È un piatto talmente famoso e importante che alcuni ristoranti lo utilizzano per testare il livello di abilità di uno chef. Essendo composto da pochi e semplici ingredienti, non vi sono possibilità per mitigare gli errori, al contrario, una piccola disattenzione potrebbe nell’arco di pochi secondi trasformare un delizioso manicaretto a base di soffici uova in una massa acre e spugnosa. I francesi non sono i soli a mettere l’omelette su un piedistallo. In ogni angolo del mondo, per realizzarla, i cuochi si basano sull’attenta combinazione tra savoir-faire e impegno nel trasformare le uova in pietanze soffici e gustose. In Slovenia per preparare l’omelette dolce Pohorje, le uova vengono separate, montate sofficemente per formare una ricca pastella e successivamente sfornate in un dolce simile a una nuvola. In Thailandia le uova per il khai yat sai vengono fatte saltare in una padella fino a ottenere una sfoglia sottile, ripiegata attorno a un ripieno di carne macinata e basilico. Un’altra versione dell’omelette e la Denver omelette sandwich, originaria dell’Ovest americano agli inizi del Novecento. Gli storici sostengono che il piatto – a base di peperone verde, prosciutto e cipolla e inizialmente servito tra le fette di pane – sia stato creato dai ferrovieri transcontinentali o dai cowboy che si occupavano di trasporto del bestiame. Negli anni 50 si dice che il sandwich con omelette di Denver fosse il più popolare nei menu di tutto il paese (in seguito, il pane è stato eliminato e l’omelette è diventata un classico dei ristoranti americani). Le omelette del mondo variano enormemente in sapore e consistenza da un Paese all’altro, ma tutte condividono una caratteristica distintiva: le uova sono tenute separate dalla farcitura. Questo è ciò che differenzia le omelette da altri piatti a base di uova, come le frittate dove ingredienti come pomodori, funghi e pancetta vanno incorporati direttamente nella miscela prima della cottura. In un’omelette, sebbene le uova possano essere sbattute fino a incorporare aria o manipolate per ottenere diverse consistenze attraverso l’uso di ingredienti come la farina e lo yogurt, gli ingredienti sono sempre arrotolati, piegati o sovrapposti tra gli strati. Nelle ricette che linkiamo, renderemo omaggio all’omelette con sei variazioni internazionali (compresa una rivisitazione di quella strapazzata) che sanno come esaltare il semplice uovo.
Per una frittata irresistibile, una padella antiaderente di qualità è la chiave per il successo nella preparazione
Non c’è nulla che possa rovinare tanto un’omelette quanto una padella appiccicosa. La migliore alleata di chi fa delle omelette: la padella antiaderente. Per stabilire quale sia la migliore padella per omelette in circolazione il Test Lab di F&W ha sottoposto più di 10 modelli diversi alla prova definitiva: la preparazione di un’omelette alla francese. La padella Zwilling Madura Plus da 25 cm (zwilling.com) è arrivata al primo posto della nostra classifica. Questa padella ha una superficie liscia in alluminio forgiato, ricoperta da tre strati in granito antiaderente e la sua distribuzione uniforme del calore assicura che non ci siano punti surriscaldati. La padella è disponibile in diverse misure e non contiene rivetti sul bordo interno (i rivetti sono noti per trattenere i pezzetti di uovo incrostato, rendendo la padella difficile da pulire). Per non graffiare la padella, si consiglia di provare una spatola in silicone resistente al calore.