare 34 nel corso degli anni. Tutti sono coltivati con metodo biologico. «Siamo passati al biologico perché Eugenio si è ammalato», racconta Merli. «Non volevo esporre nessun altro in azienda a rischi». Ma resta, ancora oggi, un’attività a conduzione familiare, nonché un’azienda agricola, più di ogni altra cosa. «Vengo da una famiglia di agricoltori. È così che mi piace pensare a Le Macchiole», dice. «Non solo come produttori di vino».

Anche Bolgheri è cambiata. Non ha mai rispecchiato l’idea di Toscana da cartolina: le città in cima alle colline, le ville gialle e arancioni e tutto il resto, un po’ stucchevole. Si trova sulla costa, in quella parte di Maremma (detta Alta Maremma o Maremma livornese) la cui pianura era, fino alla metà del 1800, in gran parte una palude malarica. Come recita una vecchia canzone popolare toscana: “Tutti mi dicono Maremma, Maremma… Ma a me mi pare una Maremma amara. L’uccello che ci va perde la penna. Io c’ho perduto una persona cara. Sia maledetta Maremma, Maremma, sia maledetta Maremma e chi l’ama”. Beh, non è molto allegra. Ma nel 1820 il Granduca di Toscana Leopoldo II fece arrivare circa cinquemila operai per trasformare la palude in terra fertile che si dimostrò, almeno negli anni 80, perfetta per l’uva da vino. Non il tradizionale Sangiovese di Toscana ma le varietà francesi, che sono quelle che Campolmi e Merli hanno piantato nel 1983: Syrah, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon e Merlot, tra gli altri. In sostanza, Bolgheri è il luogo in cui le colline toscane incontrano il mare e come destinazione offre il meglio di entrambi. Il pesce fresco abbonda nei ristoranti locali, così come la famosa carne di Chianina. Potete acquistare il prosciutto di cinghiale in una salumeria situata in un piccolo paese arroccato sulla costa (Specialità Mucci e Staccioli, a Monteverdi Marittimo), poi scendere lungo strade tortuose e ritrovarvi a sorseggiare uno Spritz al tramonto in un bar all’aperto con vista sul mare (Colto e Mangiato, a pochi metri da Le Macchiole).

Trascorrendo del tempo con Cinzia inevitabilmente finirete in alcuni dei suoi posti preferiti: il Piccolo Biscottificio Castagnetano a Castagneto Carducci, dove la famiglia Biagioni produce i tradizionali corolli incesi, biscotti dalla particolare forma ondulata, simile a un’aquila, che richiama lo stemma della nobile famiglia della Gherardesca. Oppure Osteria Magona, dove lo chef Omar Barsacchi vi cucinerà un’enorme bistecca alla fiorentina da abbinare al complesso e irresistibile Paleo Rosso de Le Macchiole. O ancora La Pineta, dove potrete sedervi a un tavolo affacciato sul Mar Tirreno al tramonto sapendo che il pesce che vi viene servito proviene da quelle stesse acque. Oppure semplicemente prendere il sole in spiaggia, un’attività piuttosto comune per gli abitanti di Livorno. «I livornesi sono abbronzati da marzo a novembre», dice. «Sono come lucertole sugli scogli appena esce il sole». Ma se siete fortunati, vi siederete a mangiare qualsiasi cosa Cinzia Merli deciderà di cucinare. Come ad esempio Gnocchi con asparagi e pancetta, Risotto con zucchine e gamberi e un Arrosto di maiale in crosta di erbe. A tavola, abbiamo parlato di Bolgheri, di quello che era e di quello che è diventata. Molto più visitata di un tempo, senza dubbio, non ha ancora le orde di turisti che si riversano su Siena o San Gimignano (o, forse in modo ancora più preoccupante, su Firenze). C’è stato anche un boom di cantine, passate da 45 a 70 dal 2019 a questa parte. «Il turismo ha iniziato a crescere davvero 10 anni fa», racconta. «Sono convinta che sia da attribuire alla ricchezza della nostra regione. Mi riferisco al vino, certo, ma abbiamo tanto altro da offrire. E ci aiutiamo a vicenda: a Bolgheri il successo è condivisione».

Vini da provare

Bolgheri Rosso 2021 Le Macchiole
Non c’è migliore introduzione ai vini della zona di questo rosso elegantemente intenso, un blend di Merlot, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon e Syrah. Ma per assaporare la brillantezza dei vini di Cinzia Merli cercate il suo prezioso Paleo Rosso 2021. Ricco di profumi, da lunghissimo invecchiamento, è senza dubbio uno dei migliori Cabernet Franc del mondo.

Felciaino 2021 Chiappini
La famiglia Chiappini si è trasferita a Bolgheri negli anni 50 e produce vino dagli anni 80 (oggi coltiva al 100% con metodo biologico). Questo blend a base di Cabernet è complesso, ricco di note di frutti rossi e dai tannini fini.

Vermentino Bolgheri 2020 Grattamacco
Grattamacco è stata una delle prime tenute di Bolgheri e ha contribuito a costruire la reputazione della zona. Il suo bianco – floreale, con sentori di pesca, corposo ma croccante – è perfetto per accompagnare qualsiasi tipo di pesce.

Sondraia 2020 Poggio al Tesoro
È il rosso di punta della splendida proprietà di Marilisa Allegrini a Bolgheri (la famiglia possiede anche aziende vinicole a Montalcino e in Valpolicella). A prevalenza di Cabernet Sauvignon con piccole quantità di Merlot e Cabernet Franc, è strutturato, complesso e destinato all’invecchiamento.

Ornellaia 2020
L’annata 2020 dell’Ornellaia – tra i più rinomati Supertuscan – è frutto di un sapiente blend di Cabernet Sauvignon (50%), Merlot, Cabernet Franc e Petit Verdot. A un prezzo più modesto, optate per il Le Serre Nuove dell’Ornellaia 2020, a prevalenza Merlot. Rotondo e avvolgente, nonché corposo e di sostanza, è prodotto con la stessa passione e attenzione ai dettagli riservate all’Ornellaia.

Guida di Bolgheri

Dove mangiare e alloggiare

Osteria Magona

La bistecca alla fiorentina di Omar Barsacchi non è seconda a nessuno e la carta dei vini di questa autentica dimora rurale presenta i più grandi rossi di Bolgheri. E lo chef, altissimo e barbuto, sembra un personaggio di Game of Thrones. Quando l’ho incontrato, stava uscendo dal locale, diretto in Svezia per andare a caccia di beccacce con suo padre.
osteriamagona.com

Colto e Mangiato

I bar stagionali all’aperto sono una tendenza in crescita a Bolgheri. Questo è il luogo ideale per ordinare del vino locale e un piatto di ottimi salumi di propria produzione, per poi accomodarsi a un tavolo da picnic sull’ampio prato del bar.
coltoemangiato.com

Il Bucaniere

In questo ristorante sul mare a San Vincenzo, lo chef e pescatore Fulvietto Pierangelini fa dei veri e propri miracoli con il pesce fresco, come nella tartare di gamberi crudi con ricotta e carciofi, ma anche nei primi piatti. «È un po’ schivo, ma ha un talento straordinario», dice Cinzia Merli.
ristoranteilbucaniere.com

Lo Scoglietto

Questo locale in riva al mare a Rosignano Marittimo è uno dei preferiti dai vignaioli locali, non da ultimo per l’ampia selezione di Champagne. Accomodatevi fuori, ordinate la delicata e freschissima frittura mista, stappate una bottiglia di bollicine e godetevi il panorama.
loscogliettorosignano.it

La Pineta

«Sono nata a due chilometri da qui», dice Merli a proposito di questo ristorante elegante ma non pretenzioso sulla spiaggia di Marina di Bibbona. «Da bambina giocavo su questa spiaggia. Per me è casa». Troverete ogni giorno pesce locale freschissimo, primi piatti sublimi come gli Spaghetti con cozze, menta e limone e, in generale, una cucina eccellente a opera degli chef Andrea e Daniele Zazzeri.
lapinetadizazzeri.it

Relais dei Molini

Questo affascinante B&B si trova su una collina di Castagneto Carducci e offre una splendida vista sul mare, oltre a un’ottima colazione. È una base di partenza ideale per visitare Bolgheri.
relaisdeimolini.it

Dove degustare e acquistare

Emilio Borsi

Questo piccolo negozio aprì le porte nel 1800 come farmacia che vendeva acqua tonica ad alto contenuto di chinino per combattere la malaria diffusa in zona. Oggi realizza ottimi digestivi preparati più o meno allo stesso modo, per esempio con corteccia di china e scorze d’arancia amara e dolce.
borsiliquori.it

Specialità Mucci e Staccioli

L’affollato negozio di Alessandro Staccioli a Monteverdi Marittimo è un paradiso per le carni di suino (e per il pecorino, prodotto con il latte dei propri animali). Provate il prosciutto di cinghiale e fermatevi a chiacchierare con Staccioli, inarrestabile e pieno di energia.
specialitamucciestaccioli.it

Peperita

Rita Salvadori ha studiato arte ma si è appassionata ai peperoncini e ora ne coltiva biologicamente 22 varietà diverse. Fate un tour e una degustazione, e non vi accontenterete mai più dell’insipido e banale peperoncino in fiocchi di fattura industriale.
peperita.it

Piccolo Biscottificio Castagnetano

Il piccolo forno di Castagneto Carducci è gestito da Alberto Biagioni, che utilizza ancora le ricette scritte a mano dalla nonna per preparare prelibatezze locali come i corolli incesi, croccanti biscotti profumati all’anice. facebook.com/piccolobiscottificiocastagnetano

Le Macchiole

Prenotate in anticipo un tour privato e una degustazione presso l’azienda di Cinzia Merli, una delle più grandi di Bolgheri. In circa un’ora e mezza visiterete i vigneti e la cantina per concludere con una degustazione di quattro dei cinque vini della tenuta.
lemacchiole.it

Chiappini

La famiglia Chiappini coltiva uva nella zona di Bolgheri dagli anni 50 e nel 2010 ha ottenuto la certificazione biologica. Dalla sala di degustazione al secondo piano, nelle giornate limpide, si possono ammirare l’Isola d’Elba e la Corsica. I tour comprendono una degustazione di cinque vini.
giovannichiappini.it

Poggio al Tesoro

Nel 2001, Marilisa Allegrini ha fondato questa importante tenuta con il fratello Walter, responsabile della conduzione viticola. Walter è poi scomparso nel 2003, ma è ricordato nel vino di punta di Poggio al Tesoro, uno splendido rosso 100% Cabernet Franc, chiamato Dedicato a Walter.
poggioaltesoro.it

Maggiori informazioni

foto di Charissa Fay

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