“Mister Amarone”, così è conosciuto in tutto il mondo Sandro Boscaini, e non potrebbe esistere soprannome più azzeccato per l’attuale faro del Gruppo Masi, perché è proprio grazie a lui se l’Amarone è oggi considerato una delle più alte forme di eccellenza italiana. Affiancato dai figli Raffaele e Alessandra, i fratelli Bruno e Mario e i nipoti Anita e Giacomo, Sandro e tutti i componenti della famiglia Boscaini credono fortemente nelle potenzialità del fare squadra tanto da aver dato vita, a metà degli anni Ottanta, al Gruppo Tecnico Masi (GTM). L’innovativa idea del GTM punta a sostituire la figura del singolo winemaker con il lavoro di un team di esperti in diverse discipline: enologi, agronomi, uomini di marketing e così via. Nulla è lasciato al caso e ogni aspetto della produzione deve essere affidato a solide competenze specifiche. Sotto l’attenta guida di Raffaele Boscaini i risultati non si sono fatti attendere e nel giro di pochi anni il GTM si è contraddistinto per essere stato un pioniere nella sperimentazione e nell’impiego di varietà secondarie veronesi come l’oseleta, per aver contribuito agli studi che hanno svelato il Dna della corvina, per aver enfatizzato gli elementi di tipicità dell’Amarone e condiviso con tutto il settore ogni segreto sulla complessa tecnica dell’appassimento. Dal “Vaio dei Masi”, il nome della piccola valle in cui sorgevano i primi vigneti acquistati dalla famiglia Boscaini alla fine del XVIII secolo, di strada ne è stata percorsa davvero tanta e Masi è diventato un Gruppo con tenute e collaborazioni che dalla Valpolicella Classica si sono allargate al resto del Veneto e al vicino Trentino, poi fino in Toscana e, addirittura, in Argentina. Ultima in ordine di tempo, ma non d’importanza – soprattutto se si considera che sono già passati dieci anni dall’inizio del progetto Masi Green – è l’attenzione alla produzione sostenibile realizzata proiettando i valori sociali, etici e ambientali di Masi verso il futuro. Il progetto si traduce nella pratica con l’uso di concimi e antiparassitari naturali, di sistemi di filtrazione e depurazione all’avanguardia, di confezionamenti e imballaggi improntati sul riciclo e sulla riduzione di sprechi. I nuovi figli di questa filosofia sono nati proprio nel 2021 e si chiamano Fresco di Masi: un bianco e un rosso realizzati percorrendo la via più breve che porta dal vigneto al bicchiere alla ricerca dell’essenza del vino; la coerenza si vede anche nel packaging caratterizzato da bottiglie più leggere e senza capsula per essere totalmente plastic free.