Le Morette

La sfida del tempo nel Lugana di Le Morette

L’azienda della famiglia Zenato ha dedicato attenzioni e cura al vitigno del territorio del Garda che da generazioni è curato da vivaisti. Nel calice i vini raccontano le peculiarità di un territorio e possono affrontare il tempo, crescendo in complessità.

Il Lugana non è un vino facile. Può suonare come un paradosso, perché il bianco che nasce a ridosso del lago di Garda strizza l’occhio al mercato tedesco – dove gioca da medeleine per milioni di turisti che dalla primavera all’autunno scendono dal centro-nord Europa a scoprire bellezze e cucina gardesane – e pure tra Verona, Milano e Venezia gode dei favori di molti visitatori, trovandosi in carta spesso a prezzi abbordabili. Senza contare poi la distribuzione in GDO, che permette un’accessibilità immediata al grande pubblico. Tutto vero, ma sono proprio i venti favorevoli del mercato a spingere il Lugana verso un preconcetto di banalizzazione. Semplice e beverino, viene consumato in fretta e furia appena dopo la vendemmia e fa da jolly quando in tavola non si sa cosa abbinare al pesce. Ecco perché va riconosciuto il valore del lavoro che la famiglia Zenato ha compiuto e sta portando avanti per dare un senso diverso al Lugana. L’azienda Le Morette è infatti una delle realtà più interessanti nella denominazione, lavorando con rispetto le uve e concedendo ai vini il tempo per guadagnare equilibrio, personalità, spessore. Forse la ragione di questa attenzione per il vitigno gardesano sta proprio nelle radici della storia familiare.

Dal vivaio ai mercati internazionali

Fondata oltre 60 anni fa da Gino Zenato a San Benedetto di Lugana, sulla sponda meridionale del lago, Le Morette opera inizialmente come vivaio per la preparazione di barbatelle per la viticoltura, innestando le piante di vite che vengono poi coltivate da numerose aziende veronesi (e non solo). I vigneti di famiglia sono dunque prima di tutto un laboratorio di sperimentazione, mentre è il figlio Valerio che dagli anni 80 arricchisce la gamma e decide di concentrare sforzi mirati sulla produzione vinicola. Con la terza generazione, rappresentata dai figli Fabio e Paolo oggi alla guida de Le Morette, i vini crescono di prestigio e prendono la strada dei mercati internazionali (l’export rappresenta oggi più del 60% del fatturato). È però l’esperienza da vivaisti che consente alla famiglia Zenato di poter vantare una profonda conoscenza del vitigno turbiana, ovvero quel trebbiano di Lugana che presenta elementi di differenziazione genetica rispetto ad altri della famiglia dei trebbiano e che dal 2011 è entrato ufficialmente nella denominazione.

Vini di territorio che crescono nel tempo

I vini firmati Le Morette rispecchiano contemporaneamente la conoscenza tecnica del vitigno e le peculiarità del territorio, caratterizzato da terreni argillosi compatti con elevata presenza di minerali e da un microclima mitigato dalla presenza del Garda. Questi fattori portano nel calice vini di struttura, tutt’altro che banali, resi più eleganti da una mineralità netta. Per raccontare Le Morette, viene immediato approfondire le tre espressioni di Lugana. Il Mandolara è il Lugana “base”, frutto del vigneto più esteso della tenuta della famiglia Zenato, e viene vinificato esclusivamente in acciaio. È dritto e pulito, ma se bevuto poco dopo l’immissione in commercio paga lo scotto dell’identità, mentre dopo (almeno) 5 anni inizia a sviluppare una maturità segnata da profondità olfattiva e maggiore complessità al palato. La selezione Benedictus viene da un single vineyard, il più storico dell’azienda. Dopo un giorno a contatto con le bucce, la fermentazione (con lieviti indigeni) inizia in acciaio e si conclude in cemento, mentre una parte completa la fermentazione e poi affina per 6 mesi in tonneau. Il risultato è un vino dalla stoffa pregiata, probabilmente da potenziale di invecchiamento ancora inesplorato, che già all’entrata sul mercato ne fa un vino di spessore, dopo cinque anni sembra godere di una rilassata eleganza, ma probabilmente può soddisfare i palati più esigenti arrivando alla decade di vita (meglio se in formato magnum). Infine, la Riserva è un progetto in evoluzione. Il millesimo 2012 (che ancora si può reperire per un assaggio) era un vino per palati tradizionali, affezionati a bianchi molto ammorbiditi dal legno, tanto che sulla distanza quel surplus di affinamento che portava il 40 per cento della massa in tonneau è ben percepibile nel sorso maturo. Oggi invece l’affinamento in legno è riservato a meno di un terzo della massa, mentre il resto sosta per due anni in cemento; dopo un ulteriore riposo in bottiglia per 12 mesi, la Riserva 2019 è pronta per invecchiare (a lungo) come i vini di razza sanno fare.

Nuovi progetti per l’enoturismo

Qual è allora il futuro prossimo per l’azienda guidata oggi da Fabio e Paolo Zenato? Oltre a evolvere tecnicamente in cantina, Fabio (che è anche presidente del Consorzio di tutela del Lugana) rimarca un’attenzione sempre più forte per l’esperienza enoturistica. «Vorremmo cercare di rendere la nostra cantina sempre più aperta e accogliente per i winelover – dice – ma cerchiamo di farlo creando una relazione più forte con il territorio». Ecco allora la proposta di pacchetti di degustazione che non si ferma in azienda, ma che fa da introduzione all’esperienza vera e completa: quella dell’assaggio dei vini in alcuni ristoranti fine dining nell’area gardesana, naturalmente in abbinamento con la cucina di territorio.

Maggiori informazioni

Le Morette – Azienda Agricola Valerio Zenato
Viale Indipendenza 19/d, 37019 Peschiera del Garda (VR)
luganalemorette.it

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