A dispetto dell’irritantante, eccessiva glamorizzazione dei cocktail après-ski nei film, in televisione e, più recentemente, da parte di fashion influencer in impeccabili ma poco pratici abiti da neve, non c’è niente di tanto appagante quanto il primo sorso di un drink ben fatto dopo una lunga giornata sulle piste. Da sciatrice adulta alle prime armi il cui fidanzato proviene da una famiglia di esperti, il rituale è diventato parte della mia vita più di quanto avessi mai previsto: subito dopo pranzo, mentre il resto del gruppo si dirige verso le piste nere più impervie, la mia mente inizia a pensare all’ora dell’aperitivo.
Prima di andare in vacanza sugli sci con la sua famiglia per la prima volta, avevo immaginato che l’après-ski (termine francese che indica tutta la serie di attività alla fine di una giornata sugli sci) fosse come nei film: avrei sciato fino a un bar dove trovare subito posto, ci sarebbe stato un sole splendente, ma avrebbe fatto ancora abbastanza freddo per un hot toddy, e io mi sarei sentita una favola. La realtà, però, non è così glamour. Ecco come è andato il mio primo tentativo: mi sono tolta il casco sudato, ho faticato a levarmi gli sci presi a noleggio e ho zoppicato fino al bar sovraffollato con una giacca e dei pantaloni da neve spaiati, comprati in saldo.
Eppure, nonostante il bar fosse rumoroso, pieno di gente e un po’ puzzolente, l’esperienza è stata semplicemente magica. Il mio cocktail, un Negroni a regola d’arte con una grossa spirale di scorza d’arancia, ha fatto sì che l’intera giornata di code agli impianti di risalita e ginocchia traballanti valesse la pena. Dato che per il mio ragazzo sciare non è qualcosa che si possa negoziare, l’happy hour dopo-sci potrebbe salvare la mia relazione nel lungo periodo. Ecco quattro cocktail après-ski stellari, direttamente dalle più note località sciistiche.
All’Omni Mount Washington Resort di Bretton Woods, nel New Hampshire, Amanda Hudson aggiunge lo Skrewball (whisky aromatizzato al burro di arachidi) a una tazza di cioccolata calda con panna, in versione “adults only”. Al Goldener Hirsch di Park City, nello Utah, Pierce Everett combina un Martini espresso e un carajillo unendo Tequila reposado, caffè espresso, Licor 43, liquore al caffè. L’Aspen Crud (milk-shake corretto al bourbon) è un grande classico del J-Bar dell’Hotel Jerome di Aspen, Colorado, dove fu creato 100 anni fa (ricetta qui). All’Aman Le Mélézin di Courchevel, in Francia, Aurélien Boutry propone una variante agrumata del Negroni, con marmellata di arance e di albicocche (ricetta qui).