Avete mai provato a prenotare da Massimo Bottura? Il calendario online di Osteria Francesca è una distesa di puntini rossi per i prossimi 5 mesi e per cominciare a ragionare sulle date da ottobre in poi potrete tentare dalla mezzanotte e un minuto del prossimo 1° aprile. Se siete fortunati al nono piano del Rome Cavalieri – A Waldorf Astoria Hotel riuscirete a trovare ancora qualche posto da qui all’estate per cenare sulla terrazza panoramica de La Pergola mentre la città eterna s’inginocchia ai vostri piedi. Da Lido84 non si fa difficoltà a capire il motivo per cui italiani e stranieri da tutto il mondo accettino di buon grado la waiting list pur di accedere a uno dei tavoli sulla sponda bresciana del lago di Garda. Conquistare un tavolo per due in una delle insegne più blasonate del momento sembra davvero un’impresa, giustificata dall’esclusività della location e dalla mano dello chef.
Cambiando registro, a Roma, in zona Infernetto, i sei tavoli (per un totale di 12/18 coperti a sera) delll’izakaya di Mikachan (Micaela Giambanco) sono richiestissimi, grazie all’autentica cucina giapponese da “trattoria” – affiancata dal sushi nel weekend. Resta qualche posto tra la fine di agosto e settembre, prima della chiusura per ferie a ottobre. Micaela però ha deciso di rinunciare alla lista d’attesa – che era arrivata ormai a 60 tavoli – e preferisce gestire personalmente le prenotazioni segnando con un asterisco quelle eventualmente anticipabili (non legate, ad esempio, a date specifiche e ricorrenze) per poter gestire gli eventuali “incastri”: «Soprattutto con il Covid – racconta – capita che le persone debbano cancellare all’ultimo un tavolo prenotato tanto tempo prima, e a me dispiace fargli perdere il posto. Così, cerco di scambiare la prenotazione con chi magari aveva trovato posto molto in là ma è felice di anticipare. Insomma, mi piace avere una gestione “umana” e personalizzata delle prenotazioni, anche se richiede un grande impegno».
Ma ha altrettanto senso lottare per accaparrarsi un pasto in un pub? Succede a Bristol dove The Bank Tavern ha smesso di accettare nuove prenotazioni per smaltire ancora quelle pre-pandemia. Sopravvissuto a un numero allarmante di rivolte e a ben due guerre mondiali, questo pub è noto a livello internazionale per proporre uno dei migliori Sunday Roasts di tutto il Regno Unito, ma è anche diventato famoso per la sua lista di attesa lunga quattro anni.
«Avevamo un enorme arretrato di persone che non hanno potuto mangiare qui a causa del Covid e dei continui blocchi, così abbiamo deciso di onorare ogni prenotazione – ha dichiarato il proprietario Sam Gregory -. In realtà è stato chiuso il sistema di prenotazione al pubblico, quindi non è più possibile riservare online il proprio posto e, se riceviamo cancellazioni, anticipiamo le persone nel registrato degli ultimi due anni. Al momento siamo arrivati a gennaio 2020, quindi ci vorrà un po’ per esaurire tutte le richieste».
Nel tentativo di ottimizzare l’elenco dei prenotati, il pub del XIX secolo (che sul suo sito web vanta di aver vinto i premi per il miglior pranzo della domenica sia nel 2018 che nel 2019) ha aggiunto una quarta fascia oraria la domenica dalle 17:00 alle 19:00: nessun giorno di festa in Gran Bretagna è completo senza l’arrosto domenicale, soprattutto se parliamo di quello che è diventato motivo di pellegrinaggio persino per i londinesi. Nonostante la coda Gregory invita sempre a fare un tentativo, anche senza prenotazione: nel peggiore dei casi si potrebbe finire con una pinta al bancone.