Modena Champagne Experience 2024

Modena Champagne Experience 2024: i nostri cinque migliori assaggi

Giunta alla settima edizione, la manifestazione è ormai un punto di riferimento in Europa per la degustazione delle bollicine francesi. Solo quest'anno sono state registrate più di 6mila presenze ed erano oltre 900 le etichette in degustazione, tra grandi maison e piccoli vigneron.

Qualche weekend fa si è svolta Modena Champagne Experience, manifestazione che si conferma, ancora una volta, tra le più importanti in Europa dedicata alle più famose bollicine francesi. Organizzata da Excellence SIDI, questa settima edizione ha consolidato il suo successo grazie alle presenze (oltre 6mila), 167 espositori e più di 900 etichette in degustazione: numeri buoni, nonostante quest’anno il mercato dello Champagne abbia affrontato segnali non sempre positivi.

Secondo i dati del Comité Champagne, infatti, le vendite complessive sono diminuite del 17,1% nei primi tre mesi dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2023, una contrazione, si legge, dovuta principalmente alla crisi economica globale e alla riduzione della capacità di spesa dei consumatori, soprattutto per le etichette di fascia media e nei ristoranti. «Nonostante queste criticità Champagne Experience si conferma in crescita mostrando un modello di collaborazione vincente tra imprese pur se tra loro in concorrenza» afferma Luca Cuzziol, presidente di Excellence SIDI. Tra i tanti assaggi effettuati durante la due giorni, divisi tra grandi Maison e piccoli vigneron, di seguito condividiamo i cinque migliori Champagne degustati, secondo noi.

Tarlant

La famiglia Tarlant è un grande esempio di fedeltà al ruolo di vigneron, tanto che lo esercitano con orgoglio sin dal lontanissimo 1687. La maison coltiva le vigne senza uso di chimica e, in cantina, prevede dosaggi praticamente azzerati. Un esempio di come gli Champagne Tarlant siano saporiti è il loro Enclume Blanc de Blancs Nature 2011 (100% Chardonnay), un Blanc de Blancs che sosta 121 mesi sui lieviti ce gioca tra speziature, sensazioni agrumate e un sorso minerale ricco di fulgore sapido.

Rédempteur

Durante la rivolta del 1911, Edmond Dubois difese la tradizione del suo territorio con tale ardore che fu chiamato “il redentore dello Champagne”. Da qui il nome di questa maison che anche oggi, grazie alla quinta generazione, continua nella produzione di etichette tradizionali con uno sguardo moderno. Il loro Nouvel R Sans Sulfites Ajoutés 2020 è un Meunier in purezza che rende giustizia a questo vitigno che, se vinificato con garbo, può fornire emozioni gustative fortissime.

Erick Schreiber

Erick Schreiber è considerato tra i pionieri della biodinamica nel territorio, poiché ha cominciando a dedicarsi a questa pratica sul finire degli anni 80. I suoi Champagne hanno sempre grande materia ed eccellente profondità gustativa: ne è una prova il suo Tradition Brut (100% Pinot noir) che per essere un “base” ha una struttura e una espressività naturale come pochi in Champagne.

Pascal Doquet

Creata nel 1974 da Michael e Nicole Doquet, oggi l’azienda è gestita dal figlio Pascal che ha dato grande importanza a metodi di ricerca e di coltivazione rivolti al rispetto del terroir tramite metodi di coltivazione naturale. All’interno della loro gamma il mio “coup de coeur” va al Diapason Grand Cru (100% Chardonnay), un Blanc de Blancs che sosta almeno 84 mesi sui lieviti dalla straordinaria densità olfattiva e dal gusto elettrico ricco di richiami minerali.

Maurice Choppin

Da ben sette generazioni l’azienda produce Champagne attraverso una agricoltura biologica e ad una cura maniacale delle singole parcelle, da cui producono diversi Lieux-dits, millesimati e non. A Modena abbiamo degustato una perla rara chiamata Les Bas Russelet 2019, un Pinot nero in purezza da vecchie vigne, graffiante, teso e generoso e dall’ottimo equilibrio tra dolcezze e salinità.

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