Le guide dei vini italiane più autorevoli hanno incoronato il Torgiano Rubesco Riserva Vigna Monticchio 2016 in vetta ai 100 migliori rossi italiani per il 2021. Al di là del valore del risultato e dell’interesse di ognuno per le classifiche, è di certo un segnale inequivocabile del ritorno di questa etichetta ai massimi livelli. Non un fatto scontato, se consideriamo la difficoltà nel consolidare certe posizioni per un tempo così lungo e, soprattutto, nel gestire gli inevitabili passaggi generazionali e stilistici, i cambiamenti e le mode. Erano gli inizi degli anni Sessanta quando il genio di Giorgio Lungarotti, dopo aver avviato la sua impresa visionaria, in Umbria, cominciò a immaginare un grande vino da un unico vigneto specializzato, sulla scia dei tanto apprezzati cru francesi, che uscisse solo nelle annate ritenute eccellenti. La scelta cadde sulla splendida Vigna Monticchio, uno dei luoghi più belli e vocati di tutte le proprietà Lungarotti, sulle colline di Brufa. Una sorta di anfiteatro naturale dove le viti, a seconda della prospettiva da cui le si guarda, paiono ora sospese tra cielo e terra, ora appollaiate a guardare l’orizzonte. Fin dalla sua prima annata, datata 1973, questa Riserva ha identificato la cantina Lungarotti e l’Umbria del vino, che faceva capolino, nell’immaginario collettivo di milioni di appassionati in giro per il mondo. Un vino classico perfettamente a suo agio nella modernità, insomma. Lo stesso si può dire del mondo Lungarotti (oggi condotto dall’ad Chiara Lungarotti, in foto), degli altri vini prodotti e di tutto un sistema che hanno fatto di Torgiano un luogo speciale sul piano dell’accoglienza e della cultura. Tante le iniziative legate all’arte, senza dimenticare due musei che rappresentano un vanto a livello interazionale: quello del vino (MUVIT), che ha sede nel seicentesco Palazzo Graziani-Baglioni e quello dell’Olivo e dell’Olio (MOO), situato in un piccolo nucleo di abitazioni medievali all’interno delle mura castellane. Iniziative che hanno fatto di Torgiano un luogo che richiama appassionati e turisti da ogni dove, ma che ha anche accompagnato le bottiglie Lungarotti in giro per il mondo.