Immaginate di tenere tra le mani una sfoglia croccante e friabile colma di crema pasticciera, respirando i profumi degli agrumeti e con la vista sospesa sull’orizzonte azzurro della costa tirrenica. Tutt’attorno ci sono sovrapposizioni di roccia calcarea e dolomia a formare pareti scoscese, terrazzamenti e abitazioni a strapiombo sul mare. Una tela dai colori vivaci chiamata Costiera, frutto di un’indistinguibile interazione tra elementi naturali e architettonici che ne ha fatto – complice anche il riconoscimento Unesco del 1977 – una destinazione globale che richiama curiosi da ogni dove. In questo tratto di costa marina disseminata di scogli, tra i monti Lattari e il Mediterraneo, il cibo ha contribuito a scrivere la storia dei borghi e delle comunità che li abitano, diventando un punto centrale dell’offerta turistica. Cultura e tradizioni locali si declinano in una cucina variegata e vivace: scialatielli all’amalfitana, alici di Cetara, cuoppo fritto, sfogliatelle e delizie al limone sono esempi di una gastronomia che parla la lingua del territorio e dove ricette ricche e povere convivono in armonia. Ecco una selezione di insegne diverse per posizione, tipologia di offerta e prezzo che meritano una visita, soprattutto adesso a fine settembre, quando il clima è mite e il calpestio dei visitatori sui viottoli è meno invasivo.
Il ristorante a picco sul mare
A Vietri sul Mare si trova il ristorante Volta Del Fuenti. Una sala a vetrate dai pavimenti verde smeraldo, incastonata nella roccia. Non esageriamo nel dire che l’impressione è quella di mangiare sospesi a mezz’aria in un lembo di luce. Il complesso architettonico circostante dei Giardini del Fuenti si articola in un microcosmo di ambienti dislocati su più livelli, che gradualmente si avvicinano alla spiaggia: terrazzamenti coltivati, un anfiteatro naturale, limoneti e prati in fiore. Le proposte della cucina, coordinata da Michele de Blasio, dimostrano creatività e capacità tecnica. Esemplare è la Ricciola con fresella, pomodoro e fior di latte.
Il buon locale di pesce
Pasquale Torrente, cuoco del ristorante Al Convento, ha cucinato a fianco dei grandi – da Bottura a Ducasse – ma è rimasto fedele alle tradizioni di un borgo di pescatori. Così, da oltre cinquant’anni, nel suo ristorante di Cetara porta avanti il concetto di trattoria italiana di qualità, puntando su tecniche di cottura innovative. I suoi Spaghetti alla colatura di alici e la Genovese di tonno sono leggenda. Da assaggiare anche la selezione di crudi.
Il ristorante esperienziale
Nel borgo di Maiori, in un luminoso salone a vetrate affacciato sul mare, si trova Il Faro di Capo d’Orso, storico ristorante della famiglia Ferrara che porta la firma del pluripremiato Andrea Aprea e del pugliese Salvatore Pacifico in qualità di resident chef. Piatti di ricerca e dai sapori mediterranei sono protagonisti dei tre menu degustazione. Imperdibile il dessert a base di Sfusato Amalfitano, il limone della Costiera
La pasticceria come una volta
Salvatore De Riso, per tutti Sal, ha conquistato il mondo con la sua delizia al limone, e altrettanto iconica è la Torta ricotta e pere con il formaggio della vicina Tramonti. Vale infatti la pena fermarsi a Minori per accaparrarsi una delle creazioni del pasticcere: oltre ai già menzionati dolci, sono da provare Oro puro e il Babamisù al cucchiaio.
Il cocktail bar d’autore
La nuova offerta del Bar dei Cappuccini trova spazio in uno degli alberghi più caratteristici della Costiera: Anantara Convento di Amalfi, un ex monastero dall’aspetto monumentale che pare “aggrappato” alla montagna soprastante la città. Tra i nuovi cocktail del barman Luigi Gallo spicca l’Amalfitano: una miscela di amari tra cui quello “dei Cappuccini” a base di erbe e fiori del giardino di proprietà. Protagonista della nuova selezione mixology è lo Sfusato, che ritroviamo nello Spritz dei Cappuccini. Da provare anche il Garibaldino a base di Savoia, Orange Bitter e arancia fresca.
La taverna tradizionale
La Taverna del Duca è un’osteria verace nel centro di Amalfi. L’atmosfera quasi rustica e le sedie in legno raccontano di una città antica, ancora in bianco e nero, dove ritrovare profumi e sapori di un tempo. Protagonista della cucina è il pesce fresco: dai crudi alle fritture, passando per abbondanti primi piatti di pasta. Imperdibili i Paccheri alla Sant’Andrea, serviti direttamente nella padella, e la Genovese di tonno e cipolla.
Il ristorante di cucina naturale
Incastonato tra i vicoli antichi di Amalfi e il mare, il ristorante Sensi vuole offrire un’esperienza enogastronomica di alto profilo. Il mare fa da cornice a una cucina vivace, innovativa nelle proposte così come nelle tecniche di cottura. Alessandro Tormolino – proprietario e chef – punta sul naturale cercando di manipolare il meno possibile gli ingredienti, con un menu che limita l’impiego di sale e zuccheri, per una cena all’insegna del gusto ma anche della salute. Il Risotto al fiore ibisco con gambero al limoncello e caviale di colatura di alici è tra i piatti rappresentativi.
Il tempio della sfogliatella
È nell’imponente Monastero Santa Rosa (oggi un albergo) di Conca dei Marini che nei primi anni del Settecento nasceva la sfogliatella Santa Rosa: una sottile spirale dorata di pasta sfoglia dal profumo inebriante, farcita di crema pasticciera e ricotta e arricchita dall’amarena. Il dolce è frutto dell’inventiva delle suore di allora e la forma ricorda il cappuccio monacale o una conchiglia, quasi a voler evocare gli elementi rappresentativi del luogo: il convento e il mare.
L’agriturismo nella natura
Furore vanta un fortunato patrimonio enogastronomico: si produce dell’ottimo vino, il Fiorduva, e si coltivano i pomodorini del Piennolo. Per assaggiare la cucina tipica si consiglia l’Agriturismo Sant’Alfonso, una terrazza nella natura con vista sull’orizzonte. Le specialità includono paste fresche, zuppe di legumi, carni come il Coniglio in foglia di limone o il brasato di manzo. Ortaggi ed erbe aromatiche provengono dall’orto, anch’esso a strapiombo sul mare.
La terrazza stellata
Casa Angelina è un lussuoso albergo nella città di Praiano, contraddistinto da pareti bianche come la neve e dal minimalismo diffuso: dagli arredi, disadorni ma dall’eleganza esemplare, alla cucina semplice e genuina. Il ristorante, Un Piano Nel Cielo (di nome e di fatto), è coordinato dal cuoco Leopoldo Elefante e vanta una stella Michelin. I piatti sono espressione dei ricordi d’infanzia e dei sapori campani. «Siamo una squadra giovane e coesa, mossa dalla volontà di dare voce al territorio per mezzo della cucina» racconta lo chef. Sono sempre in carta e da assaggiare assolutamente il Tagliolino 36 tuorli e il Mischiato potente di totani e patate.