Roma

Le nuove aperture romane di metà autunno

In attesa del Giubileo, a Roma continuano ad aprire locali, tra cucina internazionale, pub, osterie contemporanee, street food e una gelateria di qualità.

Monumenti e luoghi di interesse ridotti a cantieri, traffico più intenso del solito, mezzi di trasporto pubblico congestionati. È così che appare Roma in queste settimane in attesa del Giubileo, che avrà inizio il giorno della vigilia di Natale, con il rito dell’apertura della Porta Santa. E a proposito di aperture, decisamente più profane, in tutto questo fermento anche il comparto della ristorazione non sta di certo a guardare. Alle nuove pizzerie capitoline abbiamo dedicato di recente  un articolo intero, scopriamo anche tutte le altre novità.

A volte ritornano

Dopo lo chef Andrea Fusco, che come abbiamo avuto modo di raccontare ha preso le redini del Nomina al Roma Luxus Hotel, un altro nome noto è tornato a deliziare i palati dei romani. Il ristorante Briseide, in zona Balduina, è la nuova casa di Andrea Dolciotti che punta su una cucina non banale ma di facile approccio. In carta diverse proposte “alla brace”, per un’offerta prevalentemente di mare in cui si prediligono anche specie meno note. Non mancano poi piatti di carne e vegetali realizzati con ingredienti di stagione provenienti dai banchi del Mercato Trionfale.

Caput Mundi

Sul fronte della cucina internazionale, nel quartiere Portuense, un ingegnere informatico pentito, diventato maestro di Aikido, ha aperto Aiki Pub, una izakaya giapponese con pochi posti all’interno a cui si aggiungono quelli nel dehors coperto. Un indirizzo che va ad aggiungersi agli altri che in città vantano un’ampia selezione di sake e shochu. In questo caso sono presenti anche gin, whisky e birre artigianali sempre “made in Japan”. La proposta gastronomica cambia spesso, tra yakitori, tempura, gyoza, bao e molto altro. La formula omakase (letteralmente “mi affido a te”) è la scelta migliore per chi vuole compiere un viaggio nei sapori del Sol Levante.

In zona Esquilino invece, si segnala una nuova insegna peruviana: Tullpukuna. La proprietà è la stessa dei vari Inka Chicken presenti in città, ma nel nuovo locale di Piazza Dante la tradizione del Paese andino cede il passo a una visione più moderna. Gli chef vantano esperienze importanti in patria, in ristoranti di fama mondiale. Si può ordinare alla carta oppure scegliere tra diversi menu degustazioni dedicati alle macroregioni peruviane (Costa, Sierra e Selva). Da bere, ampia scelta di cocktail a base di pisco, il distillato nazionale, tra cui le diverse varianti di Chilcano, drink tradizionale realizzato con succo di lime e ginger ale, la cui base alcolica è un “macerado”, ovvero un pisco in cui sono stati fatti macerare frutti, radici o foglie. Da Tullpukuna sono autoprodotti e ne hanno una ventina, compreso quello alle foglie di coca o con bacche amazzoniche.

Spostandosi a Prati, George Lobster è un format focalizzato sul Lobster Roll, panino a base di astice tipico del Maine e del Connecticut, declinato sia nella versione classica che con ingredienti meno usuali, dal granchio ai gamberi, fino a una reinterpretazione in chiave vegetale. A dispetto dell’offerta culinaria proveniente dalla East Coast, il design del locale strizza l’occhio a un’estetica californiana con richiami al mondo del surf.

In alto le pinte

I tempi del boom della birra artigianale, quando non si contavano le inaugurazioni di pub e beershop, sono un lontano ricordo, ma gli appassionati di malti e luppoli possono comunque gioire. Il mitico Ma che siete venuti a fa’, luogo di culto per i “beer lovers” europei, dopo circa vent’anni si sdoppia. Come nella sede di Trastevere, anche il nuovo Macche a Ponte Testaccio si trova in prossimità di una delle sedi de L’Elementare Pizzeria, consolidando così una collaborazione già di successo. Oltre alle birre artigianali, sono disponibili gin tonic e vini naturali. Al Quadraro invece, i ragazzi di Lynn Peak Beer hanno inaugurato Taps, dove servono le proprie birre e quelle di altre realtà artigianali, garantendo una selezione tutt’altro che banale. In accompagnamento alle bevute è possibile ordinare vari tipi di tapas, con cui testare intriganti abbinamenti. Da non perdere i vari affumicati, di carne e di mare, prodotti ad hoc da una piccola azienda marchigiana.

E sempre a proposito di pub indipendenti, è partita da pochissimi giorni l’avventura di Flamèl, in via Machiavelli, una delle strade più vivaci intorno a Piazza Vittorio. Anche qui la lista di birre artigianali alla spina è molto interessante, a cui vanno ad aggiungersi altre referenze in lattina, amari e distillati tutti rigorosamente made in Italy. A parte qualche snack, da Flamèl non viene servito cibo ma è possibile ordinare dalle varie piattaforme di delivery e consumare all’interno del locale.

Oltre la tradizione

Immancabile è il capitolo dedicato alle cosiddette osterie contemporanee. Dopo essersi fatti le ossa nel loro precedente locale sul Lago Trasimeno, Giorgia Lucarelli e Lorenzo Sonnati, una in cucina e l’altro in sala, hanno deciso di misurarsi con la metropoli, aprendo Mesticanza in zona Montesacro. Qui ingredienti del territorio, stagionali e sostenibili, incontrano materie prime esotiche, in un menu pieno di contaminazioni e accostamenti originali. Il design degli interni lo ha curato personalmente Lorenzo Sonnati, che prima di essere un oste è ingegnere e architetto. I materiali usati vanno dal legno, al muschio stabilizzato, fino all’ acciaio corten. Cantina ben fornita e gradevole spazio esterno. In zona Ostiense da Osteria Chiari si gioca col fuoco (e la brace), ma non mancano specialità della tradizione, romana e più in generale italiana. Carta dei vini a vocazione naturale.

La rinascita dei cocci

Vi abbiamo già raccontato di Taste’accio, nuova visionaria iniziativa di Vincenzo Mancino (già patron di DOL): una grotta di affinamento di salumi e formaggi e spazio aperto a iniziative di ogni genere. Non distante, sempre a ridosso del Monte dei Cocci, nei locali che furono dello storico Contestaccio, Casamora è una nuova vineria con cucina dove sono serviti piatti e tapas di ispirazione capitolina e partenopea. Alla rigorosa selezione di materie prime presso fornitori di fiducia, corrisponde un’altrettanto accorta scelta di vini, tutti di vignaioli artigiani.

Senza troppi formalismi

Concentrandoci sulla ristorazione più informale, in zona Pisana c’è da registrare l’apertura di Quasi Quasi Sandwich, che mira a diventare un punto di riferimento della zona, soprattutto per l’asporto e il delivery. L’offerta consta di panini sfornati in proprio, farciti con classici della cucina italiana (dal pollo sfilacciato al bollito alla picchiapò), senza disdegnare rivisitazioni di specialità internazionali, come nel caso del Sando con la mortadella fritta.

Al mercato di Piazza Epiro, uno dei banchi è stato rilevato dallo chef Matteo Militello e Alberto Comune, che da Nonna Pia hanno deciso di cimentarsi con la panificazione e il cibo di strada, sfornando quotidianamente pizze, maritozzi salati, dolci e molto altro. Non distante, su via Appia Nuova, Dip that bread – Scarpetta, è un piccolo laboratorio pensato per asporto e consegne a domicilio, interamente dedicato al piacere di intingere il pane in condimenti gustosi e generosi: dai sughi di spuntature o coda fino al ragù, anche in versione veg. Il Boia a Trastevere, è una citazione cinematografica che gli appassionati di commedia italiana anni 80 non faranno fatica a cogliere. Andando nel concreto dell’offerta, il protagonista qui è il caciocavallo di Agnone che viene “impiccato” su una piastra rovente e lentamente sciolto su fette bruscate di Pane di Genzano. Si guarda ancora al Molise per la farcitura dei panini e la composizione di taglieri di salumi e formaggi. Da bere, birre bavaresi, franconi e artigianali italiane e vini nazionali.

La destagionalizzazione del gelato non sorprende più e così, a dispetto delle temperature in discesa, una delle migliori gelaterie di Milano ha inaugurato la sua sede romana, in un locale molto curato e accogliente, di fronte alla Basilica di Santa Maria Maggiore. Terra Gelato coniuga artigianalità e tecnologie avanzate, per la realizzazione di un prodotto buono ed equilibrato dal punto di vista nutrizionale. All’attenzione nei confronti della qualità delle materie prime (a partire dal latte), si aggiunge una lodevole sensibilità ai temi della sostenibilità, grazie all’adozione di packaging ecologici e accorgimenti antispreco e all’utilizzo di energie rinnovabili.

Maggiori informazioni

Foto in apertura Mesticanza

 

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