In principio è stato Identità Golose Milano, il primo congresso italiano di cucina d’autore ideato da Paolo Marchi nel 2005 che ha dato visibilità e voce agli chef della nostra nazione. Poi nel 2018 – dopo il successo di Expo Milano 2015 – è seguita la creazione dell’hub dedicato alla gastronomia internazionale, in quella che un tempo era la sede della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli. Il sodalizio tra Paolo Marchi e Claudio Ceroni – fondatore di Magenta Bureau – è stato un bene per tutto il nostro comparto gastronomico e ha fatto da traino a un intero movimento come risposta italiana (e ben riuscita) a Lo Mejor de La Gastronomia, il più longevo congresso europeo di gastronomia mondiale di San Sebastián.
Proprio nella serata di mercoledì 4 ottobre l’hub di Identità Golose ha festeggiato i 5 anni di attività con una cena esclusiva composta da un parterre d’ospiti d’eccezione a cominciare dal sindaco di Milano, Giuseppe Sala, che sin dall’inizio ha creduto nel progetto, e da altri personaggi illustri come Massimo Bottura, Gerry Scotti – che presenterà The Fork Awards 2023 –, Moreno Cedroni e Andrea Aprea. L’evento è stato anche un’occasione per ricordare le tappe più significative del locale di via Romagnosi che in questi cinque anni ha accolto ben 370 chef provenienti da ogni angolo del globo, con un’attenzione di riguardo alle personalità emergenti della cucina italiana.
«Siamo rimasti incredibilmente inebriati da quelle 184 giornate vissute all’Expo di Milano, quando le mille cucine del mondo si diedero appuntamento in Fiera a Rho – racconta Paolo Marchi –. Calato il sipario, ci prese subito la nostalgia per un avvenimento che, nella nostra interpretazione, proponeva protagonisti diversi giorno dopo giorno: chef dall’Italia, l’Europa e il Mondo, tre realtà geografiche a noi carissime. Per ricreare quella magia abbiamo voluto pensare a una realtà scandita da pranzi e cene, degustazioni, convegni e conferenze, dove la discrezione apparisse come una virtù: ed ecco Identità Golose Milano che da cinque anni ci regala grandi soddisfazioni, diventando fulcro di relazioni, scambi golosi e momenti di amicizia».
La cena è stata realizzata da una brigata inedita composta dal resident chef Edoardo Traverso che ha proposto un Astice alla brace e pigna; Franco Pepe ha invece sorpreso gli ospiti con un trancio di pizza composto da paté di oliva caiazzana, stracciata di bufala, misticanza di scarola riccia e cicoria, petali di topinambur, za’atar e zest di limone; Antonia Klugmann si è distinta con la sua Zuppa di agnello con ravioli ripieni di pâtè di fegato e whisky. Direttamente da Parigi, Alessandro Lucassino di Cucina Mutualité (gruppo Alain Ducasse) ha presentato un Alalunga leggermente scottata con barbabietola e alghe affumicate e granita al bitter. Al pass dei dolci la cucina ha visto destreggiarsi Davide Comaschi, pastry chef di Da Vittorio a Brusaporto, che ha chiuso in dolcezza la serata con la Torta Nuvola: pan di spagna imbevuto al Limoncello, crema chantilly alla vaniglia, fragoline e frutti di bosco, panna montata, meringhe.