Forno Brisa
A metà tra una mirror ball e l’universo onirico, la scatola olografica dei panificatori indie di Bologna è un omaggio agli anni 90. Ancora più interessante è il suo contenuto che profuma di classico. Oltre al tradizionale gusto, si può osare con il Panettonissimo cult: mortadella e Parmigiano.
Forno Follador
Tra le novità di Natale del laboratorio friulano c’è moka e mandorla, realizzato in partnership con 1895 Coffee Designers by Lavazza. Ad arricchire le fette di pandoro c’è, invece, la “polvere di stelle”, una miscela di zucchero a velo in tre gusti: vaniglia e rhum,
cacao o al lampone.
Segattini x Pandefrà
C’è chi colleziona latte di panettone e chi sfoggia sacche in viscosa da riutilizzare come borsa o tovaglietta. È quello che hanno pensato Francesca Casci Ceccacci e Gaia Segattini firmando insieme il progetto made in Senigallia “Non rompere le scatole”. Tradizionale o ai tre cioccolati?
Acetaia Giusti
La piacevole nota agrodolce della più antica casa produttrice di Aceto Balsamico di Modena Igp incontra il panettone. Ad aver messo a punto la ricetta è Muzzi, pasticceria umbra che è riuscita a combinare la delicatezza del classico lievitato alla complessità aromatica del condimento.
Frantoio di Sant’Agata d’Oneglia
Dopo aver sdoganato l’uso dell’olio extravergine di oliva anche nei dolci, dal torrone agli amaretti, la famiglia Mela usa la monocultivar Taggiasca anche nel Fiore del Frantoio, lievitato con uvetta sultanina. Profumo delicato, consistenza soffice e colore dorato.
Tiri 1957
A Potenza è Natale tutto l’anno. Il maestro Vincenzo Tiri è stato tra i primi a destagionalizzare i grandi lievitati. Tra questi vi è anche la sua personale interpretazione del pandoro, che risulta extrasoffice grazie a una ricetta che prevede una miscela di tre lieviti naturali diversi.
