Da qualche tempo circola un autoironico quanto divertente slogan, in Molise, quasi un claim: “Il Molise non esiste”. In effetti questa piccolissima regione italiana, la seconda per ridotte dimensioni dopo la Valle d’Aosta, nata solo cinquant’anni fa (nel 1970, dopo la separazione dagli “Abruzzi”) risulta ancora oggi sconosciuta ai più e poco frequentata, al punto da aver permesso di giocare sulla sua reale esistenza. La verità è che il Molise non solo esiste ma è un piccolo pezzo di Italia che racchiude molte delle migliori virtù del Belpaese (dai borghi alle spiagge, dalla montagna alle oasi naturalistiche e archeologiche) al di fuori dai circuiti turistici più frequentati. C’è un fatto, però: se del Molise si conosceva qualcosa (a parte gli esportatissimi fior di latte di Bojano) questo qualcosa erano le campane di Agnone, dalla storia della pontificia fonderia che vi abita e che da sempre popola racconti, trasmissioni televisive e visite guidate. Oggi, oltre alla Fonderia Marinelli, in questa cittadina si deve venire anche per un’altra importante meta, di tutt’altro genere: la Locanda Mammì. Locanda è il nome adatto a un luogo di ottima ospitalità fatto, anzitutto, da un ristorante coi fiocchi, ma arricchito da qualche camera in grado di accogliere il viandante che volesse fermarsi a dormire. L’ottima ospitalità nasce da una famiglia, quella di Stefania Di Pasquo e Tomas Torsiello, che sa perfettamente coniugare professionalità e cordialità. Stefania ha avuto un buonissimo maestro, Niko Romito, mentre Tomas creò, assieme a suo fratello Cristian, la prima Osteria Arbustico (in quel di Valva, prima del trasferimento a Paestum), concreta esemplificazione di come l’identità di un territorio possa sposare tecnica e contemporaneità senza inutili svolazzi formali. Anche qui, sulle colline sopra Agnone, la sensazione è quella di arrivare in un luogo semplice e accogliente come una trattoria di campagna, per poi scoprire però uno stile e una mano che quest’identità sanno far volare alta. C’è garbo nel proporre i piatti e nel servire, lo stesso che si ritrova nello stile di cucina, quello di chi non cerca di stupire l’ospite perché sa invece di poterlo convincere. Vengono fuori sapori ed equilibri che attingono da punti fermi della classicità e della tradizione per approdare a leggerezza e sapidità modernissime. Buoni esempi ne sono Piselli e caciocavallo e il Pollo alla senape. Il tutto, va detto, a prezzi decisamente onesti. Campane a parte, in effetti, Agnone sembra già avere tanti punti in comune con una storia ben più nota cominciata a Canneto sull’Oglio…