Bodega de la Ardosa (1892), Ristorante Botín (1875, nella foto), Café Gijón (1888), Casa Alberto (1827), Casa Ciriaco (1887), Casa Labra (1860), Casa Pedro (1825), La Casa del Abuelo (1906), Lhardy (1839), Malacatín (1895), Posada de la Villa (1642) e Taberna Antonio Sanchez (1787). Sono i dodici ristoranti storici di Madrid, e per una volta l’aggettivo non è un’iperbole come dimostrano le date accanto ai nomi. Tutti, infatti, vantano oltre cento anni di attività e nel corso di un secolo e più non solo hanno accolto chi fosse in cerca di buon cibo e buon vino, ma hanno rappresentato – e continuano a farlo – una testimonianza vivida della tradizione e della cultura, gastronomica e non solo, madrileña.
Da martedì 27 gennaio 2021 sono stati ufficialmente dichiarati come “Spazi culturali e turistici di particolare importanza cittadina e interesse generale”, affiancandosi a luoghi come il museo del Prado o il Matadero (ex mattatoio riconvertito in spazio espositivo e hub artistico) nell’iconografia culturale della città. “Il patrimonio storico di Madrid non è costituito solo da grandi monumenti, palazzi e cattedrali. È anche composto da negozi e ristoranti leggendari che costituiscono l’eredità della nostra città, fungendo da potente attrazione turistica e generazione di ricchezza”, si legge nella proposta del Consiglio Comunale.
Ai dodici “testimoni della storia” di Madrid è stata dedicata anche una mappa culturale illustrata da Mario Jorda in inglese e in spagnolo, scaricabile online. Da tenere presente non appena si potrà tornare a viaggiare con spensieratezza godendo delle bellezze e bontà delle città del mondo.