Una bella storia del vino lega la famiglia Charrère alla viticoltura in un territorio vocato ma difficile – ogni anno di più per colpa del cambiamento climatico – qual è quello della Valle d’Aosta. Tutto ha inizio nel 1800, con Bernardin Charrère che, dall’attuale Alta Savoia, si stabilisce ad Aymavilles, dove fonda la cantina. A segnare una vera svolta nel racconto è, però, Costantino, papà delle attuali conduttrici, le sorelle Elena ed Eleonora: nel 1955, lascia il lavoro di professore di ginnastica per proseguire la linea intrapresa dal padre Antoine nella selezione di vitigni valdostani rari. La voglia di crescere lo spinge, tuttavia, anche verso i grandi vitigni internazionali, che ritiene possano avere successo in regione, come lo chardonnay. Quest’ultimo, lo incontra alla fine degli anni 80, durante un viaggio in Borgogna, dove, guadagnatosi le simpatie del conte Gagnard de la Grange, viticoltore di Puligny-Montrachet, ne apprende anche tutti i segreti dell’élevage in barrique.
Quando torna a casa, Costantino è determinato: farà uno Chardonnay in stile francese in Valle d’Aosta. Così, nel 1989 impianta il primo vigneto, nel 1991 inizia a vinificarlo e, nel 1993, presenta la prima etichetta di Cuvée Bois, omaggio alla Borgogna già nel nome. Il vino catapulta la cantina su palcoscenici internazionali, trascinando con sé anche l’intera regione che, finalmente, viene notata per la sua unicità. Numerosi sono, infatti, i vitigni tipici presenti in Valle d’Aosta: ben 38, rappresentati da 31 sotto-denominazioni della Doc regionale. Una parcellizzazione che rispecchia la stessa viticoltura, che qui è montana per oltre il 60% ed eroica al 100%. Les Crêtes, coi suoi circa 25 ettari concentrati perlopiù nella Media Valle, dove si raccoglie il maggior numero di areali e vitigni, li lavora praticamente tutti, realizzando 17 etichette e circa 200mila bottiglie. Nonostante i numeri, però, l’azienda resta una realtà familiare, oggi condotta dalle due figlie di Costantino accompagnate da Giulio Corti, marito di Elena, subentrato come enologo (e presto, chissà, i loro figli). Per una storia di famiglia, e di vino, destinata a durare nel tempo, come un grande Chardonnay.
Valle D’Aosta Dop Chardonny Cuvée Bois
Quando l’acidità di uve di montagna incontra un legno sapientemente gestito, l’esito non può che essere ammaliante. Cera d’api, fiori, frutta gialla, pepe bianco e burro fuso il ventaglio olfattivo, innestato su un palato coerente nell’aromaticità, elegante, rotondo, ma dalla spina acida sempre viva.