Era il 1291 quando il doge obbligò a trasferire a Murano tutte le vetrerie della città di Venezia per cercare di contenere i frequenti incendi che scaturivano dalle fornaci. L’isola divenne il centro della produzione del vetro di lusso e, ancora oggi, sopravvivono molti laboratori dove i mastri vetrai custodiscono (e tramandano) la loro sapienza. Tra le produzioni artigianali richieste in tutto il mondo, c’è una novità per gli appassionati di mixology (e non solo): sono le prime cannucce in vetro certificate con il marchio Vetro Artistico Murano e disponibili in diversi colori – rosso, blu, arancione, verde – che ricordano quelli delle tradizionali case della laguna. A creare questa piccola ma ambiziosa azienda (al momento le unità prodotte ogni mese sono 3mila) è stato Luca Vincenzini, ex produttore televisivo romano e appassionato surfista: è dopo aver visto con i propri occhi i danni prodotti dalla plastica sulle spiagge e nei mari di mezzo mondo che ha deciso di creare un’alternativa sostenibile, di qualità e made in Italy, coadiuvato dall’esperto artigiano Cristiano Ferro e dal suo team, composto da giovani, anche stranieri, che si sono appassionati a quest’arte millenaria.
Da quando la plastica monouso è stata finalmente messa al bando anche in Italia a gennaio 2022 – grazie al decreto legislativo 196/2021 in attuazione della cosiddetta direttiva Sup (Single Use Plastic) adottata dalla Ue nel 2019 – sul mercato si sono affacciate cannucce realizzate in diversi materiali alternativi: carta, acciaio, pasta, bambù e vetro, appunto. Le Straws di cui parliamo non sono certamente le uniche in vetro ma sì le prime a essere prodotte a Murano: “nascono su un’isola e non finiscono nel mare”, recita l’efficace messaggio che le accompagna. La lavorazione è piuttosto complessa: richiede 7 passaggi diversi e dura circa 12 ore, con una tecnica che le rende particolarmente resistenti rispetto alle normali caratteristiche del vetro di Murano (e in ogni caso, qualora si rompessero, basta che le rispediate alla fornace e verranno sostituite gratuitamente). Le cannucce possono essere personalizzate con loghi o nomi, utilizzando una tecnica speciale di decalcomania: il design viene fuso nel vetro, risultando così indelebile anche a fronte di lavaggi in lavastoviglie ad alte temperature. Una volta rifinite, vengono sistemate in custodie singole in cartone o alluminio, anche queste riciclabili.
L’estetica, unita alla praticità (tra gli altri pregi: si raffreddano molto rapidamente), ha subito incuriosito il mondo dell’ospitalità: «Non si tratta solo di un accessorio elegante, igienico e sostenibile – conferma Vincenzini – ma anche di uno strumento di marketing e promozione per hotel e ristoranti, da utilizzare ad esempio come cadeau. Prima di esplorare i mercati internazionali, ho voluto presentare il progetto a Roma, la mia città, e la risposta è stata molto positiva. Le mie cannucce si trovano già all’Hotel Hassler e da Orma, il nuovo ristorante di Roy Caceres. Ma sono in vendita anche al bookshop della Biennale di Venezia e a disposizione di chi viaggia in Executive sul Frecciarossa. Oltre alle cannucce, la nostra fornace sta già producendo nuovi cocktail stirrer in vetro, anche questi personalizzabili».
Così, la prossima volta che sarete seduti al bancone del vostro bar preferito ordinando uno Sherry Cobbler, potreste tirare fuori dal taschino interno della giacca la vostra cannuccia, proprio come fareste con la stilografica personale al momento di firmare un importante contratto.