Non un semplice progetto di restyling, ma un ripensamento nel segno del territorio e della pluralità di espressioni che il Monferrato porta nel calice. È questo il messaggio-chiave che il Consorzio Barbera d’Asti e vini del Monferrato ha lanciato dal 56esimo Vinitaly, presentando il nuovo volto delle etichette delle denominazioni Docg tutelate.
Il rinnovamento grafico è infatti figlio della svolta impressa dalla presidenza di Vitaliano Maccario, eletto alla guida del consorzio monferrino nel 2023, che pur senza rinunciare alla costante valorizzazione della Barbera d’Asti ha condiviso con il gruppo dirigente la necessità di far emergere l’identità sfaccettata del Monferrato. E così tutte le sei Docg del territorio – Barbera d’Asti, Barbera d’Asti Superiore, Nizza, Ruchè di Castagnole Monferrato, Terre Alfieri Nebbiolo e Terre Alfieri Arneis – avranno una propria etichetta che rappresenta l’impronta digitale, declinata con colori diversi per ogni denominazione.«Con questo progetto – sottolinea il presidente Maccario – aspiriamo a comunicare l’unicità delle varietà vinicole del nostro territorio attraverso nuove etichette che raccontino la storia e l’identità di ogni Docg. Questo progetto, che celebra l’idea di unità nella diversità, intende dare valore all’essenza di ciascuno dei nostri vini e ai valori che essi racchiudono: eleganza, alta qualità, forte identità e grande passione per il territorio del Monferrato».
Unità Nella diversità
Unità nella diversità significa allora riconoscere e valorizzare le peculiarità di ogni denominazione, «ma anche tessere queste diversità in un tessuto comune piemontese, coeso e unitario – chiosa il presidente –. L’impronta digitale sul logo non solo certifica l’autenticità e l’unicità del territorio, ma simbolizza anche la comunità ovvero ogni produttore, ogni persona che contribuisce alla ricchezza della nostra identità collettiva».
L’evoluzione proposta ora in etichetta rispecchia anche l’evoluzione di posizionamento della multiforme produzione vitivinicola nel territorio del Monferrato. E se la Barbera astigiana ha saputo riscattarsi negli ultimi anni da una sorta di torpore che aveva caratterizzato questo vino importante a cavallo del millennio, va detto che stanno crescendo per posizionamento e gradimento da parte dei winelover anche vini dal taglio decisamente contemporaneo come il Ruchè o il Grignolino (che è una Doc).
Nel contempo, proprio nel 2024 si brinda al decennale della Docg Nizza, che sembra rappresentare un fenomeno in ascesa nel panorama vinicolo italiano. Con un incremento delle vendite del 27% rispetto al 2022 e una produzione che ha superato il milione di bottiglie nel 2023, il Nizza è ormai un progetto solido che ha raggiunto l’obiettivo di riposizionamento del vitigno barbera, declinandolo in differenti espressioni.