Nascere e crescere in una regione vinicola rinomata com’è quella dei Castelli di Jesi ha portato Riccardo Baldi a confrontarsi sin da giovanissimo con produttori e cantine che sono stati un’importante scuola di formazione sul campo. Così, quando nel 2009 si è trattato di assumere le redini dell’azienda biologica fondata insieme al padre qualche anno prima, il talentuoso produttore marchigiano (che quest’anno Food & Wine Italia premia come Best Winemaker Under 35) aveva già le idee ben chiare sul lavoro da condurre in vigna e cantina, valorizzando dodici ettari di vigneto coltivati prevalentemente a verdicchio (e montepulciano) sulle colline che circondano il borgo di Staffolo – appena 2mila abitanti e una ventina di cantine – nel territorio denominato il Colle del Verdicchio. Il progetto in divenire, già foriero di vini cristallini nell’esprimere l’identità di un vitigno che sente moltissimo le variazioni pedoclimatiche rivelando caratteri molteplici e sfumature sempre diverse di collina in collina, punta sul recupero del gusto del verdicchio di un tempo, però esaltato dalle conoscenze più aggiornate in materia. Il faro guida è l’artigianalità di tutti i processi, direzione essenziale per preservare il territorio e liberarne le potenzialità, insistendo sul concetto di terroir. I filari dell’azienda, tra i 400 e i 500 metri d’altezza, risentono di una spiccata escursione termica, mentre è il terreno prevalentemente argilloso e calcareo, ricco di carbonato di calcio, a determinare l’anima sapida – ma sempre elegante – dei vini della cantina, tra cui il frizzante Mai Sentito, rifermentato sui lieviti (metodo ancestrale) e il signature della casa La Staffa, Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc Classico Superiore, quest’ultimo molto apprezzato anche all’estero (la cantina esporta il 50% della sua produzione annuale). Fautrice di una viticoltura intelligente e sostenibile, l’azienda partecipa attivamente a iniziative volte a ridurre l’impatto ambientale delle produzioni agricole (come il progetto Vitis) ed è impegnata nel rilancio enoturistico di una zona sempre più centrale nello scacchiere della viticoltura nazionale.